domenica 21 marzo 2021

Nuove considerazioni su Ventimiglia e la Riviera dall'epoca napoleonica all'unità d'Italia.




 

 Il XIX secolo iniziava con l’occupazione delle Riviere da parte delle truppe Austro-Sarde, che le tenevano libere dagli armati filofrancesi. Ventimiglia entrata pertanto a far parte della ricostituita Contea Sabauda di Nizza, diventava capoluogo cantonale delle Otto Ville, all’interno della Giurisdizione della Roia, inglobata in quella delle Palme, con capoluogo Sanremo. In giugno, tuttavia, con gli esiti della battaglia di Marengo, si ripropose  l’occupazione francese della Repubblica Ligure e cosi' Ventimiglia fece parte del Dipartimento degli Ulivi nella Prefettura di Porto Maurizio.  I rivoluzionari cacciarono molti ordini religiosi, cedendo i loro beni al Comune intemelio. La Diocesi veniva, a sua volta, smembrata, concedendo alla Diocesi di Nizza le parrocchie oltre Ponte San Luigi. A quella di Ventimiglia ne restarono soltanto quindici. La città, con le frazioni, contava tremilaottocento abitanti. La moneta in uso era il Franco francese. L’editto napoleonico di Sait Cloud raccolse poi in un unico corpo le norme disposte per il funzionamento dei cimiteri, stabilendo che venissero collocati fuori delle mura cittadine. Veniva regolamentata la Banca di San Giorgio e venivano soppressi i Magistrati delle Dogane e del Sale.Nel 1805, La Repubblica Ligure entrava a far parte dell’Impero Francese e la Giurisdizione delle Palme era assegnata al Dipartimento delle Alpi Marittime. Per la prima volta, dopo oltre cinque secoli, Ventimiglia non era più una città di confine; mentre i fondi agrari delle istituzioni religiose venivano messi a disposizione delle maestranze agricole. Napoleone decideva intanto la costruzione della “Strada di Cornice” da Nizza a Ventimiglia e insieme alla strada da Ventimiglia e Bordighera, progettava una strada carrozzabile lungo la Valle Roia.  Oltre a reintrodurre il precedente Calendario Gregoriano, la Diocesi ventimigliese era staccata dalla quella metropolitana di Milano e resa suffraganea a quella di Aix in Provenza. Abdicando Napoleone, nel 1814, peraltro, Ventimiglia venne a trovarsi nel ripristinato Regno di Francia, ma meno d’un mese dopo, il 26 aprile, rientrava nuovamente far parte della Repubblica di Genova. Per dare buona prova di sé, la Repubblica genoves avvio' i decisi progetti stradali napoleonici, ma il Congresso di Vienna, il 12 dicembre, annetteva la Liguria al Regno di Sardegna. Ventimiglia entrava quindi nella Divisione di Nizza, Provincia di Oneglia, Mandamento di San Remo, diventando Porto Franco sabaudo. Il 20 novembre, il Principato di Monaco venne passato sotto il protettorato del Regno sardo.Sui successivi sviluppi nel Ponente ligure già mi sono occupato in precedenti occasioni. Ricordo soltanto che la cessione di Nizza alla Francia in seguito agli accordi di Plombierès che precedettero la seconda guerra di indipendenza, comportò cambiamenti ancor più radicali per il Ponente ligure. Questo avvenimento, infatti, per altri versi doloroso, poneva Ventimiglia  - in un primo tempo destinata a diventare definitivamente francese  - nella situazione di città di frontiera del nuovo Regno d’Italia e le apriva prospettive di sviluppo che, fino a quel momento, le erano state precluse soprattutto dal fatto di essere rimasta per lunghi secoli un centro medievale, arroccato su un colle e chiuso fra le montagne e il mare. La condizione di Ventimiglia, ormai parte del Regno d'Italia, era condivisa dall'intera Riviera.
Casalino Pierluigi 

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