La pace di Versailles mancò fin da principio di validità morale. Nel 1919 si aspirava a far meglio di quanto non avessero fatto i regolatori della pace a Vienna un secolo prima e l'accusa più grave al Congresso di Vienna riguardava proprio il tentativo di imporre un sistema all'avvenire. L'obiettivo non fu raggiunto. Sette anni più tardi, tutto questo era scomparso, senza che si fosse vibrato un solo colpo. La stabilità internazionale fu dapprima scossa dal crollo della stabilità economica con la grande depressione che cominciò nell'ottobre 1929. La depressione ebbe poco a che fare con la guerra precedente, anche se così non parve allora, e nulla con le superstiti disposizioni del trattato di pace del 1919. La depressione cominciò con il crollo di un boom speculativo negli Stati Uniti; e la disoccupazione che seguì fu gonfiata dalla incapacità del potere d'acquisto di tenersi al passo con le accresciute risorse produttive. Questo processo oggi tutti lo comprendono, come si comprende che la via d'uscita da una depressione sta nell'aumento delle spese statali. Nel 1929 quasi nessuno lo capì. Si pensava che solo con il taglio delle spese statali e con la deflazione e i bilanci in pareggio si risolvesse la situazione. E fu un errore. Errore che non deve essere ripetuto con la crisi attuale.
Casalino Pierluigi.
domenica 21 luglio 2019
1919
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