Il viaggio è l'immagine del cammino dell'uomo nelle regioni della propria anima, ma anche nella direzione dell'assoluto. L'epilogo del viaggio non è solo raggiunge l'ultima Thule, né il Giardino delle Esperidi o la lontana Cina, secondo la visione mistica dell'Islam sufi. Si viaggia nelle difficoltà del mondo, così come in analogia si percorrono i sentieri accidentati del nostro io, smarritosi nel tentativo di recuperare l'originaria identità perduta, attraverso le dure prove del'esistenza e dell'esperienza. In altri termini nel silenzio si coglie il significato delle nostre tristezze e delle nostre speranze, per continuare a guardare avanti: per crescere, cioè, nella nostra umanità. Il viaggio rappresenta, pertanto, l'itinerario obbligato verso il regno della libertà, della coscienza e/o della conoscenza piena di sé sulla via difficile che si snoda lungo il regno oscuro della necessità. E il viaggio (ogni tipo di viaggio) evoca lo sforzo di muoversi, di passare, di peregrinare, di ascendere, di affrontare i rischi del vivere e le incognite del tempo, anche di migliorare e vincere le asprezze del nostro io:partire è lasciare qualcosa per perderlo o ritrovarlo, per riscoprire il senso della vita. La vita è immagine del viaggio: questa è la concezione dantesca, ma è anche una concezione antica. Quando uno torna dopo l'esperienza di un viaggio è come recuperare i propri inizi, ritornare nella culla dell'essere primordiale; è come rivisitare le radici, riconoscerne i significati profondi, ancestrali. L'irresistibile spinta a cercare l'ignoto, a comprendere ragioni dell'esistere e del volare oltre l'orizzonte visibile. Il viaggio supera la sottile linea di confine tra l'universo visibile e l'aldilà dell'uomo, per affacciarsi sul mistero delle cose. Guardare indietro, non secondo la fallace illusione di Orfeo, ma rientrare nell'abbraccio verginale dell'inizio. Più ci si allontana dai condizionamenti della necessità, più si comprende il valore della libertà. Il momento della libertà è il momento dell'autenticità: solo allora si comprende che anche il male è il frutto della mancanza di aspirazione alla libertà: ciò significa non crescere. Si resta quindi legati alle piccole questioni quotidiane e non si spinge lo sguardo in avanti verso il regno della libertà. La libertà è dunque al centro del pensiero. Il colore del pensiero è la descrizione delle cose e delle persone intorno a noi: è come vediamo e costruiamo la realtà nell'ottica della nostra Weltanschauung. Riflettiamo, mentre ammiriamo la natura e le sue tinte armoniose: e creiamo in tal caso mondi o ricreiamo ambienti e sensazioni lontane. Sottili similitudini. Ed è pure un fine sentimento quello che lega il viaggiare al muoversi dei giorni, al coglierne le similitudini con il passaggio nella vita. Nella vita si passa e vivere è navigare, percorrere un sentiero battuto dal vento, solcare un mare in tempesta; nell'esistenza si passa, come un'effimera parabola che salee poi scende, che lascia soltanto una traccia. Il viaggio si sviluppa, si articola e si conclude, mentre tu ti muovi e ti sposti da un punto ad un altro, segnando una linea invisibile, impercettibile, sconosciuta anche a noi stessi. Chi è l'uomo? Cos'è l'uomo dunque senza tutto questo?.
Casalino Pierluigi, 2.02.2015
Casalino Pierluigi, 2.02.2015
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