Casalino Pierluigi
mercoledì 8 aprile 2020
Quale senso della Divina Commedia?
Secondo il senso strettamente letterale, la Divina Commedia è il racconto, fatto in persona, del poeta stesso, di un viaggio da lui intrapreso sensibilmente per i tre regni dei morti, inferno, purgatorio e paradiso. Viaggio che, cominciato il 25 marzo o, come vogliono altri, l'8 aprile del 1300, durò, stando alla più comune opinione, sette giorni; e cioè, un giorno e una notte per l'inferno, un giorno e una notte per passare dall'inferno al purgatorio, per tre giorni e tre notti per salire la montagna del Purgatorio, forse poco più della metà di un giorno per il paradiso terrestre., mentre il rimanente per cieli e pel paradiso terrestre, ove il tempo è più oscuramente indicato. Circa la struttura dell'universo Dante segue generalmente le opinioni degli scienziati e dei teologi del suo tempo. Il globo terracqueo, è eterno solo nella sua materia, ma è contingente e corruttibile nella forma, che ha ricevuto non direttamente da Dio, sebbene dal perpetuo girare delle sfere celesti mosse dai cori angelici, sotto l'influenza delle quali si sono prodotti gli elementi e tutti i corpi che da essi risultano. Il globo terracqueo dunque,con tutto ciò che contiene, non è opera di Dio, ma della natura e perciò non è eterno. La discendenza di Adamo peraltro è eterna essa medesima, compreso il corpo che alla fine dei secoli risorgerà. In questa visione teleologica e teologica in cui Dante immerge la Commedia risiede il senso profondo dell'opera, un senso che va ben oltre il suo mero senso letterale
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