venerdì 27 febbraio 2015
mercoledì 25 febbraio 2015
martedì 24 febbraio 2015
domenica 22 febbraio 2015
ORIGINI ARABE DELL?EUROPA MODERNA. ASPETTI.
Muhammad ibn Abd al-Malik ibn Quzman nasce a Cordova nel 1078 ed è uno dei poeti arabo-andalusi più famosi, oltre che uno certamente dei più originali. Autore di poesia classica, ma anche di composizioni di contenuto e di forme innovative, soprattutto quelle delle zélejes. Caratteristiche di tali composizioni è il tipo di linguaggio coilloquiale, formulato secondo uno schema ritmico particolare:aaab cccb ddb, dove b fa rima ricorrendo ad un costante ritornello di una o due linee. Una sorta di "muwashashah". Lo stile di vita di Ibn Quzman è simile a quello dei trovatori provenzali, che sembra tuttavia ispirare. Il modo di vedere la vita e i suoi valori sono espressi dal poeta in questi melodiosi versi, unitamente ad u mix di idiomi, non escludendo, se pur occasionalmente, termini tratti da lingue romanze. Si manifestano così similitudini impressionanti tra stili e linguaggi diversi, tra l'arabo di Andalusia e il tardo vernacolo della lirica dei trovatori francesi e, sotto diversi aspetti, di altre aree romanze e non solo romanze in ambito europeo. Una raccolta importante dei poemi o "canzoniere" di Ibn Quzman è stata scoperta a San Pietroburgo nel 1881. Notevole è l'influenza esercitata sulla nascente lirica popolare in lingua romanza dal poeta arabo, sicuramente di sangue vandalo o visigoto, perché alto e biondo, come riferito dalle cronache del tempo, Analogamente ad Ibn Hazm, altro esponente di rilievo della cultura arabo-andalusa, Ibn Quzman antcipa la grande stagione della mistica iberica, anche quella ebraico-sefardita di visionari e spiriti esoterici o cabalistici, come Sadi Gaon, il filosofo Ibn Maimun (Maimonide), lo scrittore Ibn Zofara e poi Leone l'Ebreo in epoca più tarda. La poesia mistica di San Giovanni della Croce e di Santa Teresa de Avila rivivono questa tradizione gloriosa. Al pari della filosofia di Ibn Rushd (l'Averroè dei Latini), che è la premessa ispiratrice di un grande filone del pensiero europeo, il Diwan di Ibn Quzman contribuisce a formare la tradizione letteraria europea, ma anche a suscitare e creare quell'anima profonda del Vecchio Continente, di cui siamo fieri contro ogni minaccia fanatica.
Casalino Pierluigi, 22.02.2015
Casalino Pierluigi, 22.02.2015
LA PASSION POLITIQUE DE DANTE
La passion politique de Dante, sa polémique contre le pape et la corruption de la cour de Rome n'est peut-e^tre jamais aussi virulente qu'en Paradis. Et la grande idée de Dante, celle de la séparation de deux pouvoirs, celle d'un Empire aussi puissant, et aussi universel que le Papauté, s'incarne dans l'une des images plus forte de toute le poéme, celle de l'aigle céleste tout formé de rois, dont le voix unies sortent par le bec, disant:"Je" au lieu de "nous".
Casalino Pierluigi, 22.02.2015
Casalino Pierluigi, 22.02.2015
LA FEDE IN FORTEZZA
In ogni religione la spiritualità si manifesta attraverso forme di fuga dal mondo e dell'effimero per approfondire il significato nascosto del rapporto con l'eterno. Si generano forme di ascesi mistica e di contemplazione che richiedono la vita appartata, solitaria e da trascorrere nel silenzio della meditazione e nel lavoro. Così' hanno fatto i primi eremiti che lasciavano Gerusalemme, per stabilirsi nel deserto a contatto con la natura scarna e desolata di luoghi lontani dall'umanità distratta, confusa ed assordante. Nel solco della tradizione ebraica, i monaci cristiani hanno costruito i loro monasteri sui monti e in luoghi isolati. Non sempre l'ambiente naturale era in grado di proteggere le comunità in cerca di santità da predoni e da eserciti, da incursioni di sette integraliste ed eretiche. Per difesa nascono le chiese, i conventi, i templi fortificati. A volte bastavano delle cinte murarie, Spesso si doveva far uso di costruzioni simili a castelli con torrioni e percorsi di guardia. L'Europa continentale e le regioni mediterranee sia europee che nordafricane sono disseminate di costruzioni simili o segni di analogo significato difensivo e ieratico. Loreto, lo stesso vaticano, per citare la Cristianità, la cattedrale di Cefalù e altre ne sono esempi. Testimonianze di tale atteggiamento difensivo della fede e a tutela della riflessione e della contemplazione sono presenti anche nell''Islam,, infatti, in Iran, sull'Himalaya. Un bel libro di qualche anno fa di Peter Harris, tradotto in italiano per i tipi di Oscar Mondadori, propone, al riguardo, una mappa del fenomeno che si sviluppa nei secoli fino ai tempi piuttosto recenti. Fenomeno che rappresentò anche la salvezza di genti non altrimenti difendibili. Tra le mura di tali perimetri chiusi riuscì a fioritre la civiltà e l'arte, preservandole dalle minacce devastatrici di guerre e di altri flagelli come il fanatismo che spesso si genera in seno alle stesse religioni, prevaricandone il messaggio di pace.
Casalino Pierluigi, 22.02.2015
Casalino Pierluigi, 22.02.2015
sabato 21 febbraio 2015
IMMAGINARE IL FUTURO.
Leggi sul web gli articoli dello scrittore ligure Casalino Pierluigi, nativo di Laigueglia, sul futuro e sull'immaginare il futuro.
Casalino Pierluigi, 21.02.2015
Casalino Pierluigi, 21.02.2015
L'anima della memoria e la memoria, un oracolo che non si nasconde.
leggi sul web gli articoli sulla memoria dell'autore ligure Casalino Pierluigi, nativo di Laigueglia.
Casalino Pierluigi, 21.02.2015
Casalino Pierluigi, 21.02.2015
La demagogia sul falso in bilancio, dice Giuseppe, mette davvero il cappio al collo alle imprese. Così Giuseppe, che rilancia il titolo di un bellissimo e competente articoli di Sergio Soave su ITALIA OGGI di oggi, 21 febbraio 2015. Giuseppe sostiene, a spada tratta, che si tratta di una scelta miope che non va a vantaggio di nessuno, ma solo di campagne immotivate intese a suscitare audience....leggere per credere, conclude Giuseppe, et relata refero...Casalino Pierluigi, 21.02.2015
giovedì 19 febbraio 2015
COSCIENZA EUROPEA.
La coscienza europea è la consapevolezza della differenza dell'Europa come entità politica e morale rispetto agli altri continenti o gruppi di nazioni. La coscienza europea, come la coscienza nazionale, per usare una frase di Carlo Cattaneo, è come all'io degli ideologi che si accorge di sé nell'urto con il non-io. L'Europa ha sempre rappresentato lo spirito di libertà contro il dispotismo asiatico o orientale. Pur essendo già presente dall'Antichità, il concetto d'Europa e della sua unità culturale, sarà l'Umanesimo rinascimentale a proporre l'Europa dei letterati, degli uomini uniti nel culto dell'intelligenza, dei dotti, che apportano luce di civiltà là dove altrimenti sarebbe barbarie. D'altra parte la prima formulazione dell'Europa come di una comunità che ha caratteri specifici anche fuori dell'ambito geografico, e caratteri puramente "terreni, laici e non religiosi, è di Niccolò Machiavelli. L'Europa vuol dire molte virtù individuali. L'Oriente e l'Asia vogliono dire dispotismo: uno padrone,e tutti gli altri schiavi. E Machiavelli, ovviamente. è propenso per il sistema europeo. Questo è l'inizio della coscienza europea.
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
La più bella notizia di oggi, dice Giuseppe, è che il governo tedesco si spacca sulla pretesa di nuova austerità alla Grecia. Finalmente si apre un o spiraglio di buon senso che ci auguriamo porti ad una revisione dei trattati di Maastricht in termini solidaristici. L'Europa dei popoli, dunque, dice Giuseppe, e non dei banchieri...Et relata refero. Casalino Pierluigi, 19.02.2015
EFESTO
Era il dio greco del fuoco e dei fabbri, oltre che degli artigiani, figlio di Zeus (il Giove dei latini) e di Era (la Giunone dei latini). Poiché venne al mondo storpio, sua madre lo gettò giù dall'Olimpo. Nella sua fucina sotterranea fabbricava armi e strumenti preziosi, come lo scettro di Zeus, il carro dei Helios (il Sole) e l'egida (l corazza pettorale di Pallade Atena (la Minerva dei latini), ma anche scudi ed armi di eroi e semidei. I suoi aiutanti erano i ciclopi. E' il grande mago che forma con l'argilla Pandora e lega addirittura sua madre Era, con legami invisibili, ad un trono d'oro. Efesto era in origine un dio dell'Asia minore; sull'isola di Lemno era l'incarnazione del fuoco che scaturisce dalla terra. Il suo culto arrivò ad Atene alla fine del VI secolo precristiano. I romani lo identificarono con Vulcano. A lui si rifà anche il mito di Prometeo, che rubò il fuoco agli dei e lo portò agli uomini (vedi sul web IL MITO DI PROMETEO di Casalino Pierluigi, autore ligure, nativo di Laigueglia).
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
ECATE
Dea della mitologia greca, anche se presente pure nell'Italia antica, essendo legata al mito antico della Luna. Divinità proveniente dall'Asia Minore (Caria) non era conosciuta da Omero. Si trattava di una dea ctonia ed era la signora di tutti gli orrori notturni e anche della magia. La funzione di spettro è indicata dal suo soprannome Antea (avversaria); durante la sua caccia notturna (anche per questo collegata alla dea Artemide greca, cioè alla Diana dei latini, che da il nome a Diano Marina, in Liguria, detta anche Cinzia, divinità della Luna) poteva portare la rovina a chi la incontrava. Aveva serpi nei capelli, portava anche una fiaccola ed era circondata da cani ululanti. Nonostante tutto, il popolo l'amava; ad Atene aveva un piccolo altare davanti ad ogni casa. Ecate era considerata anche la dea dei trivii, e allora si chiamava Enodia o Triodis ed era raffigurata con tre teste e tre corpi. Con il nome Trivia giunse in Italia, dove comunque era già presente con altro nome o altri nomi, dove fu collegata ad un culto dei crocevia probabilmente più antico. Leggi su Sanremonews l'articolo dediato a Diano Marina dall'autore ligure Casalino Pierluigi, nativo di Laigueglia.
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
L'immagine di Fetonte
L'immagine di Fetonte che cade con il carro del Sole, dopo essere stato fulminato da Zeus (esempio dei temporali che si scatenano nella calura estiva, soprattutto a luglio) è secondo l'interpretazione allegorica medievale delle Metamorfosi di Ovidio, la rappresentazione di Lucifero ribellatosi Dio.
Leggi sul web gli articoli dell'autore ligure Casalino Pierluigi, nativo di Laigueglia, su Fetonte e il suo mito.
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
Leggi sul web gli articoli dell'autore ligure Casalino Pierluigi, nativo di Laigueglia, su Fetonte e il suo mito.
Casalino Pierluigi, 19.02.2015
FETONTE
Phaéton, "lo splendente", figlio del dio greco Helios, secondo altre fonti mitologiche, invece, di Apollo, ebbe dal padre il permesso di guidare per una volta il carro del sole; ma essendo assai debole per tenere a freno i focosi destrieri del sole, si avvicinò troppo alla terra, ma anche al cielo, provocando un grande incendio. Allora Zeus con un fulmine lo colpì e lo precipitò in un fiume (l'Eidano, cioè l'odierno Po), sulla cui sponda lo piansero le sue sorelle, le Eliadi, che furono trasformate per il loro dolore in alberi che stillavano ambra. Lo pianse anche Cicno, il re dei Liguri, che fu trasportato nell'universo per diventare una costellazione. Leggi di Casalino Pierluigi sul web "IL MITO DI POTENTE" su "in poche righe", Altervista, di Ennepilibri e altri articoli dedicati a Fetonte.
Casalino Pierlugi, 19.02.2015
Casalino Pierlugi, 19.02.2015
mercoledì 18 febbraio 2015
PLATONE E L'IMITAZIONE DELLA FILOSOFIA
Platone non è certo quel maestro intollerante che, per la sua condanna della tragedia, vuole bandire tutti i poeti dalla città ideale. Come spesso si scrive nei manuali di filosofia, la realtà è diversa e più complessa. L'anima platonica è, infatti, "mimetica" per natura. Ogni perfezionamento umano è, infatti, secondo Platone. una forma di imitazione di qualcosa di più elevato, una vera "cascata mimetica" che impone al buon governo di separare le immagini positive e dai simulacri perversi. Un adeguamento progressivo, dunque, alla filosofia e alla verità che ad essa si ispira. E' così che il rapporto tra Platone e ciò che appare non esprime un autoritarismo utopico, ma una profonda concezione della politica come educazione dell'anima. La fenomenologia del pensatore greco è direttamente proporzionale alla sua visione del mondo, nella quale riconduce gli uomini e le loro istituzioni. Un vera rappresentazione dell'arte del vivere.
Casalino Pierluigi, 18.02.2015
Casalino Pierluigi, 18.02.2015
martedì 17 febbraio 2015
PARTIRE
Partire e viaggiare, diceva Mani, l'antico saggio persiano, sono le due azioni che gli uomini compiono più di frequente. l'uomo già parte da sé stesso e viaggia nella sua anima, mentre viaggia nel cosmo, fin dalla sua origine. Ulisse e il suo mite ne sono una testimonianza indelebile. Così come le avventure dello spirito dei ricercatori della verità in ascesa verso la divinità, da Sant'Anselmo d'Aosta a Ibn Taymiyyah. Un percorso destinato a non finire mai. L'uomo è migrante per natura, per vocazione e in questo imita l'ambiente che lo circonda. La civiltà si basa su tale incessante movimento di singoli e di gruppi. L'idea di cosmopolitismo risale all'antichità: Greci, Fenici, Romani, filosofi stoici, monaci cristiani e buddhisti, sufi musulmani, navigatori del mare e del cielo, illuministi ne sono degli esempi. Esempi di come si sia sviluppata nei secoli la teoria degli spostamenti che, nel bene e nel male, ha finito per arricchire l'umanità nel suo complesso. Nell'ultimo millennio le migrazioni hanno cambiato il mondo, soprattutto la composizione etnica del pianeta. Dopo 60 mila anni di sviluppi separati dei diversi aggregati umani, si assiste al processo inverso, cioè a quello del confluire nuovamente nella famiglia umana originaria. Una corsa verso la coscienza globale del mondo, ma anche un modo per creare futuro, pur con i rischi del dilatarsi dei confini dell'ignoto.
Casalino Pierluigi, 17.02.2015
Casalino Pierluigi, 17.02.2015
lunedì 16 febbraio 2015
La Commedia e le sue fonti
La visione escatologica di Dante è spesso confrontata con altre analoghe concezioni ultramondane. In particolare la Divina Commedia viene paragonata con altri immaginari regni ultraterreni descritti in opere letterarie e religiose arabe, ma anche anteriori, come quelle ebraiche ed iraniche, come l'Avesta. L'ascensione di Dante e Beatrice, attraverso le sfere del Paradiso e quella del Profeta Maometto da Gerusalemme al trono di Dio, preceduta anch'essa da un viaggio notturno dalle dimore infernali verso la luce beatifica del cielo divino, si rivelano sorprendentemente affini. l'architettura stessa dell'oltretomba dantesco troverebbe dunque un illustre precedente nella tradizione musulmana. La mistica sufi musulmana e quella giudaico-medievale hanno contribuito, sempre accanto alla preponderante cultura ambientale cristiana a fornire spunti non marginali all'intuizione dantesca. Sull'argomento il dibattito aperto dagli inizi del XX secolo dallo spagnolo e sacerdote cattolico Asìn Palacios e proseguito con le proposizioni di numerosi studiosi quali il Cerulli e latri, trova ormai attenzione e considerazione anche presso le letterature accademiche del pensiero dantesco. In termini positivi e interessanti si è espressa, in proposito, la dantista italiana, scomparsa, Maria Corti, pur sottolineando la centralità dell'influenza cristiana sull'opera dell'Alighieri, non ha mancato di cogliere gli innegabili aspetti comuni tra il percorso della Commedia e i momenti salienti del viaggio notturno di Maometto (su questo argomento, si è espresso di recente anche Luciano Gargan, ritrovando una copia del Liber Scalae presso l'archivio medievale di un padre domenicano bolognese coevo di Dante). Tralasciando ogni ulteriore riferimento, proposto anche da chi scrive in altre occasioni sul web e su organi di stampa, gli studi della Corti gettano nuova luce sui possibili confronti tra Dante e l'Islam, e nello stesso tempo offrono nuove e più suggestive interpretazioni del generale e complesso rapporto tra la Commedia e le sue fonti.
Casalino Pierluigi, 16.02.2015
Casalino Pierluigi, 16.02.2015
Ai tempi di don Craviotto
1962. Seconda media, Salesiani di Alassio. Don Craviotto cerca di insegnare la costruzione del verbo latino videor, ma l'attenzione non pare eccessiva. Ad un tratto Don Craviotto esclama:tu, lì vicino, vai dal direttore e fatti imprestare il libro "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", portalo in classe e così lo leggiamo...Tutti giù a ridere. Trascorsa la parentesi amena, lo studio del verbo latino proseguì con successo. Fummo tutti promossi alla terza media. Era l'anno dei mondiali di calcio in Cile, dell'indipendenza dell'Algeria, et cetera et cetera...
Casalino Pierluigi, 16.02.2015
Casalino Pierluigi, 16.02.2015
domenica 15 febbraio 2015
Gli articoli dell'autore ligure Casalino Pierluigi, nativo di Laigueglia, anche su casalinopiewrluigi.bloog.it/ Mese per mese dal 2010 ad oggi. Leggi gli articoli di Casalino Pierluigi anche su IL VOLO DI ICARO, su Transfuturismo, su Nuova Oggettività e su Imperia New Magazine. Casalino Pierluigi, 15.02.2015
La cordata araba contro il Califfato. Era ora, dice Giuseppe, commentando favorevolmente la possibilità che alcuni paesi arabi siano partner in un eventuale conflitto contro i degeneri dell'ISIS. Un modo per riabilitare al meglio l'immagine del mondo arabo e alla fine anche dell'islam, quello moderato, se davvero esiste. Fin qui Giuseppe et relata refero. Casalino Pierluigi, 15.02.2015
All'Europa serve Obama per salvare la Grecia, ma anche per salvare sé stessa, dice Giuseppe, commentando con favore il bellissimo articolo di Luigi Zingales pubblicato da IL SOLE 24 ORE di oggi, 15 febbraio 2015. Davvero l'Europa ripercorre le nefaste vie di 101 anni fa - il ricordo è sanguinante, dice Giuseppe -ma per fortuna, come scrive Zingales, tutti hanno paura di perdere la faccia. Il ricchio di implosione dell'eurozona per colpa di una ottusa ricerca dell'austerità non ci deve proprio essere, conclude Giuseppe et relata refero. Casalino Pierluigi, 15.02.2015
sabato 14 febbraio 2015
DANTE E L'ISLAM: CONCLUSIONI
Il Duecento è un secolo particolare nella cultura europea, un secolo in cui l'Arabismo islamico e il Medioevo Cristiano vengono a contatto in molte regioni del Mediterraneo, in prevalenza in termini violenti e di sfida reciproca, ma anche in una proficua collaborazione. Un felice rapporto di esperienze civili ed umane tuttora insuperato, improntato alla trasmissione della cultura e alla ricerca del dialogo. Grazie alla civiltà araba il pensiero occidentale avvia con la nascita della Scolastica quel processo di approfondimento dei valori della ragione, che saranno alla base della modernità. Il ritorno in Occidente della filosofia greca, dopo il crollo dell'Impero Romano, con la mediazione della speculazione araba assicura lo sviluppo dell'idea stessa d'Europa e della sua capacità di influenzare con i suoi principi il resto del mondo. Si creano intanto centri di studio di richiamo universale, soprattutto nel Regno castigliano di Alfonso X il Savio e nella Sicilia di Federico II, dove la letteratura islamica viene studiata e tradotta in latino e nelle altre lingue volgari. Dante si inserisce ed opera in questo periodo e in tale contesto è assai probabile che il Sommo Poeta risenta della "moda musulmana", che aveva contagiato l'Europa da tempo, nella composizione della Divina Commedia e di altre sue opere minori. Si può quindi tornare a parlare, a ragion veduta, di un ricorrente tema, quello delle fonti arabo-spagnole della "mirabile visione" dell'Alighieri. Nessuno nega il carattere cristiano di quella che è considerata la più suggestiva, raffinata ed elevata costruzione lirica della letteratura europea. Il problema della fonte islamica della Commedia dantesca non mette certo in causa, infatti, l'originale ispirazione cristiana dell'opera, ma ci invita a studiare a che livello sia attribuibile all'Islam il capolavoro di Dante. La questione resta però la cartina tornasole dell'epoca in cui la cultura europea cristiana non era chiusa a quella musulmana. In altre parole, l'opera magna di Dante, oltre a riflettere la condizione politica, religiosa e culturale di Firenze e dell'Italia, ci svela che l'Europa era sotto l'egemonia della civiltà islamica, nel difficile tentativo di dar vita alla sua identità. L'orientalista spagnolo Asìn Palacios, prelato di vasta preparazione accademica, coglie gli elementi islamici della Commedia e li suddivide in tre gruppi. La narrazione dell'ascensione notturna di Maometto, come si dice"pace e benedizione a Lui"(Isra' e M'iraj), Corano XVII, 1 e LII, 1 e 8.e la tardizione profetica in particolare nelle compilazioni di Bukha'ri e Muslim (secolo IX) e anche le storie popolari e le opere letterarie. La letteratura islamica parla del Viaggio Notturno nel libro del mistico andaluso Ibn 'Arabi^ e dell'Epistola del Perdono di al- Ma'arri. Lo scritto di Palacios suscita al suo apparire una grande polemica negli ambienti accademici tradizionali, provocando divisioni laceranti, fino alla scoperta del testo francese del "Viaggio di Maometto". Gli studiosi scoprirono tuttavia che la "Escala di Mahoma" era già stato tradotto in lingua castigliana a metà del XIII secolo. La circostanza rappresentò una svolta. Da allora iniziò una fase nuova e più significativa, in grado di gettare più forte luce su un fenomeno unico ed irripetibile, quello delle fonti islamiche della Divina Commedia. I risultati di tale appassionata ricerca ha accertato che Dante è influenzato in misura rilevante da questo libro edsoterico, anche se da posizioni polemiche verso la mezzaluna. Ciò nondimeno Maria Corti e Luciano Gargan, più recentemente, hanno dimostrato gli inequivocabili legami tra il Liber Scalae e Dante, sia attraverso la corrente bolognese dell'avicennismo, sia da lavori toscani di ispirazione musulmana (vedi il Dittamondo di Fazio degli Uberti), sia direttamente tramite le fonti arabo-spagnole. Dante è comunque amiratore e tributario della grande filosofia arabo-islamica (e nella Commedia non mancano tracce averroistiche e ad avicenniane - la teoria della luce-), al pari di altri spiriti magni dell'Occidente latino. La Commedia resta in ogni caso sicuramente un'opera europea e cristiana, nata dopo una lunga fase di assimilazione e di riadattamento anche di elementi arabi. Su tali aspetti, dunque, si possono tirare delle conclusioni. Conclusioni che, a loro volta, aprono prospettive importanti nella generale esegesi dantesca. Oltre che a tenere aperto un dibattito di notevole livello culturale.
Casalino Pierluigi, 14.02.2015
Casalino Pierluigi, 14.02.2015
venerdì 13 febbraio 2015
MUHAMMAD 'S POLITICS
The biography of Muhammad presents his career as a remarkable combination of religion and politics, and his combination can fairly be seen as seen as the key to his success. He made little head way as a prophet until he became a successful politician; but at the same time, his political opportunity turned on his credential as a prophet. His religion and his politics were not two separate activities that came to be entangled, they were fused together, and fusion was expressed docrtinaally in the distinctive vocabulary of monotheist politics that pervades the Koran. The theme is quiet literally revolution, the triumph of the believers again the pervasive oppression of unbelief.
Casalino Pierluigi, 13.02.2015
Casalino Pierluigi, 13.02.2015
mercoledì 11 febbraio 2015
UN EROTISMO SINGOLARE
E' inutile insistere sulla fama del Kamasutra in tutto il mondo: si trova sotto questo titolo una raccolta delle innumerevoli posizioni per l'accoppiamento e dei consigli per far durare il piacere e variare le relative sensazioni. Etichette che richiamano il Kamasutra, opera indù del III secolo dopo Cristo, si trovano su una serie di prodotti, dalla cosmesi ai profumi, dagli unguenti all'abbigliamento intimo e ad altri accessori che non è il caso qui di ricordare. Nessuno però conosce veramente il libro, né ha potuto leggere nell'originale in lingua sanscrita o in traduzioni il testo e i suoi commenti. L'antico trattato, fratello del più o meno coevo Arthasastra di Kautilya, che si occupa delle posizioni e delle sensazioni del potere e del rapporto tra questo e gli esseri umani, fu tradotto per la prima volta in inglese nel 1883, in francese due anni più tardi e in tedesco solo nel 1897. Si scopre di volta in volta l'originalità dell'opera grazie alle continue, nuove edizioni di questa filosofia dell'erotismo indiano. Non ultima tra queste quella rilevante e articolata sotto il profilo di note, commenti e disegno storico, quella curata congiuntamente da Wendy Doniger, professore emerito dell'Università di Chicago, specialista di sanscrito e da Sudhir kakar, romanziere, psicanalista ed antropologo. Il discorso (Sutra) sul piacere (Kama), non si esaurisce solo nel sesso e in una guida degli itinerari per conoscerlo ed approfondirlo :Kama è una sfera fondamentale dell'esistenza, secondo la concezione indiana classica. La sfera del piacere comprende la sessualità come la poesia, il teatro, i profumi, la danza o la musica: ecco perché il dizionario del trattato non è osceno, né medico e né specialistico, ma ad un tempo fitto, preciso e ricco di immagini. In che cosa questo testo, che risale, come detto al III secolo dell'era cristiana, è specificamente indiano? "Gli Indiani di quel tempo non erano certo degli edonisti come gli antichi egizi o i romani o i greci di quello stesso periodo. Il Kamasutra difende una sorta di piacere sensibile, tra il desiderio fondato sull'istinto e la moralità inibitrice. Pur evocando l'istituzione matrimoniale, l'opera, tra il rosso di betel, simbolo della femminilità, ed il bianco, simbolo della mascolinità, si sofferma sulla ricerca del piacere. Richiama nella base teorica una diversificazione degli amplessi e della loro tipologia, ispirandosi ad accoppiamenti del mondo animale, per le caratteristiche descritte. Esso narra del regno di Eros in cui la natura necessita la cultura ed è indiano per spirito e contesto geopolitica ed etico. Il corpo viene descritto in un'unione più intima con l'anima nel quadro della conoscenza dell'universo. A differenza della visione erotica occidentale, piuttosto monca, tiene insieme le diverse anime dell'uomo, così come ci propone la tradizione artistica dell'India, che eleva a livelli mistici il rapporto tra maschio e femmina e coniuga i due aspetti nell'ascesi, in una felice concezione religiosa che esalta la nobiltà dell'uomo.
Casalino Pierluigi, 11.02.2015
Casalino Pierluigi, 11.02.2015
martedì 10 febbraio 2015
lunedì 9 febbraio 2015
THE RECEPTION OF IBN RUSHD (AVERROES) INTO DANTE ALIGHIERI'S PHILOSOPHY
Halfway through the Middle Ages, with equal gift of literary and philosophical genius, came the Italian philosopher-poet Dante Alighieri. In his Commedia, where Ibn Rush (Averoes is called the Commentator of Aristotle, of course) par excellence, he is held in high esteem, being placed in a circle reserved for greatest men of Science fom the Ancient World. In another of Dante's works, Convivio, where there are prevailing philosophical problems, some topics of clearly Averroist origin can be found. A special attention we must pay to Monarchia, because it can be described as political Averroism, although without the harsh of Marsilius. Besides the philosophical influence we must not forget Dante's political praxis. He agreed Averroes (Ibn Rushd) in his Commentary on the Anima.
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
AVERROES (IBN RUSHD) AND THE THEORY OF THE INTELLECT
The importance of the theory of the intellect as evolved from al-Kindi over al-Farabi^ and Avicenna (Ibn Sina^) to Averroes (Ibn Rushd) is clear from emphasis they place on its sovereign power in their political as well as in their discussion of ultimate happiness of the individual citizen.
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
THE OBJECTIVES OF THE KAUTILYAN STATE IN ANCIENT INDIA
In the history of Indian ancient political thought, the Kautilyan polity represents the most developed, though not the most typical, State, envisaged by the authors of the technical science of polity. It is therefore worth our while to consider her in the first place the domination tendencies and characteristics of his type of polity from the standpoint of its ultimate end. We have seen, to begin with, how Kautilya, while repeating the Arthasastra concept of the seven consituents of the State, conceives the King in effect to be the keystone of the political arch. The King's coercive authority is like wise held by author within proper limits to be the subjects. Kautilya further lays down a complete and integrate scheme of the King's education, while he discusses with his usual superior political objectives of the Kautilyan State are equally characteristic of the author's aiitude.
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
THE SPIRIT OF CHINESE FOREIGN POLICY
A psychocultural view of Chinese diplomacy. The Chinese diplomacy reflects the national self-image of Chinese statesmen. A serious study about historical Chinese view of diplomacy demonstrates how Confucianism, Taoism, Marxism and other cultural elements are the sources of national self-image and how traditional Peking diplomacy is a drama mainly serving to demostrate Chinese leaders determination to fulfil their national role. Chinese cultural psychology sets the "tempo" of Chinese diplomacy, and its maintained that the spirit of Chinese foreign policy lies in the pretension that the world can be right.
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
Casalino Pierluigi, on February, 9th, 2015
LA TEMPESTA DEL GIORGIONE
Se Giorgione può essere considerato il pittore più paradossale, sfuggente ed inquietante del Rinascimento, la Tempesta è senz'altro, tra i suoi dipinti, quello più discusso ed enigmatico. La sensualità che la Tempesta comunica rappresenta un'epifania del mistero, il cui messaggio è oggetto ancora oggi di profonda riflessione da parte dei critici e del pubblico spettatore.
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
Maimonide et la cabale.
Le ro^le joué par Maimonide dans l'histoire de l'autre branche importante de la pensée juive .- la cabale - est complexe et parfois intrigant. L'attitude de la plupart des cabalistes envers les écrits philosophique de Maimonide a été critiqueé, voir negative. Certains pourtant comptèrent parmi ses admirateurs les plus ardents. L'ésoterisme de Maimonide et l'émergence de la cabale, la mystique extique et la Guide des égarés sont les points importants des études de la conception maimonidienne. Maimonide se considerait lui-me^me comme le penseur capable de restaurer la tradition ésoterique juive perdue. Cette perception de la doctrine secrète du judaisme occupe une place centrale dans la Guide des égarés.
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
LA SICILIE ISLAMIQUE
Des nombreuses peuples qui constituent le patrimoine génetique et culturel de Sicilie moderne, aucun autant gravé sa memoire que les peuples de l'Islam. L'histoire politique, intellectuelle et artistique de la domination musulmane en Sicilie du IX au XI siècle aprés Jésus-Christ. Sous la domination normande qui lui succéda, les institutions furent profondément influencées par l'Islam. Quant à leur tour, les Hohenstaufens replacèrent les Normands, l'un de leurs objetifs essentiels et tout particulèrement de Frédéric II, fut de pervenir à un modus vivendi avec leurs sujets arabes. L'influence musulmane survécut donc longtemps à la période de domination arabe. De Sicilie via Italie, l'héritage intellectuel de l'Islam se transmit à l'Europe. Cet héritage est manifeste sous toutes ses formes, dont l'architecturale n'est pas la moindre.
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
IL MITO DI ARTEMIDE
Artemide (la Diana dei latini), figlia di Zeus e di Letona, era la dea della natura selvaggia e incontaminata e degli animali che la popolano. Era quindi la dea della caccia e della castità. Il suo aspetto era di divinità lunare e per tale ragione aveva una probabile origine orientale per le profonde e strette analogie con il pantheon femminile egizio, fenicio e mesopotamico. Spesso identificata, pertanto, con Selene ed Ecate, ebbe grande fortuna sul piano iconografico e cosmologico. Nelle vesti di Ecate ricordava l'egiziana Iside, così popolare anche durante l'antica Roma. Frequentemente scambiata con Persefone, dea degli inferi e degli abissi, era la divinità della magia e della stregoneria, degli spettri e delle ombre. Dea della notte e delle tenebre annunciava e simboleggiava la luna e le sue apparizione, evocandone i sortilegi e i chiarori nell'immensità dell'universo. Veniva prevalentemente rappresentata con una fiaccola in mano una muta di cani al seguito. All'alba della civiltà classica, per conseguenza, non designava altro che un aspetto della luna. Artemide, sorella di Apollo (o Febo, talvolta identificato con il Sole), secondo il mito classico, infatti, prendeva il nome di Ecate (letteralmente"che colpisce da lontano"), forse la luna nuova, invisibile: di qui il carattere misterioso e le connotazioni di questa dea. Fascino ed insidia di seduzione, il mito di Artemide, con il favore delle tenebre, attraversate dal raggio lunare, avvolge e coinvolge. Le sue proiezioni materne, peraltro, che evocano la dea Grande Madre o Istarte mediorientale, recuperano aspirazioni primordiali, trasfigurandone nella successiva tradizione cristiana della Madre di Cristo. L'eco della diva della notte e della sua magia resta, tuttavia, nelle demonologie femminili del Maghreb di altre aree limitrofe; oltre che nelle mai sopite immaginazioni fantastiche dell'eterno richiamo dell'oscurità e del mistero che la figura della donna suscita nelle antiche civiltà mediterranee e non solo mediterranee.
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
Casalino Pierluigi, 9.02.2015
domenica 8 febbraio 2015
sabato 7 febbraio 2015
Dante e la ragione.
Sembra che Dante abbia continuato a considerare la ragione, rappresentata da Aristotele e, in subordine, da Averroè (Ibn Rushd), tramite la mediazione di Sigieri di Brabante, una rilevante, se non la più importante, fonte di verità, persino in ordine ad argomenti di natura teologica. La citazione che il Sommo Poeta fa nel canto XXVI, 46-48, del Paradiso, è coerente con i passi del convivio che affidano alla ragione il potere di innalzare la mente verso la verità, fino al punto in cui è richiesta la guida dello Spirito Santo. La differenza tra il Convivio e il Paradiso è che il tema principale di Dante è il genere di verità che non è mai pienamente accessibile alla ragione.
Casalino Pierluigi, 7.02.2015
Casalino Pierluigi, 7.02.2015
Islam e magia
Profonda è l'emozione di Ibn Battuta, il grande viaggiatore arabo del XIV secolo, al suo ritorno a Tangeri, sua città natale, al punto di esclamare: "in questo mio Paese posso finalmente indossare i miei amuleti...." (E se c'è una terra che ancora ama la magia e l'esoterismo è proprio quel Marocco che del grande viaggiatore fu la patria). Un verso già uscito dalla penna del poeta persiano ayn al-Qudat, morto nel 1131, 525 dell'Egira, nel momento in cui, sentendosi vicino alla fine, dispera ormai di rivedere la sua patria. Un carattere comune della pratica e soprattutto della carica affettiva legata a tali piccoli oggetti a cui affidare desideri e speranze, invocandone la continua protezione contro ogni sorta di male o maleficio. Le iscrizioni degli amuleti (dall'arabo hamilat, "quella che porta") riportano sovente passi coranici, trascritti da uomini di religione. Ciò significa che il Corano, per radicali caratteristiche, è parola diretta di Dio onnipotente. Persino l'utilizzare lo stesso libro del Corano vale a preservare dal male e dalle influenze maligne e negative. le parole scritte sugli amuleti risentono della forza dei versi, anzi delle sure, del Libro Sacro. aldilà, però, della benedizione che l'oggetto assicura, prevale la forma di mediazione e di intercessione rappresentato da un "mago o da uno sciamano. Ci sono tipologie di magia "simpatica", per suscitare sentimenti al fine di favorire l'amore tra sposi, gravidanze, per impetrare ricchezza da Dio. Sempre nel timor di Dio. Si affermano rituali magici e spirituali codificati in un testo noto come "Chams al ma'arif al-kubra" ("Il sole delle più alte conoscenze"), che diventa un modello arabo-islamico accettabile. Ancora ai giorni nostri costituisce un documento assai consultato: un vero best-seller. Esiste accanto a queste pratiche benigne anche un altro filone magico, pervaso di stregoneria (sihr). Una realtà, peraltro, non considerata in assoluto contrasto con gli insegnamenti del Corano, che, invece, la collega al diavolo. Il ricorso alla magia può essere buono, mentre l'abuso, come sottolineano persino Ibn Khaldùn e lo stesso al-Ghazali, oltre a recare danni alla psiche e al corpo, oltre che alla casa e alla famiglia, si configura come un devastante asservimento alla magia nera, figlia del demonio. Il confine tra l'uso dei talismani e l'eccesso delle procedure magiche finisce, tuttavia, per essere sottile, troppo sottile, nella coscienza popolare, che si lascia trasportare generosamente verso queste forme esoteriche. L'opera "Risala" dello studioso malikita Ibn Abi zayd, morto nel 996, 386 dell'egira, pur ponendo un limite severo alle pratiche magiche nello spirito e nel rispetto dell'Islam, per evitare rischi al fedele e a chi disinvoltamente vi si dedica, in u certo senso finisce per legittimare la stregoneria. continuano a diffidare della magia, comunque, anche gli ulemna riformisti, tra i quali il celebre Ibn Taymiyya, studioso della perfezione morale. Lo stato della questione cambia nel mondo musulmano con la connessione tra conoscenze teoriche e pratiche di trasformazione del mondo, oltre che con il contatto con culture diverse. Gerbert d'Aurillac, il più grande intellettuale cristiano del X secolo, entra in relazione con la Spagna islamica e importa da quella società le arti magiche. Arti che vengono viste con con interesse, essendo supportate da modelli filosofici di ampio respiro, come quelli arabi, a differenza della magia di origine classica, Gerbert d'Aurillac, divenuto poi Papa Silvestro II, viene addirittura sospettato di eresia per tali inclinazioni verso la cultura araba. Il suo ritenere ammissibile la magia, desta infatti qualche dubbio circa la sua ortodossia di fede. Si pensa ancora oggi, tra l'altro, che nelle sue vene scorresse sangue arabo. E la circostanza non pare peregrina. Secondo testimonianze autorevoli, si fa di lui un rampollo di una grande famiglia andalusa. Ancora in fasce fu fatto sfuggire alle vendette dei nemici politici, fino a porlo in salvo sui gradini di un convento cristiano di Narbonne, nella Provenza. da dove iniziò la sua carriera di ecclesiastico illuminato ed eclettico. L'ambiguità tra razionale e irrazionale destano la curiosità del religioso, che, grazie ad una straordinaria apertura intellettuale, recepisce l'arabismo, non solo magico, e lo trasfigura nella visone salvifica cattolica. Una figura, quella di Papa Silvestro II, che esercita un ruolo unico ed originale, coniugando il lascito della Spagna musulmana con la nascente civiltà dell'europa moderna.
Casalino Pierluigi, 7.02,2015
Casalino Pierluigi, 7.02,2015
venerdì 6 febbraio 2015
La Francia non riduce la spesa sociale, compresa quella per la famiglia, mentre in Italia si taglia lo stato sociale. Mi sembra assurdo, dice Giuseppe, soprattutto in un tempo di crisi: questa sarebbe la lezione da dare alla Germania respingendo al mittente i suoi diktat dato che l'economia è fatta solo di dati teorici e due più due non fa veramente quattro. Ha ragione la Grecia a ribellarsi, sostiene Giuseppe. il debito è una fictio juris, solo una fictio juris. W l'America e il Giappone che se ne infischiano dei debiti e gettano il rigore alle ortiche! W l'Italia.Così Giuseppe. Et relata refero. Casalino Pierluigi, 6.02.2015
giovedì 5 febbraio 2015
E' ora di finirla! Ora basta, dice Giuseppe, ora basta con questi pregiudizi economici della Germania: lo volete capire che l'austerità è stato un colossale errore, un inganno tragico? Dalla crisi si esce spendendo e tanto, immettendo fiumi di denaro nell'economia punto e basta. Et relata refero. Casalino Pierluigi, 5.02.2015
mercoledì 4 febbraio 2015
lunedì 2 febbraio 2015
Croce e mezzaluna, occasioni mancate-
Fino al periodo delle crociate il mondo cristiano poco nulla sapeva dell'Islam, che restava una realtà oscura e sconcertante. Il primo intellettuale occidentale che studiò il Corano, o meglio criticarlo e confutarlo, fu l'abate di Clun y, Pietro il Venerabile. Il religioso, dopo aver compiuto un viaggio in Andalusia, pubblicò nel 1142 una traduzione latina del Libro Sacro dei musulmani. La Spagna islamica, come diceva Levi Provençal, nella sua monumentale opera dedicata alla presenza araba nella penisola iberica, rappresenta un caso straordinario di felice commistione religiosa e culturale, unico nella storia. Di quell'esperienza conserviamo vestigia di grande prestigio che confermano il grado elevato di civiltà raggiunto. La moschea di Cordova, riaperta al culto musulmano, in occasione di un importante colloquio interreligioso, la Alhambra ed soprattutto le opere dei grandi filosofi arabi ed ebrei, quali Ibn Rushd (Averroè) e Ibn Maimun (Maimonide) (entrambi originari di Cordova), città che diede i natali a Seneca, Marziale e ad altri grandi spiriti dell'antichità classica, il mistico persiano Avicenna (Ibn Sina^), ripropose l'analisi aristotelica e neoplatonica. Secondo Averroé (Ibn Rushd) la verità si trova tutta nel Corano, anche se secondo il filosofo berbero-andaluso tale testo si rivolge a tutti, grazie al suo messaggio universale. Tutti gli uomini, nella visione averroistica, sono dotati di ragione al punto di cogliere il senso delle verità superiori. L'interpretazione del Corano che Averroè ne fece, in chiave filosofica e giuridica, era finalizzata a questo scopo. Tali considerazioni rilanciarono il criterio del metodo negli studi filosofici. L'averroismo fu insegnato alla Sorbona nel XIII secolo e lo stesso San Tommaso d'Aquino individuò nella concezione aristotelica le basi adeguate per costruire una teologia cristiana che osserva e coniuga ad un tempo le esigenze della fede e della ragione. Il precipitare degli eventi storici, dalle crociate alla Reconquista della Spagna a spese dei Mori, dopo la caduta di Granada nel 1492 e più tardi l'avanzata turca con l'assedio e la presa di Costantinopoli e quindi con l'assedio della stessa Vienna nel 1529, l'incendio da parte del Papa del Corano e la condanna del libro anche da parte di Lutero, che lo definisce maledetto e menzognero, furono tutte circostanza che allargarono i fossati. Da allora si oppone un Islam superstizioso e perverso ad un Occidente illuminato. La colonizzazione e lo jihad hanno fatto il resto dando fuoco alle polveri. Malek Chabel, studioso algerino e docente universitario in Francia, già in tempi antecedenti ai fatti parigini del 2015, ha voluto ristabilire fiducia ed equilibrio in un dialogo che ha rischiato di precipitare da una non corretta lettura di un discorso di Papa Benedetto XVI. Chebel riconosce che il processo di integrazione delle categorie della ragione nell'Islam non è stato completato dopo il lavoro di Ibn Rushd (Averroè), rimanendo confinato nell'Islam intellettuale. La lettura critica del rapporto fede-ragione non è riuscito ad affermarsi compiutamente nel tempo dei filosofi medievali, nonostante diversi tentativi promossi dalle correnti più avanzate. I liberi pensatori di scuola mutzilita e ancora gli enciclopedisti musulmani del X secolo non ebbero fortuna nel portare avanti il discorso del rinnovamento dell'Islam nella modernità, che oggi viene respinto, attraverso letture faticose e faziose, strumentali e non meditate di quel messaggio. A parere di Chebel è più facile addestrare, purtroppo, un eversivo radicale, che formare un intellettuale. A questo proposito un altro pensatore arabo dei nostri giorni, il tunisino Mohammed Talbi esprime la speranza di un confronto basato sulla ragione e sulle cose, per evitare inutili, anacronistiche e grottesche guerre di religione. Casalino Pierluigi, 2.02.2015
IL VIAGGIO E I GIORNI
Il viaggio è l'immagine del cammino dell'uomo nelle regioni della propria anima, ma anche nella direzione dell'assoluto. L'epilogo del viaggio non è solo raggiunge l'ultima Thule, né il Giardino delle Esperidi o la lontana Cina, secondo la visione mistica dell'Islam sufi. Si viaggia nelle difficoltà del mondo, così come in analogia si percorrono i sentieri accidentati del nostro io, smarritosi nel tentativo di recuperare l'originaria identità perduta, attraverso le dure prove del'esistenza e dell'esperienza. In altri termini nel silenzio si coglie il significato delle nostre tristezze e delle nostre speranze, per continuare a guardare avanti: per crescere, cioè, nella nostra umanità. Il viaggio rappresenta, pertanto, l'itinerario obbligato verso il regno della libertà, della coscienza e/o della conoscenza piena di sé sulla via difficile che si snoda lungo il regno oscuro della necessità. E il viaggio (ogni tipo di viaggio) evoca lo sforzo di muoversi, di passare, di peregrinare, di ascendere, di affrontare i rischi del vivere e le incognite del tempo, anche di migliorare e vincere le asprezze del nostro io:partire è lasciare qualcosa per perderlo o ritrovarlo, per riscoprire il senso della vita. La vita è immagine del viaggio: questa è la concezione dantesca, ma è anche una concezione antica. Quando uno torna dopo l'esperienza di un viaggio è come recuperare i propri inizi, ritornare nella culla dell'essere primordiale; è come rivisitare le radici, riconoscerne i significati profondi, ancestrali. L'irresistibile spinta a cercare l'ignoto, a comprendere ragioni dell'esistere e del volare oltre l'orizzonte visibile. Il viaggio supera la sottile linea di confine tra l'universo visibile e l'aldilà dell'uomo, per affacciarsi sul mistero delle cose. Guardare indietro, non secondo la fallace illusione di Orfeo, ma rientrare nell'abbraccio verginale dell'inizio. Più ci si allontana dai condizionamenti della necessità, più si comprende il valore della libertà. Il momento della libertà è il momento dell'autenticità: solo allora si comprende che anche il male è il frutto della mancanza di aspirazione alla libertà: ciò significa non crescere. Si resta quindi legati alle piccole questioni quotidiane e non si spinge lo sguardo in avanti verso il regno della libertà. La libertà è dunque al centro del pensiero. Il colore del pensiero è la descrizione delle cose e delle persone intorno a noi: è come vediamo e costruiamo la realtà nell'ottica della nostra Weltanschauung. Riflettiamo, mentre ammiriamo la natura e le sue tinte armoniose: e creiamo in tal caso mondi o ricreiamo ambienti e sensazioni lontane. Sottili similitudini. Ed è pure un fine sentimento quello che lega il viaggiare al muoversi dei giorni, al coglierne le similitudini con il passaggio nella vita. Nella vita si passa e vivere è navigare, percorrere un sentiero battuto dal vento, solcare un mare in tempesta; nell'esistenza si passa, come un'effimera parabola che salee poi scende, che lascia soltanto una traccia. Il viaggio si sviluppa, si articola e si conclude, mentre tu ti muovi e ti sposti da un punto ad un altro, segnando una linea invisibile, impercettibile, sconosciuta anche a noi stessi. Chi è l'uomo? Cos'è l'uomo dunque senza tutto questo?.
Casalino Pierluigi, 2.02.2015
Casalino Pierluigi, 2.02.2015
IL SENSO DELLA STORIA
Diceva Seneca che il tempo porta sempre alla luce la verità. Il rapporto con la storia non può infatti essere dogmatico, ma dialettico. Anche la storia vive di sensibilità, perché no anche di sensibilità, forse di passionalità! Spesso la storia ( e oggi anche quella che si chiama) è ciò che si mangia, ciò che si pensa di noi stessi e degli altri. Talora è il frutto di aspirazioni e di immaginazioni: gli interessi dei popoli non mutano mai, come il loro modo di fare cultura, di trattare di economia, arte, musica, di leggere la realtà, di interpretare il mondo. Il poeta traduce in versi il senso della storia, di questa o di quella nazione. Il senso di appartenenza fa storia e rilancia le identità sul quadrante delle vicende del mondo l'amore e i suoi significati. Prevale su tutto comunque la concupiscentia dominandi teorizzata da Adler. Anzi essa è l'esito finale di tutto il resto, la conclusione di ogni diversa origine. Con un duplice contemporaneo e spesso antitetico valore della storia, comunque, raccogliere e interpretare, respingere e non favorire il confronto e la reciproca conoscenza tra le persone e i popoli. Dal XV secolo .C. l'Europa entra nella globalità. Non è che non ci sia stata prima, ma ora cambia la sua relazione con l'universalità. Gli imperi coloniali non sono solo dominio, tuttavia, ma, nell'ottica globale, per ripetersi, sono anche qualcosa di nuovo ed apprezzabile. Si da per scontato che esiste solo la storia dell'Occidente e la sua superiorità. Non esiste un solo passato. Venendo a contatto con altri magari imponendosi ad essi si generano nuovi piani di civiltà. Viene in mente la compossibilità delle prospettive concepita da Arnold Toynbee. Tendenze nuove della e nella storia. Sul concetto di impero si è già detto molto. L'impero si apre dunque alla globalità ed esalta le particolarità in seno all specificità. Un impero, quello dei paesi occidentali, è per lo più qualcosa di elevato e rivoluzionario, perché resuscita nel contrasto aspirazioni soffocate e mostra che qualche altro impero si è suicidato prima di vivere il suo ruolo di naturale parte del tutto. Le élites non precedono le collettività, ma il contrasto che si verifica. Cina e India hanno ritrovato il loro senso di porsi e di proporsi. Le due grandi civiltà sembrano già riprendere senza problemi la via interrotta, rinnovando ilsignificatodel loro messaggio e superando i limiti del loro passato.
Casalino Pierluigi, 2.02.2015
Casalino Pierluigi, 2.02.2015
domenica 1 febbraio 2015
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