Euripide ricorda i Liguri per una singolare ragione. Il grande drammaturgo greco in un verso de Le Troiane definisce ligure la maga Circe, immortalata da Omero, lasciandoci supporre ch'egli ritenesse soggetta ai Liguri l'isola abitata dalla celebre incantatrice di Ulisse. Qualcuno, richiamandosi alle dote canore della prima delle donne fatali e al significato della voce greca "ligus", traducibile sia in "ligure", sia in anche in "melodioso", ne trasse la deduzione che i Liguri fossero un popolo di cantautori. E non è un caso che anche un cantautore ligure dei nostri tempi, Gino Paoli, abbia dedicato una famosa sua canzone ad una seducente bella di notte genovese. Le donne liguri hanno contribuito in ogni modo a scrivere la storia della nostra regione: sante, streghe, maghe e guaritrice, cortigiane e nobildonne, popolane e e poetesse, austere e ad un tempo dolcissime madri di famiglia sono entrate nell'immaginario collettivo delle nostre genti e costituiscono un patrimonio inesauribile del carattere ligure. Di schiave e prostitute, inoltre, è ricca la storia della Liguria medievale e dei secoli successivi. Nel 1389 a Genova, nella zona compresa tra l'attuale Piazza Fontane Marose, Via Garibaldi e Piazza del Portello, si trovava il cosiddetto "bordelus casteleti" e la Superba riscuoteva una regolare gabella sulle meretrici che serviva a mantenere i moli del porto in ordine. Analoghe misure erano in vigore anche nel resto del territorio ligure, da Ventimiglia a Sanremo, a Porto Maurizio, ad Albenga, a Savona, dove le autorità lucravano sulle attività delle prostitute per garantire gli equilibri del pubblico erario.
Casalino Pierluigi, 21.06.2014
Casalino Pierluigi, 21.06.2014
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