In provincia di Imperia, ai confini con la Francia e il Piemonte, ai piedi del più alto monte delle Alpi Marittime della Liguria, il Saccarello (m.2200), si trovavano i paesini dei Realdo di Verdeggia. Qui si è conservato l'occitano, ovvero il provenzale alpino, la lingua degli antichi trovatori parlata in alcune valli cuneesi, in gran parte del Midi della Francia e in alcuni villaggi spagnoli. A Carloforte, nell'isola di San Pietro nel cagliaritano, si parla genovese. Si tratta di famiglie originarie di Pegli (Pegi), che sotto i Lomellini abitavano l'isola di Tabarka (Tunisia), dove ancora si conservano le gesta di un castello genovese con l'iscrizione del Leone di San Giorgio e anche comuni tradizioni mediterranee tra Liguria, Sardegna, Corsica, Nord Africa e Liguria. Costretti a fuggire i pegliesi della Tunisia, ma restano tracce di liguri (e di siciliani) in quel Paese, i pegliesi di Tabarka furono sistemati nella disabitata Carloforte (che prende il nome da Carlo Emanuele di Savoia detto il Forte), dove giunsero in numero 564 nel 1783. La loro lingua è un genovese arcaico, con un mix di termini sardi e arabi, non sempre accessibile a tutti.
Casalino Pierluigi, 3.11.2013
Casalino Pierluigi, 3.11.2013
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