Le confraternite di laici proliferarono anche in Liguria dal Medioevo fino al XVIII secolo con scopi di mutua assistenza fra gli appartenenti ai vari e diversi mestieri. Si trattava di una forma primordiale di assicurazione, quando non esistevano ancora gli istituti previdenziali e nemmeno le organizzazioni sindacali, con la quale i componenti o i membri di essa si appoggiavano reciprocamente, costituendo fondi comuni. Gli scopi erano dunque sia pratici che spirituali: esse disponevano oratori nei quali si svolgevano, tra l'altro, riunioni di carattere culturale e caritativo e funzioni religiose (a Laigueglia la confraternita di Santa Maria Maddalena, di origine catalana, era solita - ma lo continua fare ai giorni nostri - recitare con stile mozarabico le litanie del Signore Morto la sera del Giovedì Santo e il Venerdì Santo). Successivamente, nel clima storico e sociale del XIX e del primo XX secolo, sorsero anche per fini filantropici e di aiuto a categorie bisognose numerose associazioni laiche di mutuo soccorso, grazie a lasciti (sempre a Laigueglia il libero pensatore, Capitano di Marina, Agostino Pagliano lasciò erede universale dei suoi beni la classe proletaria - sulla sua colonna lapide spezzata si legge ancora oggi "nessun rimorso" - e destinò una somma a favore delle ragazze madri, mentre in altri centri liguri le crescenti esigenze della questione operaia e contadina o delle motivazioni dei pescatori investivano le società di mutuo soccorso di scopi di promozione sociale. Ogni paese della Liguria aveva (e ha ancora) le sue confraternite a carattere sacro-religioso che, oltre a costituire un patrimonio culturale e religioso, appunto, rappresentano un momento di solidarietà, di aggregazione e di appartenenza alle comunità locali anche nel contesto delle iniziative turistiche: un modo per conservare le tradizioni e per lottare contro la crisi.
Casalino Pierluigi, 24.04.2014
Casalino Pierluigi, 24.04.2014
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