Casalino Pierluigi
giovedì 30 dicembre 2021
L'idea di democrazia alla prova delle emergenze del nostro tempo.
La crisi delle democrazie attribuita a molti e complessi fattori storici, non ultimo l'irrompere della pandemia, mette a nudo la loro fragilità e (soprattutto) la loro stessa sicurezza in termini di difesa e di tenuta sociale. Le insidie destabilizzanti promosse dai dispotismi orientali e le mai sopite minacce rappresentate dal terrorismo e dal fanatismo di ogni sorta richiedono una profonda riflessione sui valori democratici che non può non investire l'educazione e la formazione sia delle classi politici che di settori rilevanti della società: una società prigioniera delle seduzioni devastanti dei social e delle menzogne complottiste, oltre che nell'affermarsi di distorsioni intellettuali come quelle della falsificazione della Storia e delle mitologie aberranti e pericolose della cancel culture e del politically correct.
domenica 26 dicembre 2021
A trent'anni dalla fine dell'URSS.
Se la Cina gioca d'azzardo sul quadrante internazionale nel nome di una mai spenta vocazione imperiale di stampo marxconfucianocapitalistica, la Russia, a sua volta, ripercorre, a trent'anni dalla fine dell'URSS, la propria storia, fondata sul prevalere del potere sulla comunità e sui singoli. Un ritorno al nazionalismo, dunque, con l'uomo forte Putin, nuovo zar, dispotico e intollerante di ogni dissenso, che rincorre l'affabulazione dell'Armata Rossa ed usa la Storia con abile capacità di falsificazione per promuoversi agli occhi del popolo russo. Un popolo russo che mostra, peraltro,inediti segnali e fermenti che rivendicano indipendenza e libertà da un vertice tradizionalmente messianico, slavofilo e autocratico.
Casalino Pierluigi
sabato 25 dicembre 2021
La sfida per la libertà. L'Occidente di fronte a Cina e Russia.
Se i progressi missilistici cinesi (e russi ovviamente) hanno accelerato la vigilanza degli Stati Uniti e degli alleati sul piano della difesa e del consolidamento della linea di contenimento del dispotismo orientale, dall'altro fa alzare il livello dell'attenzione con il possibile rischio di conflitti. La ricerca di affermare i diritti umani in chiave cinese e russa, l'espandersi delle iniziative culturali toralitarie e non certo in sintonia con i tradizionali valori democratici, ma anche e soprattutto le azioni di destabilizzazione della sicurezza dei Paesi occidentali, oltre che i tentativi di corrompere le élites locali nei diversi continenti ai fini strategici delle due potenze, rappresentano vere minacce alla nostra civiltà. Pretendere pari legittimità per i Paesi autoritari rispetto a quelli democratici costituisce già di per sé una strumentalizzazione delle relazioni internazionali, fondate non solo sugli equilibri di forza, ma anche sul riconoscimento di principi inalienabili e comuni alle persone ovunque. Russia a parte, la narrazione del Partito Comunista Cinese, diffusa a larghe mani e sicuramente da non confondere con la totalità del popolo cinese, mette a rischio la libertà di molti stati, a partire da Taiwan per arrivare a quelli africani, dove la leva dell'indebitamento serve a Pechino per introdurre in molte aree geopolitiche emergenti un nuovo e più insidioso colonialismo. Alla luce di tutto ciò e per tornare alla questione di Taiwan, il presidente americano Biden, in una rara continuità con il suo predecessore Trump, ha potenziato le difese asimmetriche dell'isola, confermando una presenza credibile degli USA nella regione.
Casalino Pierluigi
mercoledì 22 dicembre 2021
La Francesca da Rimini in Dante.
Francesca da Rimini è l'eroina cantata da Dante che tutti affascina, un'eroina moderna e dolente come il suo sfortunato compagno. L'argomento è fondamentale, ed è lo stesso Dante a dircelo e a impostarlo,sin dal momento in cui le racconta del suo innamoramento di Beatrice a nove anni in modo "esclusivo ed intensissimo più forte della morte": precisamente come sarà quello di Paolo e Francesca in Inferno, V. Precisamente, ma fino ad un certo punto. Perché mentre la Beatrice della Vita nuova è sublimata in angelo, Francesca, sebbene nella simpatia dantesca provi ad elevarsi, angelo proprio non è. Tra la Beatrice della Vita nuova e la Francesca della Commedia si svolge tutta la storia di "amore e di colpa" di Dante: la prima assume il carattere dell'amore disinteressato, la seconda incarna, invece, la colpa. Proprio in quel celebre passaggio esplode una passione erotica poco controllabile, che sembra congelare il progresso di Dante verso il ritorno di Beatrice in Purgatorio XX. Tutte le contraddizioni dell'amor cortese e dei cuori gentili emergono qui, in una delle pagine più famose al mondo della Divina Commedia: dove dominano Eros e Thanatos e dove ai due "paion si al vento leggieri" è contrapposta la pesantezza del Sommo Poeta, il quale dopo il racconto cade svenuto a terra " come corpo morto cade". Così descritto e fatale è quel racconto dal triplice Amore dell'inizio al punto cruciale del bacio e al termine della lettura dei due amanti, che esso risuona nei secoli. E nel quale emergono i frammenti del primo discorso di Francesca a Dante: "...che parlar vi piace...mentreche' il vento, come si fa, tace.
Casalino Pierluigi
domenica 19 dicembre 2021
Gaetano Mosca, la teoria della classe politica, 2
La teoria della classe politica di Gaetano Mosca appare straordinariamente attuale ad 80 dalla morte del grande studioso. Nelle opere di Mosca ritroviamo, infatti, due definizioni-tipo di classe politica, dirigente e politica, spesso confuse e identificate nelle seguenti elaborazioni "classe speciale di persone che forma il governo", o "forze direttrici della società e quindi vere forze politiche". Il principio che accomuna entrambi i concetti, è quello che riconosce come unica realtà sociale, quella in cui una minoranza dominante governa la maggioranza; ma la soluzione per superare questa confusione, tra le due nozioni, è basata sulla distinzione di due livelli di generalizzazione: il primo più generale, in cui la classe politica e dirigente, sono tutt'uno, rappresentando le posizioni di potere e le forze sociali; quindi, una connotazione allargata della classe politica, in cui questa, è definita come l'insieme delle persone che esercitano la direzione politica, comprendendo la classe economicamente dominante, come i ceti abbienti, gli intellettuali, il clero, cioè tutte le capacità direttive del paese, a qualunque titolo costituite (religioso, sociale, politico).Il secondo, più specifico, si basa sulla distinzione dei rapporti tra potere nella società e nello stato. La teoria della classe politica, partendo dal presupposto che in qualunque sistema sociale è presente una minoranza dominante e una maggioranza dominata, giunge ad una "teoria del potere" utile per ricostruire i caratteri della formazione ed organizzazione dei gruppi politici dirigenti. L'importanza della classe politica, sta nel fatto che la sua costituzione, determina la politica e la civiltà dei diversi popoli.
Uno dei tratti fondamentali di una società, va ritrovato nella struttura della classe politica, cioè nella relazione tra i gruppi che detengono ed esercitano il potere, partendo dal postulato che la politica è sinonimo di lotta per la supremazia.In Mosca rintracciamo il rifiuto per l'utilizzo del termine élite, poiché il suo significato può condurre all'idea che coloro che sono al potere siano gli elementi migliori della popolazione. Le minoranze governanti sono formate in maniera che gli individui che le compongono: "si distinguono dalla massa dei governati per certe qualità, che danno loro una certa superiorità materiale ed intellettuale od anche morale…essi, in altre parole, devono avere qualche requisito, vero o apparente, che è fortemente apprezzato e molto si fa valere nella società nella quale vivono" oppure sono gli eredi di coloro che possedevano queste caratteristiche. Smentendo la teoria del principio ereditario nella classe politica, poiché se veramente essa appartenesse ad una razza superiore, non dovrebbe decadere o perdere il potere, come effettivamente accade, queste qualità sono costituite dal: coraggio personale, la lealtà, la capacità di lavoro, la volontà di innalzarsi, il senso di concretezza, l'energia nel comandare, ed altre ancora, che nell'insieme creano l'arte di governo.
"L'uomo di governo è colui che ha le qualità richieste per arrivare ai posti più elevati della gerarchia politica e per sapervi restare".All'uomo di governo, che Mosca definisce arrivista e trasformista, contrappone: "Uomo di stato è colui che per la vastità delle sue cognizioni e per la profondità delle sue vedute acquista una coscienza chiara e precisa dei bisogni della società in cui vive e che sa trovare la via migliore per condurla, con le minori scosse e le minori sofferenze possibili, alla meta alla quale dovrebbe o almeno potrebbe arrivare".Il male del governo parlamentare, è che in esso predomina la figura del politicante professionista, e manca quella dell'uomo di Stato. - fine.
Casalino Pierluigi
Gaetano Mosca, la teoria della classe politica, 1
E' l'italiano Gaetano Mosca (1856-1941), che ha divulgato il concetto di classe dirigente politica (classe politica) nei suoi Elementi di scienza politica, la cui prima edizione risale al 1896. Mosca crede alla scienza politica e il principio di questa scienza gli sembra essere la distinzione tra la classe dei dirigenti e quella dei diretti. Il potere non può essere esercitato né da un individuo e neanche dal complesso dei cittadini,ma soltanto da una minoranza organizzata." Più grande è la comunità politica, più il numero dei governanti sarà debole". La classe dirigente può essere tanto aperta (democratica) quanto chiusa (aristocratica). Questa distinzione relativa alla composizione della classe dirigente è indipendente dalla distinzione tra regimi burocratici e quelli liberali: e perciò, secondo Mosca, esistono burocrazie democratiche, come la Chiesa cattolica, e regimi liberali aristocratici. Ritenuto da alcuni studiosi uno dei più notevoli machiavellici, Mosxa è, in realtà, un acuto critico della democrazia, se pur resti legato ad una sorta di liberalismo aristocratico nella tradizione illuministica. "Il paese più libero, egli afferma, è quello in cui i diritti dei governati sono meglio protetti contro il capriccio arbitrario e la tirannide dei dirigenti". La libertà, sostiene Mosca, è equilibrio e non unità. Mosca non è assertore del cinismo in politica e non intende separare la politica dalla morale. Il regime di Mussolini non rappresenta solo la fine del sistema da lui criticati, ma anche la fine dei valori da lui amati. 1- segue.
Casalino Pierluigi
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