Una variante interessante nella Russia tradizionale assenteista apparve nella Russia zarista. I proprietari della Russia moscovita e post-moscovita erano così occupati a fornire i loro servizi militari civili che non potevano dedicare molto impegno alla coltivazione come facevano i proprietari terrieri in Germania e in Inghilterra. Di conseguenza la coltivazione scientifica era assai limitata tra gli aristocratici in Russia prima del 1762 e, quando il barone russo Haxthausen completò nel 1840 il suo studio sulla Russia rurale, rimase colpito della differenza tra i proprietari terrieri della Russia e quelli del resto d'Europa. Egli prese coscienza della specificità del dispotismo orientale, comprendendo quanto grande fosse la mancanza di tradizione feudale nella nobiltà russa. Sulla base di queste premesse si possono cogliere le motivazioni delle riforme attuate dalla burocrazia zarista nella seconda metà del XIX secolo (1861) e all'inizio del XX secolo (la riforma Stolypin nel 1908). In entrambe le circostanze la resistenza fu dura, ma alla fine il cambiamento passò proprio grazie alla stessa classe di governo, composta in prevalenza da proprietari terrieri. Ciò, peraltro, non bastò e nel 1917 si avviò il processo rivoluzionario, che si scontrò in larga misura con la mentalità "asiatica" della Russia, nonostante che qualche traccia di classe industriale o militar-industriale si andasse affermando nella Russia sovietica sulla scia di un "trend" già presente nella società russa. L'odierno potere dei petrolieri e dei magnati russi post-comunisti affonda le radici in quella dimensione: anche questo costituisce uno di quei lineamenti grande-russi che significano l'Eterna Russia, come non si stancava di ripetere mio padre Michele Casalino (La Russia, diceva Michele Casalino, è sempre la Russia.../Radio 24 de Il Sole 24 Ore, La storia di Michele Casalino, Il Tempo e la Memoria, Casalino Pierluigi, Ennepilibri, Imperia, 2006).
Casalino Pierluigi, 5.07.2013
Casalino Pierluigi, 5.07.2013
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