sabato 31 gennaio 2015
Oggi, 31 gennaio, si celebra e si riocrda San Giovanni Bosco, non solo per la sua santità, ma anche e soprattutto per la sua capacità di operare nel sociale. Santità e socialità, peraltro, non sono disgiunte e rivestono carattere di estrema attualità. L'attuale crisi richiede la presenza di gente illuminata come Don Bosco. Casalino Pierluigi, 31.01.2015
giovedì 29 gennaio 2015
mercoledì 28 gennaio 2015
martedì 27 gennaio 2015
lunedì 26 gennaio 2015
IL SEGRETO DEL VIAGGIO
Ogni cosa ricorda emozioni e memoria. Il viaggio è uno stato d'animo che si forma mentre attraversiamo l'universo che ci circonda e che vive anche dentro di noi. E' l'esperienza maturata nell'itinerario dell'esistenza. Un sottile confine separa l'esterno e l'interno, il reale e l'immaginario o l'immaginato. La regione sconosciuta cede a quella sconosciuta, ma il tratto che unisce le due aree della conoscenza è breve, invisibile, misterioso, inquietante. Si viene traghettati da una dimensione all'altra, forse un ritorno al passato, non di rado al futuro. Ci sono momenti in cui pensiamo veramente di venire da lontano, dal dopo, perché il dopo è il fine a cui tendiamo, la perfezione e l'insieme integrale che rappresenta la nostra dignità e identità. Pensiero e movimento si rincorrono e si intrecciano. Il viaggio è una condizione di perenne provvisorietà nella prospettiva del ritorno all'origine, inizio e fine del tempo e dello spazio. Un'anfora segreta e senza limiti raccoglie il tutto, la totalità dei mondi. Tra sensibilità e intuizione, tra fantasia e sensazioni, il percorso della nostra vita si snoda per un sentiero accidentato e irregolare. Il viaggio è la vita, il significato del viaggio è il suo scopo invisibile, la meta verso cui si tende, il passaggio verso il completamento e il recupero di sé. Smarrirsi e poi ritrovarsi: ecco l'esperienza della vita, che richiama il viaggio. Concetto nato dall'intuizione dantesca, ma che si rinviene anche in altre esperienze spirituali e letterarie, un anticipo della descrizione della geografia del viaggio contestuale all'analisi interiore del tragitto dell'esistenza umana. Ibn Battuta è campione di questo parallelo cammino nei due regni non necessariamente separati dell'io e del suo esterno. I ricordi dei nostri viaggi ci accompagnano nel più lungo viaggio della vita e i diversi viaggi raffigurano già la via dell'uomo. Il viaggiatore di Tangeri unisce nella sua singolare esperienza viaggio e viaggi. Egli vive l'ansia insopprimibile di un destino senza fine: la ricerca di sé nei sentieri della vita. Da sempre si viaggia: nascere è cominciare un viaggio, morire è concludere per ricominciare, anzi per cominciare il vero viaggio nelle regioni misteriose dell'altro da sé, oltre il sipario del tempo: si allarga l'orizzonte visibile aldilà del misurabile e del tangibile. Si viaggia nel cosmo mentre si viaggia in sé stessi. Si viaggia in una stanza, come si viaggia lontano da essa, si viaggia nel presente, come nel tempo a venire. Viaggiare è sognare, sognare è viaggiare, secondo la visione ideale di Luciano di Samosata o di Pedro Calderon de la Braca, e sognare è vivere, soprattutto vivere. Per ritrovare sé stessi non basta, tuttavia, un viaggio, ma senza un viaggio non si coglie e non si comprende il senso del vivere, il significato ultimo dell'esistere. Scrivendo si riassapora l'atmosfera del passato, ci si inoltra nell'incognita del futuro: un modo per viaggiare nell'essenza dell'umanità. Chi scrive fa memoria di sé e delle cose vissute, traccia una linea che poi si incurva e chiude l'intero disegno dell'avventura umana, un sentiero che giunge al suo culmine, al suo capolinea. Vivere è scrivere, scrivere è anche vivere, lasciare tracce di vita è già scrivere, vivere è creare, creare è anche vivere e vivere è viaggiare. Il segreto dell'uomo è tutto in un viaggio, il suo difficile viaggio di avvicinamento all'eterno. Riparte di là un altro viaggio, però, ancor più incerto ed arcano.
Casalino Pierluigi, 26.01.2015
Casalino Pierluigi, 26.01.2015
domenica 25 gennaio 2015
DALLA GRECIA, PATRIA DELLA DEMOCRAZIA, dice Giuseppe, VERRA' LO SCHIAFFO ALLA GERMANIA PREPOTENTE. LA COMMEDIA E' FINITA, aggiunge il divo Giuseppe, ED E' GIUNTA L'ORA FINALENTE DI LEVARE LA MASCHERA E DI DIRE LA VERITA'. IL RIGORE HA FALLITO E ANZI HA CREATO DANNI PEGGIORI! BISOGNA RIFONDARE L'EUROPA, conclude Giuseppe, ed il momento è arrivato! Et relata refero. Casalino Pierluigi, 25.01.2015
KRUGMAN VA GIU' DURO, ANCORA UNA VOLTA CON RAGIONE
Giuseppe, il divo Giuseppe, sempre lui esalta Krugman e il suo articolo pubblicato anche da Il Sole 24 Ore di oggi, domenica 25 gennaio 2015: IL SUD EUROPA PAGA PER AVER RISPETTATO LE REGOLE. Leggetelo, dice Giuseppe, e capirete quale commedia si sia recitata e quale medicina inappropriata e deleteria sia stata propinata all'Italia e all'Europa con l'ottusa politica dell'austerità made in Germany. Finalmente tutti lo hanno scoperto, compreso il nostro Renzi, aggiunge Giuseppe, che davvero non sopporta più che si parli di rigore, un rigore sbagliato e senza senso che conduce solo alla miseria. Così Giuseppe. Et relata refero.
Casalino Pierluigi, 25.01.2015
Casalino Pierluigi, 25.01.2015
mercoledì 21 gennaio 2015
lunedì 19 gennaio 2015
DANTE TRA ISLAM E MEDIOEVO
Affrontiamo di nuovo un tema controverso ed affascinante, quello del confronto tra Dante e l'Islam, rilanciato di recente da Maria Corti e da Luciano Gargan con testimonianze di grande attendibilità scientifica. In altri termini la questione delle fonti islamiche della Divina Commedia, su cui non sono mancati interventi anche da parte di chi scrive e non solo sul web. Una nuova traduzione, ma ce ne sono altre e non soltanto in lingua italiana, per i tipi della NUE di Einaudi del "Viaggio Notturno" di Maometto ripropone considerazioni e riflessioni su un argomento che non cessa di appassionare la critica dantesca (anche la Bologna avicenniana fu ponte verso Dante di idee arabo-islamiche). A poco meno di un secolo da quando lo spagnolo Asìn Palacios, sacerdote cattolico e arabista, publicò per la prima volta un rivoluzionario testo di analisi delle fonti islamiche della Commedia. "La escatologia musulmana en la Divina Comedia", il dibattito è sempre più aperto ed interessante,se pur ormai avviato a sicure certezze. Trent'anni dopo la pubblicazione del libro di Palcios, nel 1949, veniva alla luce dai fondi della Biblioteca Vaticana, a cura dello studioso italiano Enzo Cerulli, un testo arabo nella versione latina perfezionata nel XIII secolo su impulso di Alfonso il Savio di Castiglia, intitolato "Liber Scalae", nel quale viene ripreso il racconto del "mi'rag", la misteriosa ascensione notturna del Profeta Maometto. La narrazione, elegante e ricca di tensione spirituale, mostra sorprendenti analogie con l'opera dantesca. Non è infatti improbabile che Dante abbia conosciuto il Liber Scalae (anzi ne attinse dall'archivio di un domenicano bolognese, secondo Luciano Gargan, 2015), tramite soprattutto il suo maestro Brunetto Latini, che aveva trascorso un lungo periodo presso la corte dello stesso Alfonso. All'allievo non poteva sfuggire questo aspetto della cultura islamica, data la sua famigliarità con autori arabi di grande spessore e notorietà, in particolare Ibn Rushd (l'Averroè latino), che colloca al Limbo, salvandoli dal'Inferno, per rispetto nei confronti della loro grande autorità e universalità di pensiero. Contrariamente a Maometto, che Dante precipita all'Inferno come eretico cristiano, per aver procurato disordine nella comunità dei credenti. Del resto il Cerulli prima e Maria Corti poi e da ultimo lo stesso Gargan, dimostrarono con attento lavoro la diffusione del Liber Scalae in tutto il mondo occidentale. In Italia si ricordano, tra gli altri, Ricoldò da Montecroce e il celebre Fazio degli Uberti, che, peraltro, si rifacevano a fonti ancor più anteriori dello stesso testo esoterico islamico. Un capitolo importante di tale diffusione resta, comunque, quello attinente i testi minori musulmani relativi ai viaggi nel regno dei morti, tra i quali si distingue lo studio compiuto al riguardo di Goffredo di Viterbo (1186) sulla vita di Maometto. Sensazionali sono i raffronti con Dante. Il Cerulli colma, in proposito, alcune lacune del Palacios e aggiunge nuovi spunti sulle analogie tra l'opera del Sommo Poeta e le costruzioni escatologiche musulmane. Le tre voci che ostacolano il viaggio di Maometto vengono paragonate alle tre fiere che precludono il cammino a Dante nel suo itinerario purificatore. Dante è un autore canonico del pensiero occidentale e in esso è saldamente incardinato, come si è detto, ma la statura del Fiorentino èp così elevata e versatile da assumere caratteristiche non sempre ortodosse. In questo contesto gioca la portata delle fonti di Dante, che sono molteplici e che non possono essere sottovalutate. La circostanza viene ormai riconosciuta più a tributo della grandezza di Dante che non a sua limitazione. Un contributo vivente all'esplorazione della straordinaria composizione dantesca, qual'è la Divina Commedia, che resta una base non solo della nostra cultura, ma anche dell'umanità intera. Un contributo che apre nuovi orizzonti e si pone al confine tra le culture delle due sponde del Mediterraneo, con lo scopo di favorire lo scambio delle idee e il dialogo tra popoli diversi, ma non necessariamente separati. Si pitrebbe concludere con le parole di Ibn 'Arabi, pronunciate e scritte intorno al 1230 - prova dell'universalità e dell'intreccio delle culture-: "Il mio cuore può prendere qualunque forma. E' un prato per gazzelle e un convento per monaci cristiani. Un tempio per idoli, e per la Ka'ba dei pellegrini, e per le Tavole della Torah, e per il titolo del Corano. Segue la religione d'amore qualunque sia la direzione dei cammelli del mio amore, lì stanno la mia religione e la fede".
Casalino Pierluigi, 19.01.2015
Casalino Pierluigi, 19.01.2015
AVERROES (IBN RUSHD), MEDICINE AND POLITICS-
Averroes (Ibn Rushd) underlines the close interrelation between medicine and politics, the social responsability of the physicians and the political duties of the individual. The criterion for healing is the individual citizen's usefulness to the community. He lays down a definite rule where Plato only approvingly interprets the idea which guided Aesculapius in his practice.
Casalino Pierluigi, on January 19th, 2015
Casalino Pierluigi, on January 19th, 2015
L'escatologia musulmana e Dante
"La escatologia musulmana en la Divina Comedia", di don Miguel Asìn Palacios, pubblicato nel 1919, è il libro che ha dato fuoco alle polveri della polemica sulle possibili influenze del pensiero arabo-islamico su Dante Alighieri e sui suoi contemporanei. Il suo autore paragona sistematicamente la visione dell'aldilà di Dante con altre immaginari ultramondani descritti in opere letterarie, mistiche e religiose arabe. L'ascensione ultraterrena di Dante e Beatrice, attraverso le sfere del Paradiso, e quella di Maometto da Gerusalemme al trono di Dio, preceduta anch'essa da un viaggio notturno lungo le dimore infernali, si rivelano profondamente affini; l'architettura stessa dell'oltretomba dantesco troverebbe, secondo Asìn Palacios, un illustre precedente nella tradizione musulmana (leggi sul web anche gli articoli di Casalino Pierluigi su Dante e l'Islam). Pur suonando a lungo sacrilega, la tesi dell'orientalista e sacerdote cattolico spagnolo, ha trovato crescente consenso tra gli studiosi. Le considerazioni formulate in proposito da Enzo Cerulli, e, soprattutto, da ultimo da Maria Corti e Luciano Gargan, hanno finito per abbattere il muro di scetticismo, inserendo la questione delle fonti islamiche della Commedia dantesca nell'ampio dibattito che coinvolge la storia delle relazioni tra l'Europa cristiana e l'Islam nel Medioevo e nei secoli successivi.
Casalino Pierluigi, 19.01.2015
Casalino Pierluigi, 19.01.2015
domenica 18 gennaio 2015
LA MACCHINA DEL TEMPO OVVERO L'ESPLORAZIONE DEL FUTURO
Su "La Macchina del Tempo" di H.Wells si sono versati fiumi di eloquenza e di sogno. Non è mancata qualche intemperanza che ne ha definito la cifra meramente visionaria, anche se ne ha riconosciuto la straordinaria simbologia fantascientifica. Altri ne hanno colto la descrizione della società inglese del suo tempo da parte dell'autore, altri ancora, come Dylan Dog, ne hanno letto la genialità di un viaggio veramente compiuto da Wells. In un modo o nell'altro l'eredità di questo libro non si conclude nella sua memoria letteraria o in quella avveniristica. La macchina del tempo, come strumento concepito dall'uomo per solcare i limiti del tempo e dello spazio (in Wells si parla solo del tempo) resta in parte un'ipotesi verificabile, anche se più passano gli anni l'idea assume il contorno di qualcosa di possibile, di effettivamente realizzabile, se non già realizzato, a detta di ricorrenti annunci da parte di questo o quello scienziato. Il piano è trans-futurista, sicuramente trans-umanista: e tuttavia il progetto di una macchina del tempo è scritto in natura, vive nella condizione di un interminabile viaggio inter-cosmico, al ritorno del quale non si troverebbe più la terra. La scoperta di mondi nuovi si intreccia con la scoperta dell'origine e della fine del tempo, del viaggio nella dimensione visibile e anche oltre questa in vista di orizzonti che si rinchiudono sulla storia dell'universo, riaprendone una nuova, inimmaginabile, ignota e in movimento. Il genere di discussioni suscitato dall'intuizione di Wells fa il paio con quelle di Jules Verne, con le straordinarie avventure del greco Luciano di Samosata, con le trasognate visioni di Cyrano, con le attuali speranze di fermare il tempo e lo spazio /come in certe pagine dell'arte metafisica) e non solo di superarne le barriere. La luce dell'intelligenza esprime esiti per ora non completamente comprensibili o misurabili dalla scienza: se non altro, però, ne prospetta sforzi decisivi e risolutivi in un futuro ormai prossimo. Insomma la macchina del tempo è l'altro nome dell'esplorazione del futuro.
Casalino Pierluigi, 18.01.2015
Casalino Pierluigi, 18.01.2015
IL PRINCIPIO DI LIBERTA'
Sui fatti di Parigi le riflessioni non sono mai finite, né possono finire. E' vero: il principio di libertà è unico ed indivisibile, senza distinguo, anche se spesso può dare fastidio a chi non tollera la satira o la critica se pur, talvolta, gratuita. E la libertà è l'arma dell'Occidente per combattere e vincere il fondamentalismo islamico e certa cultura cresciuta intorno ad esso, fatta di intolleranza e di volontà di potenza assolutistica. Tuttavia anche la libertà non è senza limiti e non può sfociare in offese non accettabili, come ha anche sottolineato Papa Francesco I e con lui altri avveduti osservatori. Ciò non significa che certe correnti radicali non debbano imparare a convivere, loro malgrado, con l'irriverenza, e anzi, in casi simili, non va giustificata comunque la reazione violenta, segno di infantilismo e non di seria coscienza religiosa. Si comprende il ritirarsi in preghiera, meno le gesta piazzaiole, orchestrate da centri interessati a fomentare disordini e suscitare odi e strumentalizzazioni. Va respinta, dunque, l'intimidazione, ma va anche consigliata la prudenza per evitare interessati giochi al massacro. La dialettica culturale e il pluralismo delle idee deve affermarsi anche nelle società extraeuropee, al fine di consentire alle persone di sfatare dogmi e allontanare le tentazioni all'intolleranza.
Casalino Pierluigi, 18.01.2015
Casalino Pierluigi, 18.01.2015
sabato 17 gennaio 2015
FATIHA, LA MIA STELLA, LA MIA GIOIA. LA LUCE DI DIO NEI SUOI OCCHI. SEMPLICITA' E AMORE NEL SUO SGUARDO DI ANGELO. TI BACIO MOGLIE MIA, TI STRINGO A ME PER SEMPRE FINCHE' AVRO UN ALITO DI RESPIRO. Casalino Pierluigi, 17.01.2015
Fatiha,Fatiha, mia adorata sposa! Mi ricordi la tanto gentile e tanto onesta Beatrice di Dante,
Casalino Pierluigi, 17.01.2015
Casalino Pierluigi, 17.01.2015
Fatiha, la mia sposa-bambina. Dolcissimo amore mio.
E' Fatiha come l'acqua del ruscello, dolce e dal cuore grande e sincero! Mi ama con tutta la sua profondità ed io amo lei, occhi da bimba, occhi da angelo, fedele e devota! Amo tanto Fatiha, la mia giovane sposa, la mia carissima sposa-bambina! La luce di Dio è nel suo sguardo, nelle sue parole, nella sua mente, nella sua anima; mi commuove il suo amore, mi commuove la sua grazia, la sua aperta fiducia che merita fiducia e amore. Vigila su di me Fatiha, mia dolce sposa, mia amata compagna della vita; nessuna come lei, nessuna nel mondo così sincera. Non si può non amarla, non si può non adorarla, la mia sposa-bambina, il mio tesoro immenso. Un tesoro che vale tanto tanto tanto amore, custode della mia vita e della mia serenità. Grazie Fatiha di esserci, grazie Dio di averla incontrata! Mai sarai sola, mia dolcissima Fatiha, mai e poi mai sarò lontano da te, ti prendo per mano e ti porto nelle vie del mondo difficili e pericolose, per lasciarti tutto il mio amore. Grazie Fatiha di amarmi, angelo mio.
Casalino Pierluigi, 17.01.2015
Casalino Pierluigi, 17.01.2015
martedì 13 gennaio 2015
Bravo Renzi, dice Giuseppe, bravo Renzi. Hai ragione a dire che l'austerità è stata un errore, ma io dico e l'ho sempre detto:l'austerità è stata un crimine, imposto da degli idioti, in primis la Germania ed è servita solo ad affossare l'Europa e soprattutto l'Italua, solo antibiotici, senza vitamine ed un corpo muore. Così Giuseppe et relata refero! Casalino Pierluigi, 13.01.2015
lunedì 12 gennaio 2015
C'è sempre più povertà in Italia e lo Stato, dice Giuseppe, mette sempre sbarramenti e invece di alzare i limiti e riconoscere che si è poveri già con duemila euro al mese, anzi miserabili, continua ad evocare distinguo, non mettendosi al pari degli altri paesi europei dove il dramma della povertà viene affrontato con efficacia. Da noi, prosegue Giuseppe, né governo, né parlamento pensano di introdurre un sistema, come minimo, alla francese e si occupano di tutto fuorché di bene. La situazione dei pensionati è da fame e il costo della vita minaccia la sopravvivenza di molti, ribadisce Giuseppe et relata refero. Casalino Pierluigi, 13.01.2015
domenica 11 gennaio 2015
IL VERO VOLTO DEI FONDAMENTALISTI ISLAMICI
Il regista mauritano di TIMBUKTU ci narra la verità sull'integralismo islamico, attraverso una pellicola emblematica. I miliziani, ci dice Abderrahmane Sissako, impongono la Sharia, poi, di nascosto, fumano, vanno in moschea armati ed altre diavolerie che nulla hanno a che vedere con lo spirito religioso. Si tratta di spiriti deboli, alla ricerca solo di onnipotenza, frustrati come sono dalla loro debolezza psicologica e dalla fame di lavoro che non trovano.
Casalino Pierluigi, 11.01.2015
Casalino Pierluigi, 11.01.2015
L'arte della scenografia
E' vero tutti i grandi totalitarismi, anche quelli che restano o che risorgono sotto altre spoglie, sono uniti dall'arte, nel nome di un realismo monumentalistico e richiamo della classicità. Se la libertà si dissocia dalla creatività, la via verso la tirannide è aperta, anche in quel mondo sinistro che vive di miti religiosi deformati dal delirio di onnipotenza di idioti dallo sfrenato desiderio di potere.
Casalino Pierluigi, 11.01.2015
Casalino Pierluigi, 11.01.2015
HENRY KISSINGER. Stati Uniti, Cina e l'ordine che verrà. Questo è il senso del nuovo libro di Henry Kissinger, World Order, dove il grande studioso della diplomazia evidenzia i limiti della politica contemporanea, oltre la fine della ricerca di strategie convincenti in vista di un nuovo ordine mondiale. Casalino Pierluigi, 11.01.2015
Abbiamo bisogno di nuovo dei Lumi
In Cina si rimanda gli intellettuali a trascorrere parte del loro tempo in campagna, ma solo per esaltare i valori della storia culturale del comunismo cinese, l'Islam, aldilà delle sue luci e delle sue ombre, è sempre più ostaggio di mercenari della religione a fini politici e imprenditoriali, tra follia e ignobili deformazioni, la deriva delle idee e il sonno della ragione generano ancora una volta dei mostri, giustificati da logiche di potere oscuro.... Forse abbiamo di nuovo bisogno dei Lumi.
Casalino Pierluigi, 11.01.2015
Casalino Pierluigi, 11.01.2015
L'OCCIDENTE E IL DOPPIO VOLTO DELL'ISLAM di Alberto Negri su Il Sole 24 ore di oggi, 11 gennaio 2015. Giuseppe invita a leggere l'analisi di Alberto Negri, che ben definisce una situazione, sulla quale si deve aprire gli occhi, aldilà degli interessi e aldilà delle finzioni. In caso contrario davvero la situazione, aggiunge Giuseppe, sfuggirà di mano con conseguenze incontrollabili e tragiche. Et relata refero. Casalino Pierluigi, 11.01.2015
sabato 10 gennaio 2015
I fatti di Parigi e una lettura da fare. Il libro di Hamid Zanaz, algerino, docente in Francia, Sfida laica all'Islam, rappresenta una base importante per avviare un dibattito di laicità nelle società musulmane e calare in esse il senso critico antitotalizzante della modernità. Leggi in proposito, sul web,gli articoli e i libri di Casalino Pierluigi sull'Islam. Casalino Pierluigi, 10.01.2015
venerdì 9 gennaio 2015
giovedì 8 gennaio 2015
Bisogna rileggersi il Trattato sulla Tolleranza di Locke, dice Giuseppe, per capire e far capire le conquiste di democrazia e di convivenza raggiunte in Occidente dopo tanti secoli. L'Europa e l'Occidente, aggiunge Giuseppe, avranno anche delle colpe, ma mai come quelle di chi vede le cose a senso unico e non ammette possibili le idee altrui e anche criticarle o deriderle...Fa parte del gioco tutto questo, conclude Giuseppe, e non si può farne a meno....Et relata refero. Casalino Pierluigi, 8.01.2015
"La Germania non vuole schiodarsi dalla sua posizione sull'austerità? Va bene lo stesso, lo dovrà fare per forza - dice Giuseppe - perché la Grecia sveglierà tutti e si adotteranno finalmente politiche americane e giapponesi, senza queste "balle" del rigore! W l''Italia? Fin qui Giuseppe et relata refero....Casalino Pierluigi, 8.01.2015
martedì 6 gennaio 2015
Islam e lavoro
Espressione pratica dell'attitudine assunta dall'Islam originario, non quello delle sue deformazioni attuali, verso i problemi del lavoro fu il sorgere delle corporazioni artigiane. L'associazione corporativa musulmana fiorita sotto i Califfi di Damasco e di Baghdad e vissuta meglio e più a lungo in Marocco, perché ivi favorita dalla situazione turbolenta e instabile rispetto alla quale essa rappresentava un elemento rilevante d'ordine amministrativo, giudiziario e fiscale, ha vissuto ancora a lungo nel Nord Africa e nel Levante. La prima regola che veniva fatta rispettate dalle autorità corporative mediante lo stabilimento di mercuriali e di penalità per gli speculatori e questo permetteva, come accadde in Marocco, durante la prima guerra mondiale, di evitare il rincaro eccessivo dei prezzi.
Casalino Pierluigi, 6.01.2015
Casalino Pierluigi, 6.01.2015
CREDERE NELLATUNISIA. Due imprenditori liguri di lungo corso in Tunisia, l'andorese Gianni Lubatti e l'imperiese Massimiliano Zanchi, da decenni impegnati in Nord Africa con successo, a testimonianza del livello di qualità delle imprese italiane e della collaborazione tra Italia e Tunisia. Leggi, in proposito, gli articoli di Casalino Pierluigi sulla Tunisia, sul web, e anche sui due imprenditori taliani su casalinopierluigi.bloog.it e su IL VOLO DI ICARO. Casalino Pierluigi, 6.01.2015
lunedì 5 gennaio 2015
domenica 4 gennaio 2015
UN PIANO NAZIONALE CONTRO LA POVERTA'.Articolo benemerito quello di Cristiano Gori su Il Sole 24 Ore di oggi, 4.01.2015,, dice Giuseppe, che riecheggia iniziative altrettanto benemerite.
In effetti, dice ancora Giuseppe, il divo grillo parlante d'Italia, ha ragione Gori quando scrive "L'Italia e, insieme alla Grecia, l'unico Paese europeo privo di una misura nazionale contro la povertà. Ma, aggiunge Giuseppe, l'Italia non ha nemmeno un vero e proprio stato sociale, sul tipo di quello francese e di altri, come, strano adirsi (ma è così) quello spagnolo, nonostante la crisi....A Giuseppe piace rileggere questa parte dell'articolo:"...Una misura nazionale contro la povertà avrebbe dovuto essere introdotta negli scorsi vent'anni, in una quadro di finanza pubblica più favorevole, Ciò non è avvenuto perché la battaglia contro questo flagello non è mai diventata una priorità di nessuno dei principali schieramenti. Qui, ma non è certo l'unico caso, Renzi è chiamato oggi a fare le cose giuste nel momento sbagliato. Nel 2014, però l'attuale esecutivo non ha collocato la lotta alla povertà tra i propri obiettivi....(tuttavia) lo stanziamento (degli aiuti) al livello europeo. Giuseppe esulta e coglie l'occasione di ripetere che l'uscita dall'euro della Grecia non sarebbe affatto un disastro, se non nell'immaginario ottuso della Germania, ma che, invece, se non si cambia rotta con una politica di New Deal rooseveltiano allora davvero tutti, uno alla volta, usciranno dall'euro, dando un sonoro e meritato schiaffo alla rozzezza della politica tedesca...Così Giuseppe et relata refero.
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
DESERTO
Esuberante e pacata al tempo stesso è la passione per il deserto, ricca di fermenti, di aspirazioni, di immaginazione e di suggestioni mistiche, mentre percorri strade assolate nel dedalo rosso della Medina, nell'ansia di spazi sterminati. L'Atlantico schiuma la battigia e svela arcani perduti. Si rinnova il mito dei rossi tramonti. Vicino è il deserto, lo si respira, già lo si vive. Lo attendi in un sogno irreale. La sapienza è amica del deserto. Incombe il suo amico. Getti lo sguardo oltre la linea di un confine misterioso, oltre il presente. Nel deserto l'anima si ritrova, recupera il senso dell'esistere. Giorni e notti si susseguono tra l'ombra e la luce, tra le stelle e la luna. Ecco:si affaccia il disco della regina della notte sull'estensione di sabbia. Memorabile ed imponente dimensione che scorre nell'anima. Vuoto è il deserto, imprevedibile e ignoto sentiero del destino. Ti prende per mano il deserto, scivoli lontano nel cuore di un nulla senza fine, dove ascolti il sussurro del tempo. cavalieri misteriosi ed invisibili attraversano le dune, svaniscono e ricompaiono nello sguardo incantato. Un miraggio di terra e di cielo ti accompagna. Abbandoni il Marocco centrale e inizi il viaggio verso sud, nel profondo e sconfinato deserto, immagine dell'ultimo confine dell'uomo, dell'insondabile cuore dell'uomo. Un viaggio che segue il richiamo del sole. Supera i limiti del visibile, in regioni senza misura. Un volo che ti proietta oltre il tempo e lo spazio, esplorazione fantastica, ascesi mistica senza fine. Un itinerario di purificazione che si snoda in visioni ultramondane. Arcana regia dell'oggi è il deserto. Ti inoltri accompagnato dal fruscio di fantasmi, tra sabbia e arsura, in un rapido spostarsi di orizzonti sfuggenti. Sensazioni d'Oriente colorano l'anima, in un caleidoscopio di sensazioni e di immagini. Il canto della sera, infine, come una sirena seduce il deserto con i suoi suoni remoti. Ecco si apre allo sguardo una distesa di talco bianca e sensuale. Dimensione sfuggente che si tinge di ambra, che annuncia l'eternità. Una danzatrice voluttuosa e maliziosa è il deserto! Contenitore e contenuto sinuoso, tra rischio ed audacia. Nel suono del vento, nel diffondersi della sua sin fonia. Memoria di regni perduti. E lasci alle spalle il confine, il confine della tua vita. E non sai più dove è il limite, il limite del tuo essere. E che cos'è il limite?
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
APOLOGIA DEL BACIO
Al tempo dei Faraoni, i costumi erano affascinanti, ma anche pericolosi (ma quali tempi non sono mai stati pericolosi?). Un bacio era possibile solo con il pensiero. Ma si scambiavano baci in segreto (così era e così sarà sempre nella storia, soprattutto nei periodi di più ottuso e ridicolo bigottismo confessionale, anzi pluriconfessionale). Così anche in altre epoche il baciare era trasgredire principi non compiutamente logici. Da sempre, dunque. Ostacolato o favorito, il bacio è quindi il vincitore, aldilà dei divieti, della millenaria vicenda dell'uomo, anche in epoche in cui un bacio può trasmettere virus e malanni di ben più grave implicazione per la salute umana. Ma il bacio è direttamente proporzionale al desiderio e questo non si spegne, non si spegne mai. Si tratta di una manifestazione d'amore senza pari, ricca di sensualità, mistero e simbolismo, destinazione di ansie coinvolgenti di passione e d'amore. Un autentico mix di magia e di passione, pertanto, che continua ad illuminare il cammino di ogni uomo e di ogni donna.Aldilà delle stagioni della storia.I misteri del bacio, e i mille modi di baciare si intrecciano con i giorni decisivi della vicenda umana, con la cronaca, con la tradizione, con l'arte, con la letteratura, con l'arte. Un sogno inseguito e desiderato, anticamera del sesso, prima pietra romantica dell'amore, avvio del processo familiare. Un immaginario conturbante che pervade l'anima, un gesto di straordinaria seduzione, un richiamo di irripetibili e inimitabili sensazioni. Passeranno il mondo e i suoi abitanti, i suoi protagonisti, i suoi attori, le sue comparse, finiranno il cielo e le stelle, ma il bacio resterà un eterno messaggio di gioventù: un sole che mai tramonterà. Casalino Pierluigi, 4.01.2014
IL MITO DI MEDEA
Eterno archetipo di donna ferita nei sentimenti, il personaggio di Medea trova nell'arte immensa di Euripide la sua più elevata rappresentazione. Dopo di lui il genio teatrale continua a confrontarsi con il personaggio. Nessun altro autore, tuttavia, ne coglie così nel profondo il messaggio. Anche lo sforzo di mettere in l'opera di Euripide non corrisponde sempre allo spirito e alla grandezza del dramma. Difficile descrivere meglio del tragico greco la deriva della femminilità sconvolta, l'abisso in cui precipita il conflitto interiore tra l'istinto di vita e quello di morte. La sensibilità del più moderno dei tragediografi greci resta un insuperato modello di interpretazione del cuore, specialmente di quello femminile. Con lui la metamorfosi dell'eros nella catastrofe omicida di Medea esce dal mito. Raggiunge una dimensione cosmica, evocando il demone segreto e terribile della vendetta che assume un carattere autenticamente politico. Il percorso esistenziale dell'antica regina delle Amazzoni si esprime attraverso l'analisi articolata dell'animo delle ansie e dei desideri. Euripide si immerge nell'inconscio e ne descrive il senso. Eschilo e Sofocle risentono ancora della cultura tradizionale, mentre Euripide già ricerca e coglie da maestro le ragioni invisibili ed assolute dei comportamenti umani in senso lato. Il destino non obbedisce, dunque, alla cieca regia degli dei, ma rientra nell'oscura lotta che si svolge nelle coscienze e nelle pieghe della Storia. Questa è la lezione di Euripide. Una riflessione attuale sui perché del bene e e del male.
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
L'idea di viaggio
L'idea di viaggio è da sempre associata molteplici significati, da quello del semplice spostamento fisico, in luoghi lontani ed ignoti, a quello spirituale, espressi nel desiderio e nell'ansia dell'ascendere nelle dimensioni misteriose, imperscrutabili e invisibili dello spirito. Costante è la ricerca di sé in diversi e articolati percorsi. Nessun'altra esperienza umana, del resto, è più frequente del viaggio. Si tratta forse dell'azione compiuta più spesso dell'uomo. Vivere è viaggiare. Viaggiare è vivere. E' la mistica del viaggio che prende il cuore dell'uomo. Oltre l'orizzonte, oltre il tempo, oltre la morte, oltre la storia. Un itinerario senza fine che si snoda nel cosmo e nelle sue varie dimensioni. Geometrie verticali e variabili tracciate nel profondo della coscienza. Il linguaggio dell'immaginazione, che si snoda sul cammino concreto del tempo e dello spazio, è perfettamente conoscibile. La conoscenza a cui abbiamo diritto non è limitata alla nostra ragione e non ci core dietro, ma ci attende. Se andiamo a cercarla ci accoglie. Si tratta di un'iconografia di purificazione e di rinascita. Dalla notte al giorno, dalle tenebre alla luce, secondo l'irripetibile intuizione dantesca. Un'intuizione che è propria anche di Ibn 'Arabi, mistico e filosofo arabo-andaluso del XIII secolo. Il Corano, secondo il pensatore arabo,non lascia dimenticare all'uomo la sua condizione itinerante, quindi di viaggiatore, che si esprime compiutamente e in modo rituale attraverso il viaggio alla Mecca. Innumerevoli sono nell'opera di Ibn 'Arabi i termini adottati per significare il viaggio."Cammino", "via", cioè "charia", l'"Itinerarium mentis in Deum" di Sant'Anselmo d'Aosta, il sentiero dell'anima immaginato da Dante Alighieri, secondo il mistero dell'ascesa verso il Cielo, percorso accidentato del viandante evangelico verso la Salvezza. Ibn 'Arabi fa del viaggio il centro della fede, alla cui ricerca, come dice il Profeta Maometto, si va "fino in Cina". Del resto sia Ibn 'Arabi che i mistici cristiani sottolineano come Dio stesso viaggi nel tragitto che lo divide dal Suo Trono e che pseudo-Dionigi definisce la "divina calligo". Il rapporto originale tra "Il viaggio notturno del Profeta Maometto", noto in Occidente come Liber Scalae, e la Divina Commedia del Sommo Poeta ha aperto, in proposito, un dibattito inesauribile, facendo scorrere fiumi di eloquenza e di inchiostro. La questione delle fonti arabo-islamiche della Commedia dantesca è sempre di più, infatti, un tema di avanzata esplorazione (leggi anche di Casalino Pierluigi gli articoli su Dante e l'Islam sul web). Il viaggio come proiezione del progresso futuro, attraverso la mistica del movimento, costituisce, da ultimo, la speranza inarrestabile coltivata dal pensiero futurista, la cui eredità resta incancellabile nella coscienza contemporanea.
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
Casalino Pierluigi, 4.01.2015
LA MEMORIA: UN ORACOLO CHE NON SI NASCONDE.
Si pensa che la memoria sia un concetto che evochi il passato e resti relegato al tempo trascorso. Certamente è così. almeno nel senso che la memoria è il ricordo che continuiamo a rivivere del percorso della nostra vita, cioè dei diversi momenti che segnano il nostro viaggio nel mondo e in noi stessi, per recuperare la nostra originaria identità ed unità. Da quando, cioè, nascendo, smarriamo il significato autentico ed unitario dell'esistenza, dissociandoci in due parti altrettanto importanti di noi, che cerchiamo di ricucire al termine del nostro andare nel cosmo e all'interno di noi stessi. La memoria è il patrimonio che ci portiamo dietro e che richiama ogni giorno le nostre radici, ma rappresenta anche e soprattutto lo scopo a cui tendiamo. La traccia che lasciamo alle nostre spalle in realtà ci accompagna nel sentiero della nostra vita. La memoria è un conforto in questo viaggio. Il,viaggio, nella vita e nell'universo, è un tutt'uno con la memoria. Concetto squisitamente dantesco, inteso al raggiungimento di noi stessi, il viaggio è sinonimo di memoria, perché questa è la fotografia delle tappe del viaggio dell'uomo, l'immagine della scommessa del tempo vissuto, il rivivere la nostra singolare esperienza irripetibile ed unica. La memoria è la fiction del tempo andato. Si tratta di un'operazione mentale che va associata, alla vita quotidiano, L'esercizio del ricordo e del catalogare di immagini e di storie del passato contribuisce a ricostruire a ricostruire l'itinerario delle diverse esistenze, anche delle vicende maggiori della storia, di cui mai siamo spettatori: queste ultime si intrecciano con i nostri privati destini, ci coinvolgono e ci trascinano nei loro drammi, ampliando il teatro delle nostre sofferenze ed emozioni. Chi è abituato a ricordare il tempo trascorso e a riscriverlo, rinnovandone le tracce o le date, scrive per scrivere. In genere si scrive per aver già scritto. Si continua a scrivere è misurarsi con la memoria, forse il momento più alto per ricordare. Anche chi crea fa della memoria. Il confine tra ciò che è stato e ciò che è immaginato non cambia i termini della questione. la realtà, qualsiasi tipo di realtà, viene passata allo scanner. le sfumature che ne emergono rappresentano il caleidoscopio della vita, delle situazioni, dei caratteri. Nella memoria conta molto il fine. D'altra parte - come si dice - se un regista cinematografico non ha una buona sequenza della fine, non inizia neppure a girare un film. non si comincia mai un film, infatti, senza aver individuato un dispositivo, una via d'uscita. Questa può essere un personaggio, uno scorcio, una narrazione. Sicuramente il racconto che la memoria propone non può essere solo a servizio di una fiction. La memoria non è l'andare a riscoprire l'immaginario, perché è raro che una vera memoria cerchi di sollecitare la fantasia. la memoria ci deve fare sognare, ma anche far provare emozioni diverse, spezzando la spirale del pessimo rapporto dell'uomo con la noia. Essa può riportarci il buon umore, rivisitando anche il negativo degli attori della formidabile scena del mondo:costituisce una base per ridefinire la foto ingiallita del passato ed offrire pure la più bella riflessione sul reale e sull'immaginario svanito. Schelling diceva che la conoscenza compiuta di sé avviene attraverso l'arte. L'arte archivia la memoria del gesto creativo e lo traduce nel capolavoro. Il genio si veste dei colori e dei segni del sublime monumento della memoria.
Casalino Pierluigi, 4.01.2014
Casalino Pierluigi, 4.01.2014
sabato 3 gennaio 2015
IL SENSO DI DANTE
Nella figura di Dante c'è tutta la crisi degli istituti e delle forme della civiltà medievale. Nella sua opera e in particolare nella Divina Commedia, si manifesta, invece, il tentativo estremo di superare questa crisi. Il fine è di restaurare l'ordine antico, recuperando l'equilibrio ormai spezzato. Anche se ai giorni nostri la visione politica di Dante appare un'utopia, è necessario comprenderla, riferendola al periodo in cui visse il Sommo Poeta. Un contesto che ben spiega la genesi e lo sviluppo della stessa Commedia. L'origine del pensiero politico di Dante trova dunque la sua ragion d'essere nel medesimo quadro storico. Nel primo Dante, e cioè nel Convivio e nella Monarchia, viene sottolineata l'esigenza dell'Impero, non nascondendone i limiti. Da Romolo ad Augusto, secondo la concezione dantesca, l'ascesa di Roma fu voluta da Dio e pertanto l'autorità conferita all'Imperatore tende a raggiungere i beni temporali, in vista di quelli spirituale. Dante giustifica l'Impero, nella prospettiva salvifica. L'autorità universale del Monarca riceve, come la luna, per mezzo della grazia, che consente di operare con onestà e giustizia, Dante, con intuizione moderna, tuttavia, ritiene che la Chiesa non preceda l'Impero, perché per i due fini assegnati da Dio all'uomo sulla terra sono necessarie due distinte guide. Il Papa per governare le coscienze e orientarle verso l'eterna beatitudine, e l'Imperatore per conseguire la felicità e il benessere materiali. Solo più tardi Dante ammetterà una certa subordinazione del temporale allo spirituale. Con il passare degli anni il disegno politico di Dante subirà qualche mutamento. Nella Divina Commedia, rispetto alle opere precedenti, viene data maggiore importanza al rinnovamento della Chiesa non solo per fini ultraterreni, ma anche politici. L'interpretazione provvidenziale di una Roma scelta "ab aeterno" da Dio per la sua missione universale, finisce per echeggiare la concezione virgiliana. La riaffermazione delle virtù del popolo romano, anticipazione di quelle cristiane, riconducono nell'idea dantesca la storia della Città Eterna nel solco della Rivelazione. La Divina Commedia è certamente un'opera biografica e politica del tempo stesso.Lo sforzo di Dante anche lo scopo di dare alla poesia consistenza e concretezza. Nemmeno il Poeta è riuscito a volare oltre i limiti della sua stessa immaginazione. Nemmeno aldilà dell'esperienza del suo Paradiso. La ricerca delle finalità divine, infatti, non impedisce all'Autore di formulare un modello estetico che va oltre il suo tempo. Il concetto di viaggio sta dunque a metà tra arte ed ascesi. L'itinerario progressivo verso l'imperscrutabile disegno termine di Dio è segnato dalla luce che da senso alla vita. Quella stessa luce che alimenta l'ansia della conoscenza e che caratterizza opere e giorni dell'uomo. Né "Il potere e chi lo detiene", Rocco D'Ambrosio (da me commentato sul web), sottolinea e approfondisce il rapporto tra il potere, come organizzazione del percorso della comunità del'uomo, e le insopprimibili e contraddittorie ragioni che ne sono all'origine. Nello smarrire tali ragioni o nel ritrovarle sta il segreto della millenaria vicenda della Storia.
Casalino Pierluigi, 3.01.2014
Casalino Pierluigi, 3.01.2014
CINQUE SETTIMANE IN PALLONE
Tentare di sollevarsi da terra e attraversare l'Africa da est ad ovest, pretendere di sorvolare nella sua grandezza il pericoloso e affascinante Continente Nero a bordo di una fragile navicella lasciata in balia dei capricci dei venti, è, ai tempi di Jules Verne, un'impresa di un'audacia incredibile. E Verne crea l'impossibile e lo descrive con ricchezza di particolari suggestivi. Come coi si può aspettare, le cinque settimane in pallone che occorrono al dottor Fergusson e ai suoi due compagni per riuscire a compiere un gesto talmente temerario, sono piene di imprevisti e di peripezie. Questo fortunato romanzo (Cinque Settimane in Pallone è appunto il suo titolo) di avventura appassiona subito chi si interessa allo sviluppo del volo aereo e, in generale quanti amano l'umore e la verve di Jules Verne, che pervade i "Viaggi Straordinari"di cui "Cinque Settimane in Pallone" apre la serie. Pubblicato nel dicembre 1862, il racconto di Verne ha un successo immediato e sfolgorante in Francia e nel mondo. Un'anticipo di quello spirito di avventura e di futuro che Verne esalerà in opere come "Il Giro del Mondo in Ottanta Giorni"e "Viaggio nell'Impossibile". Un'epopea avveniristica, dunque, che segnerà la sviluppo della civiltà del XX secolo e successiva, allargandone i grandi orizzonti della conoscenza. Un mito che continua ad essere vissuto anche ai nostri giorni.
Casalino Pierluigi, 3.01.2014
Casalino Pierluigi, 3.01.2014
Perché il legislatore italiano non vara misure di stato sociale simili a quelle francesi? Una vergogna, dice Giuseppe, a nessuno interessa la solidarietà e la protezione sociale, e anche le istituzioni ignorano il sussidio di cittadinanza e altre cose previste dall'Europa, aggiunge Giuseppe, ma seguono solo i diktat del rigore che ci rovinano. Et relata refero. Casalino Pierluigi, 3.01.2014
UN'ALTRA IDIOZIA. La scuola per il lavoro, eresia del nostro tempo che crea polli da batteria
Una vera idiozia l'eterno, ricorrente ritornello che il sistema educativo debba essere posto in diretta sintonia con il mondo produttivo, dice Giuseppe. Innanzi tutto il sistema educativo deve creare dei veri uomini e donne, dei cittadini consapevoli e soprattutto liberare dall'ignoranza in chiave intellettuale e civile. Poi, se sarà il caso, aggiunge Giuseppe, si darà spazio nell'ambito dell'insegnamento alle problematiche sociali, ma non nel senso di promuovere soggetti a dimensione unica, quella economica, cioè, autentico flagello che rende le persone dei numeri finalizzati al produrre. Sbarazziamoci, conclude Giuseppe, da simili eresie, che non risolvono comunque i problemi. La decadenza culturale del nostro tempo è la prova che la politica, sfuggendo al suo compito primario, lungi da assistere chi ha bisogno e formare coscienze libere e creative, minaccia di far naufragare lo spirito dell'uomo (e non polli da batteria). Così Giuseppe et relata refero.
Casalino Pierluigi, 3.01.2014
Casalino Pierluigi, 3.01.2014
venerdì 2 gennaio 2015
PERCHE' - dice Giuseppe - NON C'E' IN ITALIA UNO STATO SOCIALE COME IN FRANCIA? UNO DEI MODI PER PROTEGGERCI DALLA CRISI E' PROPRIO QUEST E LE NOSTRE AUTORITA' NON LO CAPISCONO. LA NATALITA' SI INCENTIVA CON FINANZIAMENTI COSPICUI E NON CON SOLI ESIGUI 80 EURO, CONCLUDE GIUSEPPE ET RELATA REFERO. Casalino Pierluigi, 2.01.2014
giovedì 1 gennaio 2015
ISLAM E FUTURO
L'Islam, aldilà delle sue derive integraliste e violente, è in una fase di ripresa, più o meno accentuata secondo i paesi, ma di sicura ripresa, se non di attacco. Servendosi ormai dei mezzi moderni presi in prestiti dall'Occidente, che così restituisce parte del patrimonio acquisito dall'Islam classico, i musulmani, pur nella diversità delle impostazioni politiche e ideologiche, (comprese quelle strettamente laiche, apparentemente separate dalla pluralità delle opzioni e delle correnti della moderna galassia islamica), sentono rinascere, forse per l'ennesima volta, la loro coscienza collettiva e vanno esprimendo questo stato d'animo (o sentimento) nei movimenti di indipendenza nazionale si su base religiosa che geografica, sia sul recupero e rilancio di un antico, sebbene improponibile, sogno di egemonia mondiale. A fianco di questi variegati movimenti nettamente politici, ma anche ultra-confessionali, vi è la ripresa di carattere socio-religioso di tipo tradizionale. Si tende a riorganizzare interiormente la compagine del dar-el-islam aggiornandolo anche con forme aberranti, tuttavia, come ci mostrano le vicende di questi ultimi anni. E' la crisi di assorbimento del progresso e della mentalità occidentale, servendosi dei media ai fini di propaganda e penetrazione, che dall'economia alla filosofia e al diritto procede faticosamente, ma incessantemente, anche grazie ai cospicui finanziamenti delle organizzazioni islamiche internazionali (in seno alle quali, peraltro, si scontrano posizioni rivali e tendenze non di rado di natura politica). Al panarabismo nato nella prima metà del XX secolo e poi fallito si è sostituita una lotta di influenze che opera anche nel contesto delle grandi potenze islamiche e coinvolge gli equilibri delle stesse potenze occidentali e del resto del mondo. Si è assistito così al doppio esperimento della separazione tra religione e stato nella Turchia kemalista, oggi tuttavia in sede di revisione (ma non si sa fino a che punto) - cosa in genere inconcepibile per un musulmano tradizionalista- e dell'unione inseparabile tra il purismo dottrinale più rigido e l'amministrazione pubblica in Arabia Saudita, che coniuga il passato più ortodosso con le conquiste della scienza (meno della modernità) ai fini della ricerca del benessere sociale a tutela della collettività. Fra queste due tendenze, comunque ancora rivali, nonostante l'affermarsi in Turchia di una nuova corrente presidenziale fondata su concetti demo-musulmani (si veda il caso egiziano), si orientano gli altri popoli e stati, prima di tutti la Tunisia, che sta rispolverando la sua origine laico-nazionalista, anche se non ripudia l'Islam, ma lo considera solo un patrimonio culturale e privato. Quali le conseguenze future di questa situazione, soprattutto nei riguardi dell'Europa e dell'Occidente in genere? E' interessante rileggere (e conoscere quindi) il parere di un celebre pubblicista orientale del lontano passato (anni Trenta) Essad bey. Egli nel suo libro L'Islam ieri, oggi, domani, scrive: "Quanto più dureranno i dissensi in Europa (la seconda guerra mondiale era alle porte) quanto più tempo avranno i popoli dell'Islam per giungere ad una concentrazione politica e spirituale, tanto più difficile sarà in seguito riparare gli errori che si commettono ora. La rovina della supremazia europea in Oriente non è affatto conseguenza della debolezza tecnica dell'Europa, ma esclusivamente della sua debolezza spirituale, alla quale si contrappone un rafforzarsi senza precedenti dell'Islam. L'importanza strategica, economica e geopolitica di questo processo è appena cominciato e può essere fatale al'Europa". Parole gravi senza dubbio quelle di Essad bey, che inducono a riflettere seriamente sul destino dell'Occidente. Il problema è certamente complesso, ma una cosa è certa: l'Islam vive un momento ascensionale irrefrenabile, aldilà delle ombre che vi gravano sopra. Si tratta di manifestazioni in estensione e profondità. L'Islam è stato capace di mutare la carta geografica del mondo antico, potrebbe - e lo sta facendo in ogni caso - ritentare nel tempo la prova. Una prova di forza ideologica, ben più insidiosa di quella delle armi, anche se qualche profeta armato dell'islam riesce solo a rallentare la corsa in modo controproducente, All'Europa, in particolare, il compito di ritrovare i propri valori intellettuali e morali, prima che sia troppo tardi.
Casalino Pierluigi, 1.01.2015
Casalino Pierluigi, 1.01.2015
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