venerdì 28 giugno 2013

La nuova frontiera dell'arte di VULA (Claudio Ughetti da Ventimiglia)

Per la sua nuova produzione artistica, VULA sembra voler far propria la baudelairiana definizione di modernità, incarnata dal transitorio, dal fuggevole, dal contingente. Una serie di elementi che non mancano, nell'ottica del'autore, di immettersi in una cosmica dimensione di non sempre raggiunta dall'influsso umano. Fenomeni naturali e surreali, virtuali, indefinite costruzioni di mondi inaccessibili e non di rado irraggiungibili attraverso la comune esperienza. Un continuo mutamento che si esprime con tratti di massimamente effimero e al tempo stesso del carattere universale dell''immutabile, dell'eterno. L'arte di VULA parla sempre alla psiche per intima vocazione: si fa punteggiatura dei cieli e della quotidianità, realtà che traduce in un vortice di sensazioni e di semantiche trasversali, che travalica le latitudini non solo fisiche, per approdare e varcare le colonne d'Ercole dell'ignoto. Va oltre le culture e va oltre la vita l'arte di VULA, si trasferisce nel continuo avanzare delle frontiere, che come le sabbie del deserto si spostano senza fine verso nuove direzioni, fino a smarrirsi e a far smarrire il senso originale dell'uomo e della sua creatività. Talvolta, per comprendere il significato del gesto artistico di VULA conviene visitarne i luoghi di ispirazione: un modo per afferrarne i fenomeni artistici, ma anche per coglierne le ragioni profonde. Significa così entrare fisicamente nelle armonie e nelle disarmonie che l'autore di Ventimiglia ci propone e con le quali ci pervade. Anche il suo atelier, la sua stanza-laboratorio rappresentano il viatico per accostarsi alla sua esperienza, per superare la frontiera che è davanti a noi.
Pierluigi Casalino, 28.06.2013

Nessun commento:

Posta un commento