Caratteri liguri si riscontrano in aree del Piemonte meridionale (alta val Tanaro, parte del Monregalese e della val Bormida, retroterra dei centri storicamente genovesi di Ovada, Gavi e Novi Ligure in provincia di Alessandria) e in Emilia (valli piacentine con Ottone, parmensi con Bedonia e Compiano). A est i tratti liguri digradano intorno a Sarzana nel tipo lunigianese, diffuso nella regione storica comprendente gran parte della provincia di Massa, e caratterizzato da tratti comuni soprattutto con l’emiliano; a ovest sono ancora liguri la val Roia, oggi in territorio francese (Briga, Tenda e Breglio), e il Principato di Monaco; la parlata di Mentone ha caratteri di transizione verso il dialetto nizzardo. Isole linguistiche liguri ora estinte, frutto di ripopolamenti quattrocenteschi, interessavano ancora ai primi del XX secolo punti provenzali più a ovest (Mons, Biot, ecc.). Tali episodi non hanno rapporto col contributo dato dal tipo ligure alla formazione dei dialetti galloitalici del Meridione, né con l’affermazione di varietà di ligure ‘coloniale’ a base genovese: il tabarchino in Sardegna, il bonifacino in Corsica. Componenti liguri, non solo di natura lessicale, si riscontrano poi in diverse varietà di contatto: yanito (dialetto andaluso di Gibilterra), neogreco di Chios, varietà urbane della Corsica, sassarese, dialetti delle isole Capraia e Maddalena. L’emigrazione ha radicato nel XIX secolo una presenza del genovese anche in Argentina, Cile e Perù. La distribuzione areale rende conto del legame dei dialetti liguri col retroterra, ma ne accredita anche il ruolo di ponte tra le varietà romanze a est (toscano) e ovest (provenzale), e sottolinea l’espansione legata al ruolo di Genova nel Mediterraneo e oltre. Nella classificazione corrente le parlate liguri si considerano parte del gruppo galloitalico, entro il quale si presentano tuttavia con caratteri particolari. Oltre al diverso sostrato, alle modalità di romanizzazione e al tardivo collegamento col settentrione longobardo (643), la precoce organizzazione di uno stato regionale intorno a Genova (XII secolo) aiuta a comprendere l’originalità linguistica del territorio ligure rispetto al retroterra sancita già da Dante, che nel De vulgari eloquentia colloca il solo genovese, tra i volgari settentrionali, a destra dell’ideale spartiacque appenninico.
Casalino Pierluigi
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