Più famoso all'estero che in Italia, a cavallo tra Ottocento e Novecento contribuì alla rivoluzione degli studi matematici. Tra i fondatori del calcolo vettoriale, inventò anche una nuova lingua internazionale, simile all'esperanto, che però non ebbe successo. Peano fu un uomo di scienza, ricco di fantasia e di intuizioni straordinarie. Dalla personalità multiforme e aperta, giocava con i bambini e detestava gli esami. Con le sue teorie ispirò Bertrand Russel, rivoluzionò la matematica moderna, aprendo la via alla logica matematica. Nel clima improntato all'idealismo crociano, i suoi studi non ebbero vita facile, mentre all'estero ne fu immediatamente recepita la modernità di pensiero. Solo più tardi fu riconosciuto anche da noi il suo merito nelle ricerche i logica matematica. Un processo, quello promosso da Peano, che ancora oggi da i suoi frutti scientifici: la ridefinizione dei fondamenti stessi della matematica e il tentativo di un sua riduzione alla logica, come farà lo stesso Russel, può derivare dai numeri naturali, secondo una "aritmetizzazione" della matematica che prevede, peraltro, la riduzione della teoria dei numeri naturali ai minimi termini essenziali dai quali ricavare tutto il resto. Il simbolismo di Peano, come fu dimostrato anche da Russel, è ancora in uso, soprattutto per la suo rigore scientifico. Gli studi di Peano raggiunsero anche altri grandi risultati. L'elevato valore morale e il rigore della sua mente, così ammirati da Russel, gli meritano la nostra ammirazione. Tutto il contrario del personaggio del professore nello Zio Vanja di Checov, Peano fu modesto, schivo e privo di vanità. Nei rapporti con gli studenti diceva che se questi ultimi non capivano, la colpa era del metodo dell'insegnante.
Casalino Pierluigi, 7.07.2013
Casalino Pierluigi, 7.07.2013
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