domenica 4 ottobre 2020

Il parlar ligure da Levante a Ponente e oltre.



Il mondo ligure era localizzato anticamente tra la Spagna e i Balcani, ma occupava anche altre aree del Mediterraneo, insulari e non, come l'Italia meridionale. La Liguria romana si spingeva in profondità a Occidente fino  ai confini della Gallia, rientrando nei limiti della provincia dell'Italia. Caratteri liguri permangono oggi in zone del Piemonte e dell'Emilia, in parte retaggio del dominio della Superba. Ad est i tratti liguri si ritrovano intorno a Sarzana nel tipo lunigianese, diffuso nella regione storica e comprendente gran parte della provincia di Massa, e caratterizzato da tratti comuni soprattutto con l’emiliano; a ovest sono ancora liguri la val Roia, oggi in territorio francese (Briga, Tenda e Breglio), e il Principato di Monaco; la parlata di Mentone ha caratteri di transizione verso il dialetto nizzardo: se pur quest'ultimo subi' nel tempo la pressione del provenzale e del francese (e del piemontese sabaudo), senza perdere una certa base ligure e ligure-genovese. Isole linguistiche liguri, ora estinte, frutto di ripopolamenti quattrocenteschi, interessavano ancora, come ricordato in precedenti occasioni, ai primi del XX secolo punti provenzali più a ovest (Mons, Biot, ecc.). Tali aspetti non hanno alcun rapporto con il contributo dato dal tipo ligure alla formazione dei dialetti galloitalici del Meridione, né con l’affermazione di varietà di ligure ‘coloniale’ di derivazione prevalentemente genovese: il tabarchino in Sardegna, il bonifacino in Corsica, dove, peraltro, si riscontrano tuttora tracce del dialetto di Ventimiglia e dei territori ingauni, onegliesi e portorini, nonché savonesi. Componenti liguri, non solo di natura lessicale, si trovano poi in diverse varietà di contatto: yanito (dialetto andaluso di Gibilterra), neogreco di Chios, varietà urbane della Corsica, sassarese e dialetti delle isole Capraia e Maddalena, sempre in Sardegna. L’emigrazione ha favorito, nel XIX secolo, una presenza del genovese e in genere dei vari dialetti liguri anche in Argentina, Cile e Perù. I ripetuti viaggi commerciali di laiguegliesi e alassini a Cuba, a Santo Domingo e in Uruguay nel XIX secolo hanno, a loro volta, lasciato tracce linguistiche anche in tali regioni. La distribuzione territoriale del ligure prova il legame dei dialetti liguri col retroterra, ma ne testimonia anche il ruolo di collegamento tra le varietà romanze a est (toscano) e ovest (provenzale), e sottolinea l’espansione legata al ruolo di Genova nel Mediterraneo (e aldila' anche di tali limiti), dove il ligure "standard" era la vera e propria lingua franca . Nella classificazione corrente, infine, le parlate liguri si considerano parte della famiglia gallo- italica, entro la quale si presentano tuttavia con caratteri assai particolari. Oltre alla diversa base, alle modalità di romanizzazione e al tardivo legame col settentrione longobardo, l'avvio della organizzazione di uno stato regionale intorno a Genova (a partire del XII secolo) aiuta a capire l’originalità linguistica del territorio ligure rispetto al retroterra, fissata già da  Dante, che nel De vulgari eloquentia situa il solo genovese, tra i volgari settentrionali, a destra dell’ideale spartiacque appenninico.
Casalino Pierluigi.

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