sabato 24 maggio 2014

CONFRATERNITE IN LIGURIA

Le confraternite di laici proliferarono anche in Liguria dal Medioevo fino al XVIII secolo con scopi di mutua assistenza fra gli appartenenti ai vari e diversi mestieri. Si trattava di una forma primordiale di assicurazione, quando non esistevano ancora gli istituti previdenziali e nemmeno le organizzazioni sindacali, con la quale i componenti o i membri di essa si appoggiavano reciprocamente, costituendo fondi comuni. Gli scopi erano dunque sia pratici che spirituali: esse disponevano oratori nei quali si svolgevano, tra l'altro, riunioni di carattere culturale e caritativo e funzioni religiose (a Laigueglia la confraternita di Santa Maria Maddalena, di origine catalana, era solita - ma lo continua fare ai giorni nostri - recitare con stile mozarabico le litanie del Signore Morto la sera del Giovedì Santo e il Venerdì Santo). Successivamente, nel clima storico e sociale del XIX e del primo XX secolo, sorsero anche per fini filantropici e di aiuto a categorie bisognose numerose associazioni laiche di mutuo soccorso, grazie a lasciti (sempre a Laigueglia il libero pensatore, Capitano di Marina, Agostino Pagliano lasciò erede universale dei suoi beni la classe proletaria - sulla sua colonna lapide spezzata si legge ancora oggi "nessun rimorso" - e destinò una somma a favore delle ragazze madri, mentre in altri centri liguri le crescenti esigenze della questione operaia e contadina o delle motivazioni dei pescatori investivano le società di mutuo soccorso di scopi di promozione sociale. Ogni paese della Liguria aveva (e ha ancora) le sue confraternite a carattere sacro-religioso che, oltre a costituire un patrimonio culturale e religioso, appunto, rappresentano un momento di solidarietà, di aggregazione e di appartenenza alle comunità locali anche nel contesto delle iniziative turistiche: un modo per conservare le tradizioni e per lottare contro la crisi.
Casalino Pierluigi, 24.04.2014

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