Kitab at-tafakhur (o Libro della Meditazione) è il penultimo della monumentale opera di al.Ghaza^li^, intitolata Ilhya^ulum ad-di^n (Rivivicazione o delle Scienze Religiose), che rappresenta la più completa e complessa guida per la vita spirituale dei musulmani, una tappa fondamentale per il credente, che, desideroso di avvicinarsi a Dio, perviene gradualmente alla gnosi, ultima meta della via mistica. La traduzione critico-espicativa di Kitab at-tafakhur fu uno degli ultimi lavori di Padre Giuseppe Celentano, appartenente all'Ordine dei Frati Minori, mancato prematuramente nel 1987 all'età di soli cinquant'anni. Il religioso aveva dedicato gran parte dei suoi anni di vita ad al-Gha^za^li^, a cui si era accostato non solo con l'animo dell'arabista dalla fine preparazione, ma anche con la sensibilità del religioso, attratto dalle tematiche spirituali proposte dall'autore di Tu^s. Laureatosi in Sacra Teologia con una tesi su "L'idea di Dio nel Corano" nel 1966, Padre Celentano venne nominato l'anno successivo assistente ordinario di Islamistica presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, dedicandosi subito allo studio sistematico della vita e dell'opera di al-Gha^za^li^, al quale si era avvicinato con straordinaria capacità conoscitiva e di analisi. Celentano ci ha lasciato in proposito numerose traduzioni allo stato di manoscritto, alcune complete, altre in bozza, del trattato più importante del pensatore musulmano. Aveva promosso, inoltre, la pubblicazione della medesima opera, al fine di poter consentire a tale monumento del pensiero religioso e mistico dell'Islam di essere conosciuto e approfondito nella sua veste più completa. Un testo, quello di al-Gha^za^li^, paragonabile a quello che rappresenta per la Cristianità la Summa teologica di San Tommaso d'Aquino. Prima della versione in italiano del testo "ghazaliano" da parte di parte di Padre Celentano, non esisteva una traduzione in lingua europea, ma solo un riassunto in inglese, apparso a Lahore, in Pakistan, a cura di Fazal ul-Karim nel 1971. La traduzione del religioso italiano si aggiunse alle altre dei suoi connazionali della produzione di al-Gha^za^li^, curate dallo stesso Celentano, da Laura Veccia Vaglieri, da Roberto Rubinacci e da Federico Rubinacci e infine da Federico Peirone. Ricordare Padre Celentano e lo spirito che animò i suoi studi, con particolare riferimento al confronto tra Cristianesimo ed Islam, appare oggi quanto mai opportuno, per riscoprire il senso autentico dell'Islam originario, alla luce degli eventi rivoluzionari che segnano in questi giorni l'ecumene arabo, che ne ripropongono il messaggio più autentico, privo di quelle strumentalizzazioni della politica che ne hanno contraddistinto (e ne contraddistinguono anche oggi) i momenti più cupi.
Casalino Pierluigi, 3.09.2014