martedì 24 settembre 2013

Elogio di Elio Menzione, Ambasciatore d'Italia a Berlino, nonché mio compagno di studi dalle medie al liceo classico Don Bosco di Alassio (e all'Università di Pavia) e amico carissimo.

Ricordo Elio Menzione con simpatia ed affetto. Si ricordò di me quando ebbi un brutto quanto banale incidente che mi costrinse ad una lunga pausa di ospedale e di convalescenza e mi restano nella memoria i suoi accenti di intellettuale e di umanità- doti  già ampiamente manifestate nel periodo scolastico e giovanile -. (nella circostanza si mostrò molto interessato ai miei inteerssi pubblicistici, soprattutto quelli relativi al mondo arabo e islamico). Era il tempo degli anni felici della Alassio degli anni Sessanta, di cui resta solo il ricordo. Figlio di un'austriaca (all'epoca ad Alassio viveva anche il medico Stoetter, anch'egli austriaco) e di un insegnante di Aversa (Napoli), mancato prematuramente nel 1970, Elio Menzione ha compiuto un percorso culturale e professionale d'eccezione. Diplomatico di carriera, segnata da una brillante formazione culturale, è ora a Ambasciatore d'Italia a Berlino e in tale veste, lui che è di lingua madre tedesca, ha rilasciato un'interessante intervista a IL SECOLO XIX, che, all'indomani della conferma della Merkel alla guida della Germania, tratta sui rapporti tra l'Europa e Berlino, oltre ad analizzare temi specificamente liguri e genovesi. Con la consueta competenza, Elio esamina nell'intervista a Paolo Crecchi, anche con una certa acuta ironia, non priva di speranza, problemi di stretta attualità.
Casalino Pierluigi, 25.09.2013

Nessun commento:

Posta un commento