Casalino Pierluigi.
giovedì 4 giugno 2020
Ricordo di Pasquale Indulgenza
Un anno fa ci lasciava all'improvviso Pasquale Indulgenza, filosofo ed intellettuale di formazione marxiana, se pur pervaso da spirito critico e volto all'indagine morale e politica senza infingimenti o pregiudizi. Maestro e storico delle idee, Indulgenza coltivava l'arte e l'investigazione profonda dell'essere. Sulle orme del grande Kolakowsky, ne interpretava le ansie e le ricerche su quello che Gide chiamò il Dio fallito del marxismo storico, attuato attraverso la spirale diabolica del potere, secondo la visione storicista. Indulgenza, docente e al tempo stesso impegnato nel dibattito politico, si distingueva per la capacità di sintesi e per la chiarezza della dialettica. Non alieno, come Kolakowsky, alla riflessione sul destino ultimo dell'uomo, Pasquale Indulgenza, guardava con rispetto e curiosa cifra intellettuale al limite estremo del cammino dell'esistenza, recuperando in qualche modo e in termini originalissimi, la concezione provvidenzialistica ereditata dagli affetti familiari. Sapeva dunque recepire il messaggio della diversità delle opinioni e le meditava con verve costruttiva ed attenta. Consapevole della strumentalizzazione della politica e del suo declino, ne rivendicava il primato del servizio. Quale ultimo vate dell'esperienza moderna della polis, si spegneva con lui una voce che sapeva prendere le distanze da fanatismi ed estremismi, rivolgendosi alle coscienze. Mai nemico, ma avversario, pronto al dialogo e all"analisi, ci ha lasciato un contributo di saggezza e di speranza. Di fronte alla attuale crisi dell'idea stessa di progresso, in quanto fondata su una deriva del disegno autentico della conoscenza, Indulgenza par dirci che l'uomo non potrà più essere la sola misura delle cose. L'uomo, ci insegnava Indulgenza, non deve mai essere schiavo dei demoni effimeri e pericolosi delle mode e delle correnti irrazionali.
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