venerdì 27 marzo 2020

Dante e la visione della Commedia/ La Divina Commedia appare concepimento così vasto e sublime, da far stupire come l'ingegno di un uomo abbia potuto comprenderlo e trasmetterlo. Esso fu trattato dal Sommo Poeta con arte antica e nuova, profana e sacra e, osiamo dire, anche moderna (al quale han posto mano e cielo e terra) e con misure esattamente matematiche, sia per la costruzione dei tre regni, dove si riscontra sempre il nove, più uno(cioè la Trinità moltiplicata per sé stessa, insieme con l'unità (sia per quella del poema, che abbraccia tre antiche, di 33 canti ciascuna; più il primo canto che, servendo da Introduzione, compie il numero cento. E il metro ne è la terzina, fondata anch'essa sul tre, sempre ritornando su sé medesima, finché con un unico verso si chiude la serie. La grandezza della Commedia sta, infine nella sua sublime visione globale e spirituale, nella sua ricchezza di spunti e di contributi che comprende e trasfigura nell'eccelsa arte di Dante e nella sua intelligenza. La celestiale luce che illumina e fascia i beati, la danza, il canto, figurano la chiarezza e la serenità della vita contemplativa, che ci fa assaggiare, anzi gustare, su questa terra le gioie del paradiso celeste. In tale visione teoleologica e teologica al tempo stesso si impone con la sua dolcezza e materna immagine la preghiera di San Bernardo alla Vergine.Casalino Pierluigi.

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