"La escatologia musulmana en la Divina Comedia", di don Miguel Asìn Palacios, pubblicato nel 1919, è il libro che ha dato fuoco alle polveri della polemica sulle possibili influenze del pensiero arabo-islamico su Dante Alighieri e sui suoi contemporanei. Il suo autore paragona sistematicamente la visione dell'aldilà di Dante con altre immaginari ultramondani descritti in opere letterarie, mistiche e religiose arabe. L'ascensione ultraterrena di Dante e Beatrice, attraverso le sfere del Paradiso, e quella di Maometto da Gerusalemme al trono di Dio, preceduta anch'essa da un viaggio notturno lungo le dimore infernali, si rivelano profondamente affini; l'architettura stessa dell'oltretomba dantesco troverebbe, secondo Asìn Palacios, un illustre precedente nella tradizione musulmana (leggi sul web anche gli articoli di Casalino Pierluigi su Dante e l'Islam). Pur suonando a lungo sacrilega, la tesi dell'orientalista e sacerdote cattolico spagnolo, ha trovato crescente consenso tra gli studiosi. Le considerazioni formulate in proposito da Enzo Cerulli, e, soprattutto, da ultimo da Maria Corti e Luciano Gargan, hanno finito per abbattere il muro di scetticismo, inserendo la questione delle fonti islamiche della Commedia dantesca nell'ampio dibattito che coinvolge la storia delle relazioni tra l'Europa cristiana e l'Islam nel Medioevo e nei secoli successivi.
Casalino Pierluigi, 19.01.2015
Casalino Pierluigi, 19.01.2015
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