Al tempo della Seconda Guerra Mondiale, Hitler cercò di annettersi tutta l'Europa e conseguire l'egemonia mondiale, ma si preoccupò dell'evenienza che i paesi europei si alleassero tutti contro di lui. In tale ottica, Hitler mise in atto ogni camuffamento politico e diplomatico, applicando a pieno una politica di concessioni verso gli Occidentali, onde legarsi ai distanti per attaccare i vicini. Ancora alla vigilia dell'invasione della Polonia, egli fece mosse diplomatiche con la Gran Bretagna e la Francia tramite Mussolini. Il 31 agosto 1939, pochi giorni dopo la firma del trattato Molotov-Ribbentrop tra Berlino e la Russia sovietica, Mussolini propose una conferenza quadripartita fra Germania, Italia, Francia e Gran Bretagna. Grazie a tale farsa diplomatica, Hitler comprese che neanche in seguito gli Occidentali avrebbero aiutato la Polonia, così sentì di avere ancor di più le mani libere nei confronti di Varsavia. Scomparsa la Polonia dalla carta geografica anche in forza della spartizione tra la Germania e la Russia, i tedeschi volsero l'esercito ad Ovest e conquistarono la Danimarca, la Norvegia, l'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, la Francia, aggirarono le Ardenne, giungendo alla Manica per minacciare la Gran Bretagna. Un'eco dello stratagemma di distruggere un nemico alla vota si vide nella strategia globale dell'URSS.
Casalino Pierluigi, 14.10.2013
Casalino Pierluigi, 14.10.2013
Nessun commento:
Posta un commento