Claudio Ughetti, l'artista di Ventimiglia, noto come VULA, interroga e misura la realtà, il paesaggio cosmico reale, virtuale, surreale e irreale come confine concettuale della poesia e della pittura, secondo un'intuizione inventiva che fa della creatività immaginifica la sua centralità: l'arte di VULA misura dunque il paesaggio nella sua interezza multidimensionale come qualcosa che la poesia pensa e la pittura descrive nella visione, per lui, neometafisica. Queste considerazioni entrano di forza nelle opere di VULA e confermano l'idée fixe dell'autore di Ventimiglia, la sua incessante speculazione su quel fuori di noi che è in noi che chiamiamo natura. Quasi Vula parte da quel principio di desolazione cantato in Ossi di Montale, una vera e propria presa di contatto con una realtà geologica, come si dice, ma anche di carattere universalmente cosmica, universale. E quindi VULA si immette nella scenografia miticosuggestiva della ricerca dell'io e della sua rappresentazione attraverso l'intellettuale e primordiale plurilatitudine che sotto ogni cielo sopravvive all'originario progetto dell'uomo.
Casalino Pierluigi, 13.10.2013
Casalino Pierluigi, 13.10.2013
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