domenica 28 luglio 2019

La Russia sovietica nel contesto diplomatico successivo alla prima guerra mondiale.

Gli affari internazionali scorrevano senza particolari problemi, senza la partecipazione russa, come oggi tutti ben sanno. Il motivo più concreto dell'esclusione della Russia era però un semplice fatto geografico e solo in parte perché il regime bolscevico faceva della Russia un Paese lontano ed enigmatico. Il cordone sanitario funzionava. Balfour lo aveva previsto e solo Balfour il 21 marzo 1917 si lasciò andare a dire che all'Imperiale Gabinetto di guerra: "Se voi create una Polonia assolutamente indipendente..., staccate completamente la Russia dall'Occidente. La Russia cessa o quasi di essere un fattore della politica occidentale". E così fu. La Russia non poteva, nemmeno volendo, avere una parte negli affari europei. Ma per quale motivo avrebbe dovuto volerlo? Il cordone sanitario funzionava anche all'inverso, pur se per qualche anno ciò si vide meno: escludeva la Russia dall'Europa, ma nello stesso tempo escludeva l'Europa dalla Russia. Contro ogni intenzione, dunque, la barriera eretta contro la Russia divenne la protezione di quel Paese.
Casalino Pierluigi

La Russia, alleato difficile ed esigente per la Francia e la Gran Bretagna prima del 1914.

L'alleanza franco russa non fu certo facile per Parigi. I francesi avevano resistito alle pretese russe su Costantinopoli. Avevano poi ceduto con riluttanza nel 1915 ed ora erano lieti di poter disconoscere le loro promesse del tempo di guerra. Agli inglesi Costantinopoli importava meno, ma anch'essi avevano avuto i loro guai con la Russia nel Vicino e Medio Oriente. Infatti la propaganda comunista in India nel dopo guerra non fu mai così minacciosa come l'attività della Russia zarista in Persia.
Casalino Pierluigi

1919. Asin Palacios e le fonti islamiche della Divina Commedia.

Esattamente un secolo fa il sacerdote ed orientalista spagnolo Asin Palacios accendeva la miccia sotto la tranquilla base degli studi dentistici, riscoprendo le influenze della escatologica musulmana sul Sommo Poeta e sulla sua opera, in.particolare sulla Divina Commedia. All'argomento ho dedicato sulla rete, ma anche in riviste tradizionali, come Imperia New Magazine, numerosi miei interventi. Nell'ambito ora delle celebrazioni dantesche in corso (2015-2021) è opportuno fare il punto su una questione di grande attualità ed importanza non solo letteraria. L'influsso del pensiero arabo su Dante è accertato e di grande misura. Che Dante, pur in opposta visione del mondo,abbia consultato i testi ultramondani islamici, come suggeri' Asin Palacios e dopo di lui confermarono Maria Corti, Luciano Gargan ed altri studiosi internazionali, appare cosa più che certa. E ciò considerando la familiarità dell'Islam nell'Occidente del tempo. Al riguardo rinvio anche ai miei articoli su un tema così suggestivo e storicamente fecondo.
Pierluigi Casalino

4 mai 1919, le réveil de la Chine

La République chinoise, fondée en 1911, a déclaré en 1917 la guerre aux empires centraux; elle entend profiter de cet atout pour obtenir des vainqueurs un aménagement de sa situation. L'opinion publique chinoise exprime d'ailleurs son désir de voir cesser la mise sous tutelle économique du pays, comme l'illustre le "mouvement du 4 mai 1919": de violentes manifestations anti nipponiques ont lieu à Pékin et Shanghai à l'annonce de l'attribution au Japon des intérêts allemands. La tâche est cependant difficile pour la Chine, profondément divisée: le gouvernement de Pékin est l'interlocuteur officiel des grandes puissances, mais son autorité est faible, et il est concurrencé par le gouvernement de Sun Yat-sen, établi à Canron. A la conférence de Washington, Pékin, qui désirait une révision totale des traités inégaux, n'a obtenu que de détails, en dehors du retrait japonais. A partir du 1923, des signes de redressement apparaissent. Sun Yat-sen et le Guomindang concluent un accord  avec le Komintern, qui leur procure l'alliance du Parti Communiste chinois. Ainsi renforcé, le Guomindang s'assure en 1927 le contrôle militaire du pays. Successeur de Sun Yat-sen, le général Jang Jeshi (Tchang  Kai-chek) élimine alors les communistes et accaparre tous le pouvoirs. La Russie soviétique rompt ses relations diplomatiques avec le nouveau gouvernement. Nationaliste, Jang Jeshi  s'efforce de desserrer le carcan des traités inégaux. Entre 1928 et 1930, il obtient pour son pays l'autonomie douanière. L'Angleterre abandonne quatre concessions. Mai le problème de l'exterritorialite' demeure. Au total, le bilan est encore insuffisant, mais la tendance est désormais bien inversée en faveur de la Chine.
Casalino Pierluigi

domenica 21 luglio 2019

1919

La pace di Versailles mancò fin da principio di validità morale. Nel 1919 si aspirava a far meglio di quanto non avessero fatto i regolatori della pace a Vienna un secolo prima e l'accusa più grave al Congresso di Vienna riguardava proprio il tentativo di imporre un sistema all'avvenire. L'obiettivo non fu raggiunto. Sette anni più tardi, tutto questo era scomparso, senza che si fosse vibrato un solo colpo. La stabilità internazionale fu dapprima scossa dal crollo della stabilità economica con la grande depressione che cominciò nell'ottobre 1929. La depressione ebbe poco a che fare con la guerra precedente, anche se così non parve allora, e nulla con le superstiti disposizioni del trattato di pace del 1919. La depressione cominciò con il crollo di un boom speculativo negli Stati Uniti; e la disoccupazione che seguì fu gonfiata dalla incapacità del potere d'acquisto di tenersi al passo con le accresciute risorse produttive. Questo processo oggi tutti lo comprendono, come si comprende che la via d'uscita da una depressione sta nell'aumento delle spese statali.  Nel 1929 quasi nessuno lo capì. Si pensava che solo con il taglio delle spese statali e con la deflazione e i bilanci in pareggio si risolvesse la situazione. E fu un errore. Errore che non deve essere ripetuto con la crisi attuale.
Casalino Pierluigi.

mercoledì 10 luglio 2019

Pasquale Indulgenza filosofo ed umanista

Leggi su pierluigicasalino.altervista.org l'articolo di Pierluigi Casalino autore e studioso ligure di Imperia, nato a Laigueglia il 29 giugno 1949

martedì 2 luglio 2019

La pace che provocò la guerra

Il trattato di Versailles del 1919 non creò le condizioni di un mondo di pace, ma suscitò una nuova e più disastrosa guerra