mercoledì 25 giugno 2014

IL CAPRICCIO DI COSTANTINO di Casalino Pierluigi su "in poche righe" di Ennepilibri. Nuove riflessioni.

Le religioni tengono alte le loro idealità nel momento migliore e fino a quando si mantengono passive e in condizioni di contestazione di fronte allo Stato, il che rappresenta naturalmente la loro più difficile prova del fuoco, in cui senz'altro è naufragato già e più di un sublime slancio, poiché esiste realmente il pericolo di essere distrutte dallo Stato qualora il medesimo rappresenti una religione diversa e intollerante. Il Cristianesimo è, in verità, la religione sofferente per antonomasia e la sua dottrina è rivolta a favore dei poveri e dei sofferenti ed è certo la meno adatta, insieme a poche altre come il buddhismo, ad entrare in un qualsiasi rapporto con lo Stato. La sua stessa universalità vi si oppone. E pur tuttavia il Cristianesimo entrò in stretto rapporto con lo Stato. Le basi di tale processo furono gettate poco dopo l'epoca apostolica. I Cristiani del II e del III secolo erano uomini del mondo antico e cioè del periodo dello Stato unitario. Così l'organizzazione statale trascinò quella ecclesiastica a darsi forma secondo il suo modello. I Cristiani formarono ad ogni costo una nuova società, separando al massimo una sola dottrina da altre minori o eresie, ed organizzarono la loro comunità già allora sostanzialmente in modo gerarchico. Molte loro cose ed atteggiamenti erano già di natura terrena: si veda i casi del vescovo di Antiochia Paolo di Samosata e le polemiche promosse contro questo tipo di visione terrena da parte di Eusebio, vescovo di Cesarea. In tal modo comunque il Cristianesimo è stato una sorta di religione unitaria dell'Impero fin dall'epoca delle persecuzioni. Quando poi con Costantino (leggi IL CAPRICCIO DI COSTANTINO di Casalino Pierluigi su "in poche " di Ennepilibri) sopravvenne il subitaneo cambiamento la comunità fu di colpo talmente potente che avrebbe potuto quasi risolvere da se stessa lo Stato. Essa divenne pertanto quanto meno una potentissima Chiesa di Stato, assegnando successivamente alla religione un ruolo determinante nella società civile. Dopo l'avvento della pluralità religiosa il valore della fede è tornato ai modelli originari e Stato e Chiesa sono ormai separati in un moderno regime di tolleranza e di libertà religiosa e civile.
Casalino Pierluigi, 25.06.2014

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