Filippo, prefetto del pretorio, era arabo della regione di Bora, che nei primi secoli fu un centro fiorente di cultura cristiana, e fu successore di Gordiano III, della cui caduta, si diceva, era stato responsabile. Filippo l'Arabo celebrò il millennio di Roma "aeterna", sottolineando la sacralità della missione della Città e del suo Impero, segno di civiltà e di potenza. La reazione pagana, ma non solo quella, ma anche motivi di politica fiscale condussero alla fine di Filippo e di suo figlio, aprendo la strada alla restaurazione dell'Imperatore Decio e dell'antica religione pagana. I tempi di Costantino erano ancora lontani, ma già la romanità era egemonizzata dall'ideale cristiano, che, in ogni caso, avrebbe poi portato avanti la straordinaria eredità della civiltà di Roma.
Casalino Pierluigi, 1.07.2013
Casalino Pierluigi, 1.07.2013
Nessun commento:
Posta un commento