lunedì 2 febbraio 2015

IL SENSO DELLA STORIA

Diceva Seneca che il tempo porta sempre alla luce la verità. Il rapporto con la storia non può infatti essere dogmatico, ma dialettico. Anche la storia vive di sensibilità, perché no anche di sensibilità, forse di passionalità! Spesso la storia ( e oggi anche quella che si chiama) è ciò che si mangia, ciò che si pensa di noi stessi e degli altri. Talora è il frutto di aspirazioni e di immaginazioni: gli interessi dei popoli non mutano mai, come il loro modo di fare cultura, di trattare di economia, arte, musica, di leggere la realtà, di interpretare il mondo. Il poeta traduce in versi il senso della storia, di questa o di quella nazione. Il senso di appartenenza fa storia e rilancia le identità sul quadrante delle vicende del mondo l'amore e i suoi significati. Prevale su tutto comunque la concupiscentia dominandi teorizzata da Adler. Anzi essa è l'esito finale di tutto il resto, la conclusione di ogni diversa origine. Con un duplice contemporaneo e spesso antitetico valore della storia, comunque, raccogliere e interpretare, respingere e non favorire il confronto e la reciproca conoscenza tra le persone e i popoli. Dal XV secolo .C. l'Europa entra nella globalità. Non è che non ci sia stata prima, ma ora cambia la sua relazione con l'universalità. Gli imperi coloniali non sono solo dominio, tuttavia, ma, nell'ottica globale, per ripetersi, sono anche qualcosa di nuovo ed apprezzabile. Si da per scontato che esiste solo la storia dell'Occidente e la sua superiorità. Non esiste un solo passato. Venendo a contatto con altri magari imponendosi ad essi si generano nuovi piani di civiltà. Viene in mente la compossibilità delle prospettive concepita da Arnold Toynbee. Tendenze nuove della e nella storia. Sul concetto di impero si è già detto molto. L'impero si apre dunque alla globalità ed esalta  le particolarità in seno all specificità. Un impero, quello dei paesi occidentali, è per lo più qualcosa di elevato e rivoluzionario, perché resuscita  nel contrasto aspirazioni soffocate e mostra che qualche altro impero si è suicidato prima di vivere il suo ruolo di naturale parte del tutto. Le élites non precedono le collettività, ma il contrasto che si verifica. Cina e India hanno ritrovato il loro senso di porsi e di proporsi. Le due grandi civiltà sembrano già riprendere senza problemi la via interrotta, rinnovando ilsignificatodel loro messaggio e superando i limiti del loro passato.
Casalino Pierluigi, 2.02.2015

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