Casalino Pierluigi
sabato 23 maggio 2020
1922. Dalla conferenza di Cannes a quella di Genova e la nascita dello spirito di Rapallo. Il ruolo dell'ambasciatore Tommasi della Torretta negli affari internazionali e nei rapporti italo russi.
A Sanremo si era cominciato a parlare della possibilità che Germania e Russia, le grandi escluse dalla conferenza di Versailles potessero essere riconsiderate nella prospettiva della ricostruzione economica del Vecchio Continente prostrato dalla Grande Guerra. Nel 1922 il problema divenne più acuto e fu posto all'ordine del giorno della conferenza di Cannes, senza tuttavia approdare ad un granché anche per il defilarsi,per motivi diversi, della Francia, organizzatrice del vertice. Il premier inglese Lloyd George, ben determinato a portare avanti il discorso, riuscì a riportare i lavori alla conferenza di Genova dello stesso anno dove Germania e Russia furono invitate. L'incontro si rivelò un vero fiasco, ma i due paria delle relazioni internazionali, Germania di Weimar e Russia sovietica conclusero a Rapallo un accordo separato dal resto della conferenza. I termini dell'intesa, noti come Rapallo Geist, sbloccarono la situazione, innestando il processo di rilancio economico anche del resto del mondo. L'urgenza di consentire alla Germania di pagare i debiti di guerra allargando le sue possibilità di intervento sul mercato russo, promossa dagli inglesi, dischiuse comunque le porte ai riconoscimenti diplomatici di molti stati europei e non della Russia bolscevica. Da segnalare in questo approccio, dopo l'ostilità occidentale del triennio 1917-1920 verso l'esperimento rivoluzionario russo, il lavoro intelligente e prudente dell'ambasciatore italiano Pietro Tommasi della Torretta, rappresentante del Regno d'Italia fino al 1918 in Russia, prima a San Pietroburgo e poi a Mosca. Tommasi della Torretta, già presente a Cannes insieme al presidente del consiglio italiano Bonomi, si adoperò con tatto e pazienza per un nuovo ordine economico da ricreare sulle rovine del primo conflitto mondiale. Il diplomatico italiano si distinse per la sua capacità di comprendere gli sviluppi rivoluzionari in Russia, forte di un'esperienza maturata in quel Paese, anche negli anni dell'ultimo zarismo. In quella circostanza Tommasi della Torretta si impegnò soprattutto per un incremento dei rapporti economici Italo russi. Nel 1911 il della Torretta si assicurò il formale nulla osta della Russia nei confronti della conquista italiana della Libia. Sospettoso in ogni caso delle iniziative dei bolscevichi, avvertì per tempo il governo italiano che i rivoluzionari avrebbero firmato una pace capitolarda con la Germania imperiale (liberando questa dal peso sostenuto sul fronte orientale), con riflessi negativi non solo sul piano degli equilibri bellici in atto, ma anche in relazione alla situazione interna dell'Italia. Fu oggetto di intimidazione da parte di attivisti massimalisti russi nell'esercizio delle sue funzioni diplomatiche. Nell'occasione, pur non venendo meno il suo spirito di mediazione, si rese subito conto della pericolosità del movimento comunista e delle sue mire totalitarie.
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