giovedì 27 giugno 2013

Il ritorno del mito di Stalin in Russia

Le corrispondenze da Mosca ci raccontano di come stia ritornando in grande stile il mito di Stalin in Russia, anche con la complicità dello stesso Cremlino. Non si contano le immagini del padre dei popoli che osserva fiero e ieratico la sua Russia, al pari di un'icona irraggiungibile nella sua severità: immagini  che rappresentano uno Stalin sempre intento a richiamare sul di sé lo sguardo del suo popolo, mentre contempla un orizzonte lontano e glorioso, ma anche uno Stalin che emerge dai souvenir o dalle statuette, dai busti delle piazze, dai serial televisivi, dalle pubblicazioni a getto continuo dedicate dittatore georgiano, dopo un oblio di 50 anni. Si tratta di un revival di ampio respiro, alimentato dal potere, anche ai fini del consenso. Resta dunque la Russia, come dice vecchia battuta, un paese "dal passato imprevedibile". Viene combattuto il Negazionismo sulla Grande Guerra Patriottica": può costare il carcere mettere in discussione l'epoca staliniana e le stesse responsabilità russe alle origini della Seconda Guerra Mondiale, in particolare il Patto Molotov-Ribbentrop e la successiva annessione sovietica dell'Europa Orientale sotto l'egida del comunismo. Stalin fa l'occhiolino dappertutto ormai. Rimando in proposito alle considerazioni formulate nel mio "Il Demone Russo" ("Il Demone Russo" di Casalino Pierluigi su Asino Russo e sul Blog di Ennepilibri) per comprendere le radici di questo mito intramontabile che affonda  nell'animo ancestrale della Russia di sempre.
Casalino Pierluigi, 27.06.2013

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