Casalino Pierluigi
mercoledì 13 maggio 2020
Il ruolo dell'ambasciatore italiano Pietro Tommasi, marchese della Torretta nella prima Russia sovietica.
Lo scrittore russo Berdjaev si sbagliava quando pensava che il bolscevismo fosse il meno utopistico, il più realistico delle forze in campo nel 1917, corrispondendo meglio alle condizioni della Russia del tempo. I bolscevichi avevano, invece vinto facilmente perché avevano proposto l"utopia del tutto e subito. Il risultato fu il suo contrario e la fine delle illusioni. Il popolo ha bisogno di miti e di illusioni e si sbaglia, perché la realtà diventa spaventosa, insopportabile e mortale, diveva Unamuno. Ci fu una nuova guerra, la fame, la confisca del grano.Ed un terrore mai visto. Di tali sviluppi si rese conto ben presto l'ambasciatore italiano in Russia tra il 1917 e il 1918, che avvertì Roma delle intenzioni bolsceviche di firmare una pace separata con la Germania con probabili riflessi negativi sul fronte occidentale e in particolare in Italia. Non solo, egli cercò di comprendere il nuovo corso della storia russa e lavorò per il recupero di un rapporto dell'Italia con la Russia, dopo la rivoluzione.
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