martedì 30 marzo 2021

La censura di Dante al tempo del conformismo all'insegna del politically correct.


Il regime staliniano e quello nazista misero in cantina quella che essi consideravano arte controrivoluzionaria o degenerata, eclissando capolavori dell'umanità. Analogamente le guardie rosse della Cina di Mao distrusseo opere d'arte e di cultura che celebravano la civiltà cinese e così fecero nel nome del fanatismo islamico i talebani afghani e l'Isis, distruggendo monumenti dell'intelligenza mondiale. Perché poi non dimenticare le bombe alleate su Dresda? Ora tocca a questi ottusi seguaci del politically correct a sbizzarrirsi nel censurare Dante e il suo profetico messaggio di speranza non solo religiosa, ma anche autenticamente laica, come lo stesso Sommo Poeta interpretava. Se è vero, infatti, che la meta ultima di Dante e' la visione suprema di Dio, un Dio fatto uomo, che ha preso la condizione nostra di combattenti per la libertà di coscienza. Ecco ora che l'Europa pavida dei nostri giorni cede i propri valori sull'altare del conformismo e della vigliaccheria culturale, censurando Dante, uno dei pilastri della nostra eredità civile e morale.
Casalino Pierluigi 


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