venerdì 30 ottobre 2020
Varigotti, una perla della Riviera.
La Divina Commedia è il primo fantasy autobiografico della storia della letteratura occidentale?
Dante e il potere dei numeri.
L'Islam mistico. L'amore visto dai sufi
Dante e i numeri. Una riflessione attuale.
domenica 25 ottobre 2020
Dante e il fascino esoterico dei numeri
Il tempo è la misura dell'anima.
Saladino, il sultano laico amato dai cristiani.
Quando la Francia voleva annettersi anche la provincia di Imperia.
giovedì 15 ottobre 2020
L'Italia di Dante.
sabato 10 ottobre 2020
Dante e la teologia nella Divina Commedia.
Dante teologo.Dante e la teologia nella Divina Commedia.Commedia.-2
L'enigma ligure. Le oscure origini dei Liguri.
Come giudicavano i Liguri gli antichi Greci e Romani.
venerdì 9 ottobre 2020
Dante teologo.
giovedì 8 ottobre 2020
Quella Roma onde Cristo è romano ovvero la ricezione di Dante nel Magistero della Chiesa.
mercoledì 7 ottobre 2020
Dante politico
La Divina Commedia e il pensiero arabo
domenica 4 ottobre 2020
Dante e la letteratura francese e provenzale
Le celebrazioni dantesche 2015-2020. Riflessioni su Dante oltre il suo tempo.
Il parlar ligure da Levante a Ponente e oltre.
venerdì 2 ottobre 2020
Misticismo ebraico e nell'islam
Ancora sulla questione delle fonti arabo-islamiche della Divina Commedia di Dante. L'influenza di Ibn Sina (l'Avicenna dei Latini).
Il parlare ligure
Caratteri liguri si riscontrano in aree del Piemonte meridionale (alta val Tanaro, parte del Monregalese e della val Bormida, retroterra dei centri storicamente genovesi di Ovada, Gavi e Novi Ligure in provincia di Alessandria) e in Emilia (valli piacentine con Ottone, parmensi con Bedonia e Compiano). A est i tratti liguri digradano intorno a Sarzana nel tipo lunigianese, diffuso nella regione storica comprendente gran parte della provincia di Massa, e caratterizzato da tratti comuni soprattutto con l’emiliano; a ovest sono ancora liguri la val Roia, oggi in territorio francese (Briga, Tenda e Breglio), e il Principato di Monaco; la parlata di Mentone ha caratteri di transizione verso il dialetto nizzardo. Isole linguistiche liguri ora estinte, frutto di ripopolamenti quattrocenteschi, interessavano ancora ai primi del XX secolo punti provenzali più a ovest (Mons, Biot, ecc.). Tali episodi non hanno rapporto col contributo dato dal tipo ligure alla formazione dei dialetti galloitalici del Meridione, né con l’affermazione di varietà di ligure ‘coloniale’ a base genovese: il tabarchino in Sardegna, il bonifacino in Corsica. Componenti liguri, non solo di natura lessicale, si riscontrano poi in diverse varietà di contatto: yanito (dialetto andaluso di Gibilterra), neogreco di Chios, varietà urbane della Corsica, sassarese, dialetti delle isole Capraia e Maddalena. L’emigrazione ha radicato nel XIX secolo una presenza del genovese anche in Argentina, Cile e Perù. La distribuzione areale rende conto del legame dei dialetti liguri col retroterra, ma ne accredita anche il ruolo di ponte tra le varietà romanze a est (toscano) e ovest (provenzale), e sottolinea l’espansione legata al ruolo di Genova nel Mediterraneo e oltre. Nella classificazione corrente le parlate liguri si considerano parte del gruppo galloitalico, entro il quale si presentano tuttavia con caratteri particolari. Oltre al diverso sostrato, alle modalità di romanizzazione e al tardivo collegamento col settentrione longobardo (643), la precoce organizzazione di uno stato regionale intorno a Genova (XII secolo) aiuta a comprendere l’originalità linguistica del territorio ligure rispetto al retroterra sancita già da Dante, che nel De vulgari eloquentia colloca il solo genovese, tra i volgari settentrionali, a destra dell’ideale spartiacque appenninico.
Casalino Pierluigi