domenica 14 luglio 2013

Le astuzie politiche previste dallo stratagemma "tutti contro tutti". Il caso dell'Afghanistan.

Le astuzie politiche previste dallo stratagemma "tutti contro tutti" e profittare di tutte le possibilità per prendere il controllo del prossimo, sono ancora utili ai conquistatori di oggi. L'Italia di Mussolini occupò senza colpo ferire l'Albania dopo un lungo periodo di capillare infiltrazione nel Paese balcanico. Ancor più efficace si rivelò l'operazione messa in atto dai russi in Afghanistan. La Russia sovietica ha sempre adottato tutta una serie di misure, come l'invio di consiglieri militari, la formazione di forze filo-sovietiche (leggi in proposito LE LUNE DI MARTE di Casalino Pierluigi su casalinopierluigi.bloog e ascolta su Radio 24 de Il Sole 24 l'intervista di Casalino Pierluigi/ LA STORIA DI MICHELE CASALINO), cui far seguire l'occupazione armata, le quali possono chiamarsi a pieno titolo un "levare la trave, per togliere il pilatro", ovvero l'aggiornata concezione cinese antica. Per invadere l'Afghanistan e realizzare il sogno della Russia di sempre della conquista di uno sbocco sull'Oceano Indiano, l'URSS si infiltrò in ogni settore del'Afghanistan, a partire dalla metà degli anni Cinquanta del XX secolo. Dopo l'ascesa al potere di Taraki, vi inviò a più riprese oltre seimila consiglieri ed esperti, che gradualmente presero il controllo dell'esercito e dello Stato; contemporaneamente, costrinse con lo spionaggio gli oppositori a diventare filoso-sovietici. Il 27 dicembre 1979, l'Armata Rossa poté invadere apertamente l'Afghanistan e vincere al primo colpo, proprio perché "la trave e il pilastro" dell'apparato militare e statale afghani erano stati "tolti". Si tratta dell'applicazione pratica di un antico stratagemma dell'arte cinese di vincere descritta ne "I 36 Stratagemmi".
Casalino Pierluigi, 14.07.2013

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