Fino a quasi alla metà del XVIII secolo, in Liguria i trasporti si svolgevano a mezzo del cavallo, per le persone, e del mulo, per le merci. Molto note per trasportare il sale, soprattutto, ma anche altri prodotti dai centri rivieraschi e della Provenza al Piemonte e alla pianura padana, erano le cosiddette Vie del Sale. Di norma, tuttavia, si utilizzava il trasporto marittimo, per barca o per naviglio di piccolo o medio cabotaggio che si spostavano lungo i porti del Tirreno, della Corsica, della Sardegna, del Mar Ligure e del Meridione d'Italia, anche se non mancavano rotte di più ampio respiro, grazie alle gloriose ed efficienti flotte da pesca e commerciali d'alto bordo (Sanremo, Cervo, Laigueglia, Alassio, Loano ed altri c entri marini), che si spingevano in tutto il Mediterraneo e sull'Atlantico. Nelle città non esistevano le carrozze, se non per brevi tratti che conducevano alla campagna fuori porta o sui rettilinei dei litorali, ma anche in grado, come le diligenze, veicoli più ambiziosi, di trasportare gente attraverso zone impervie, come Capo Mele, dove era possibile effettuare il cambio dei cavalli - si ricorda, in proposito, la località E Cadene (Le Catene), tra Andora e Laigueglia - e dove si faceva sosta per il timore dell'assalto dei briganti. Nei centri urbani si faceva uso della cosiddetta "rebellea", calessino che portava alcune persone: tale mezzo di trasporto è rimasto a lungo in città del Ponente, come, ad esempio, Alassio, come attrattiva turistica, entrando nell'immaginario collettivo della Riviera. E' questa la cartolina di una Liguria che non c'è più, ma che viene conservata nel ricordo di quanti in Italia e all'estero hanno nostalgia dei momenti più suggestivi del Bel Paese.
Casalino Pierluigi, 7.05.2014
Casalino Pierluigi, 7.05.2014
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