Per comprendere il senso delle cose e capire come andrà a finire in questo Paese, occorre riflettere sulle anomale condizioni in cui si trova l'Italia e sul sistema di influenze internazionali ora sempre più percepibile e che il nostro Stato particolarmente debole consente: In altri termini con l'incedere della crisi va posta la massima attenzione su cosa intenderanno fare i rilevanti centri di influenza stranieri: in altri termini come vorranno influire sulla nostra vita interna. Americani, tedeschi e in parte anche francesi. Dagli USA, da dove è partita la proposta di un mercato unico transatlantico, si può pensare che in ragione delle politiche e espansive conseguenti, non si punterà a leadership scolorite e inconcludenti, se non controproducenti, come è stata quella di Mario Monti, che ha prodotto alla distruzione della base stessa della governance italiana e relativa governabilità del Paese. Nel contempo ci si augura che il cane da guardia tedesco possa finalmente guardare a politiche meno miopi, liberandole dalle ostinate, tradizionali visioni di bottega. L'Italia, comunque, non può aspettare tutto ciò alla maniera del Ruzante, né attendersi il bilanciamento o controbilanciamento di tali influenze esterne con l'irruzione di nuovi protagonisti o artefici del nostro destino. Non sono certo le polemiche sulle questioni che attengono Berlusconi, né le reiterate querelles che attraversano il PD, né i costanti palleggiamenti di responsabilità nell'utilizzo della linea economica, a fronte di un'Europa (già non adeguata al compito) in cui forse non dovevamo entrare, ma in cui siamo entrati per farci porre nuovi vincoli alla nostra indipendenza. Gli errori di tutti i governi, di destra o di sinistra che siano stati, hanno perso di vista l'obiettivo principale, cioè quello di tagliare la spesa pubblica in modo efficace, senza provvedimenti a senso unico e in ogni caso ad effetto, come sono stati quelli della sciagurata gestione Monti. Nessuna scusa è più buona per non fare nulla, né per attendere imbeccate da questo o quell'alleato-protettore o regista che ci farebbe sempre adottare scelte che rientrano nell'interesse altrui. Se il governo Letta mai cadrà cadrà solo per questa insipienza e per l'incapacità di presentarsi con un volto nuovo al mondo. Al contrario si dovrà dare ragione a Bismarck, il cancelliere prussiano, che già dopo le guerre di indipendenza, affermava che l'Italia era l'ultima ruota del carro.
Casalino Pierluigi, 13.07.2013
Casalino Pierluigi, 13.07.2013
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