venerdì 27 marzo 2020

Pierluigi Casalino blog 2020DANTE E L’ISLAM. IL MI’RAJ E LA DIVINA COMMEDIAScritto ilMARZO 15, 2012 DANTE E L’ISLAM. IL MI’RAJ E LA DIVINA COMMEDIAQuando nel 1919 l’arabista spagnolo Asìn Palacios, sacerdote e docente all’Università di Madrid pubblicò il libro “LA ESCATOLOGIA MUSULMANA EN LA DIVINA COMMEDIA”, frutto di una lunga ricerca comparata tra le fonti dell’opera dantesca, la reazione degli ambienti accademici e dei dantisti fu di sconcerto e per certi versi quasi di scandalo. Lavorando su testi arabi fino ad allora poco conosciuti in Occidente, Asìn Palacios riscontrò analogie impressionanti tra i vari elementi simbolici presenti nella Divina Commedia e altri contenuti in vari racconti della pietà popolare e della mistica dell’Islam medievale, oltre che della visione dell’Oltretomba musulmano. L’autore spagnolo si spinse addirittura ad affermare che lo spirito stesso della Divina Commedia fosse di ispirazione musulmana, senza mai arrivare a scalfire la grandezza e l’originalità della composizione del Sommo Poeta: anzi, se mai, Asìn Palacios avrebbe cercato così di esaltarne il valore. I dantisti in genere, quelli italiani in particolare, non accolsero con favore tale tesi rivoluzionaria, se pur suffragata da consistenti e concreti dati storici e letterari. Nei paesi arabi, invece, fin dall’inizio la scoperta fu salutata con entusiasmo. Il lungo dibattito aperto in proposito nel mondo islamico portò alla pubblicazione di molti libri, l’ultimo dei quali, quello dell’egiziano Salh Fadl “L’INFLUENZA DELLA CULTURA ISLAMICA SULLA DIVINA COMMEDIA DI DANTE” (Il Cairo, 1980), nel quale lo studioso arabo scrive che “Dante è un autentico sufi o, per lo meno, si comporta come tale” (leggi sull’argomento “DANTE E L’ISLAM”, “DANTE E L’ISLA:RIFLESSIONE APERTA”, “PRERSENZE ARABE E EBRAICHE IN DANTE”, “LA COMMEDIA E LE SUE FONTI” di Casalino Pierluigi su “in poche righe” di Ennepilibri, e “FONTI ISLAMICHE DELLA COMMEDIA”, sempre di Casalino Pierluigi sul Blog di Ennepilibri, oltre a “CONTROVERSIE SU DANTE E L’ISLAM” , “MI’RAJ” e “DANTE E L’ISLAM, RIFLESSIONI” su Google in genere, su Asino Rosso e su Imperia New Magazine): nella circostanza è stato richiamato anche il confronto tra il mistico arabo-andaluso Ibn Arabi e lo stesso Dante (leggi gli articoli di Casalino Pierluigi sulla questione su Google). L’ostilità preconcetta in Occidente sul possibile influsso islamico su Dante e la sua Commedia è venuta meno oggi, dopo la scoperta di versioni latine e in francese antico del Mi’raj (racconto dell’ascensione in Paradiso e, per contro, la discesa all’Inferno del Profeta Muhammad (Maometto) e del Liber Scale, ad opera di un altro studioso spagnolo, J.Munoz-Sendino e dell’italiano Enzo Cerulli. L’intera problematica delle fonti islamiche della Commedia di dante è andata poi sviluppandosi con un ulteriore serie di studi, a partire da “L’ESOTERISME DE DANTE” di R. Guénon, che si fonda su un presunto e non totalmente provato ermetismo esoterico di ispirazione islamica del Sommo Poeta (leggi “DANTE SEGRETO” di Casalino Pierluigi su “in poche righe” di Ennepilibri), accanto all’approfondimento del tema della lettura di Dante del celebre “DITTAMONDO” del poeta toscano Fazio degli Uberti, in cui si trova una citazione del Liber Scalae (Libro della Scala). Vero è che tale approfondimento muove dalla constatazione che il Liber Scalae circolava certamente in Occidente e che, direttamente o indirettamente, tale testo, come testimoniato, del resto, dalla citazione nel poemetto enciclopedico di Fazio degli Uberti (attivo nella Toscana di Dante), giunse in Italia nel Duecento, accanto ad altre influenze, in genere, del pensiero islamico (Ibn Rushd, l’Averroè dei latini e Ibn Sina^ e l’Avicenna dei latini) recepite in ambienti universitari dell’epoca della Scolastica (Alberto il Grande, San Tommaso d’Aquino, Sigieri di Brabante, che Dante sembra seguire in alcune sue proposizioni). Altra circostanza su cu non si può non considerare è la straordinaria eredità sulla cultura dell’Europa cristiana che esercitò la Spagna islamica, sintesi meravigliosa di intelletti dall’esperienza irripetibile (come ancora Averroè (Ibn Rushd), l’ebreo Maimonde ed altri spiriti che si distinguono nel campo della poesia, della filosofia e dell’arte). Se Dante non possedeva sicuramente la capacità di leggere i documenti arabi originali, non si può non riconoscere che il Sommo Poeta non fosse del tutto immune dalla conoscenza di idee islamiche della cosmologia e del misticismo: una prova di quell’unità culturale del Mediterraneo nel Medioevo, che, aldilà delle guerre, contribuì alla trasmissione della cultura. A dire la parola fine, con successo, su una questione così dibattuta è stata la dantista italiana Maria Corti, che ha inteso sgombrare il campo da inutile e pretestuose polemiche, affermando con assoluta autorevolezza l’attendibilità della relazione tra l’Islam e Dante Alighieri (sulle considerazioni della Corti si leggano ancora gli articoli di Casalino Pierluigi su “DANTE E L’ISLAM” su Google, dedicati al contributo della studiosa italiana ad una conclusiva ricerca su una problematica così controversa). Casalino Pierluigi, 15.03.2012 PUBBLICATO INSenza categoriaI campi di detenzione di PutinScritto ilMARZO 6, 2020 Su Il Volo di Icaro questo articolo di Pierluigi Casalino autore e studioso ligure di Imperia nato a Laigueglia il 29 giugno 1949 PUBBLICATO INSenza categoriaMostra CommentiLa questione delle fonti arabo islamiche della Divina Commedia di Dante e la filosofia di Avicenna (Ibn Sina)Scritto ilMARZO 2, 2020 Leggi tutto ciò negli interventi sul web di Pierluigi Casalino autore e studioso ligure di Imperia nato a Laigueglia il 29 giugno 1949

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