mercoledì 23 ottobre 2013

Il senso del passato, del presente e del futuro.

La fortuna ci offre illusioni ottiche, interi secoli sono immaginati per fortunati o sfortunati. Il secolo di Pericle fu ritenuto culminante in tutta la storia dell'antichità. Renan diceva che nei tre decenni dal 1815 al 1848 erano stati i migliori della Francia e della stessa umanità. Le epoche di distruzione sono considerati negativi e infelici. Solo nella modernità si pensa in questo modo, però. Gli antichi credevano in un'originale età dell'oro, che andò declinando fino ad un successivo peggioramento. Esiodo descrive il suo tempo come un'età del ferro, oscura e infelice. Oggi invece si pensa che si vada sempre avanti verso il perfezionamento crescente di ogni cosa presente e futura. Quale delle due visioni sia la giusta non è dato sapere, ma se il marxismo storicodialettico ha provato quanto la Storia possa anche tornare indietro e che il progresso può anche trasformarsi in regresso, è facile ritenere che gli antichi non avessero tutti i torti, nonostante che il mito di Atlantide ci abbia insegnato quanto sia precipitosa la decadenza e il crollo di una civiltà quando ha raggiunto il suo vertice e da esso sia iniziata un'irreversibile decadenza.
Casalino Pierluigi, 23.10.2013

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