Il Duecento è un secolo particolare nella cultura europea, un secolo in cui l'Arabismo islamico e il Medioevo Cristiano vengono a contatto in molte regioni del Mediterraneo, in prevalenza in termini violenti e di sfida reciproca, ma anche in una proficua collaborazione. Un felice rapporto di esperienze civili ed umane tuttora insuperato, improntato alla trasmissione della cultura e alla ricerca del dialogo. Grazie alla civiltà araba il pensiero occidentale avvia con la nascita della Scolastica quel processo di approfondimento dei valori della ragione, che saranno alla base della modernità. Il ritorno in Occidente della filosofia greca, dopo il crollo dell'Impero Romano, con la mediazione della speculazione araba assicura lo sviluppo dell'idea stessa d'Europa e della sua capacità di influenzare con i suoi principi il resto del mondo. Si creano intanto centri di studio di richiamo universale, soprattutto nel Regno castigliano di Alfonso X il Savio e nella Sicilia di Federico II, dove la letteratura islamica viene studiata e tradotta in latino e nelle altre lingue volgari. Dante si inserisce ed opera in questo periodo e in tale contesto è assai probabile che il Sommo Poeta risenta della "moda musulmana", che aveva contagiato l'Europa da tempo, nella composizione della Divina Commedia e di altre sue opere minori. Si può quindi tornare a parlare, a ragion veduta, di un ricorrente tema, quello delle fonti arabo-spagnole della "mirabile visione" dell'Alighieri. Nessuno nega il carattere cristiano di quella che è considerata la più suggestiva, raffinata ed elevata costruzione lirica della letteratura europea. Il problema della fonte islamica della Commedia dantesca non mette certo in causa, infatti, l'originale ispirazione cristiana dell'opera, ma ci invita a studiare a che livello sia attribuibile all'Islam il capolavoro di Dante. La questione resta però la cartina tornasole dell'epoca in cui la cultura europea cristiana non era chiusa a quella musulmana. In altre parole, l'opera magna di Dante, oltre a riflettere la condizione politica, religiosa e culturale di Firenze e dell'Italia, ci svela che l'Europa era sotto l'egemonia della civiltà islamica, nel difficile tentativo di dar vita alla sua identità. L'orientalista spagnolo Asìn Palacios, prelato di vasta preparazione accademica, coglie gli elementi islamici della Commedia e li suddivide in tre gruppi. La narrazione dell'ascensione notturna di Maometto, come si dice"pace e benedizione a Lui"(Isra' e M'iraj), Corano XVII, 1 e LII, 1 e 8.e la tardizione profetica in particolare nelle compilazioni di Bukha'ri e Muslim (secolo IX) e anche le storie popolari e le opere letterarie. La letteratura islamica parla del Viaggio Notturno nel libro del mistico andaluso Ibn 'Arabi^ e dell'Epistola del Perdono di al- Ma'arri. Lo scritto di Palacios suscita al suo apparire una grande polemica negli ambienti accademici tradizionali, provocando divisioni laceranti, fino alla scoperta del testo francese del "Viaggio di Maometto". Gli studiosi scoprirono tuttavia che la "Escala di Mahoma" era già stato tradotto in lingua castigliana a metà del XIII secolo. La circostanza rappresentò una svolta. Da allora iniziò una fase nuova e più significativa, in grado di gettare più forte luce su un fenomeno unico ed irripetibile, quello delle fonti islamiche della Divina Commedia. I risultati di tale appassionata ricerca ha accertato che Dante è influenzato in misura rilevante da questo libro edsoterico, anche se da posizioni polemiche verso la mezzaluna. Ciò nondimeno Maria Corti e Luciano Gargan, più recentemente, hanno dimostrato gli inequivocabili legami tra il Liber Scalae e Dante, sia attraverso la corrente bolognese dell'avicennismo, sia da lavori toscani di ispirazione musulmana (vedi il Dittamondo di Fazio degli Uberti), sia direttamente tramite le fonti arabo-spagnole. Dante è comunque amiratore e tributario della grande filosofia arabo-islamica (e nella Commedia non mancano tracce averroistiche e ad avicenniane - la teoria della luce-), al pari di altri spiriti magni dell'Occidente latino. La Commedia resta in ogni caso sicuramente un'opera europea e cristiana, nata dopo una lunga fase di assimilazione e di riadattamento anche di elementi arabi. Su tali aspetti, dunque, si possono tirare delle conclusioni. Conclusioni che, a loro volta, aprono prospettive importanti nella generale esegesi dantesca. Oltre che a tenere aperto un dibattito di notevole livello culturale.
Casalino Pierluigi, 14.02.2015
Casalino Pierluigi, 14.02.2015
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