Sembra che Dante abbia continuato a considerare la ragione, rappresentata da Aristotele e, in subordine, da Averroè (Ibn Rushd), tramite la mediazione di Sigieri di Brabante, una rilevante, se non la più importante, fonte di verità, persino in ordine ad argomenti di natura teologica. La citazione che il Sommo Poeta fa nel canto XXVI, 46-48, del Paradiso, è coerente con i passi del convivio che affidano alla ragione il potere di innalzare la mente verso la verità, fino al punto in cui è richiesta la guida dello Spirito Santo. La differenza tra il Convivio e il Paradiso è che il tema principale di Dante è il genere di verità che non è mai pienamente accessibile alla ragione.
Casalino Pierluigi, 7.02.2015
Casalino Pierluigi, 7.02.2015
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