Nel 1235 la Repubblica di Genova, impegnata con altri comuni italiani contro le pretese di Federico II di Svevia, re di Germania e di Sicilia, divenuto imperatore, intervenne con una flotta armata condotta da privati, anche di altri centri liguri, tra cui Sanremo(che con Genova ebbe sempre rapporti alterni), se pur controllata dallo Stato, per punire l'emiro di Ceuta, colonia genovese, che si era ribellato. La spedizione, al comando di Ugo Lercari, riportò un grande successo e i Saraceni, arrendendosi, pattuirono il pagamento di un forte indennizzo. Onde agevolarne l'incasso, i genovesi ottennero di poter riscuotere i diritti doganali comunque esigibili in loco. Il provvedimento relativo in lingua araba era detto "maunah" e da quella parola derivò il termine di "maona" posto ad indicare una "unione di creditori contro terzi". Nel frattempo Federico II, vittorioso contro i comuni italiani della ricostituita Lega Lombarda, il 27 novembre 1237, nella battaglia di Cortenuova, memore della disfatta di Federico Barbarossa, suo avo, a Legnano, fece portare il carroccio a Roma per esporlo nel Campidoglio a monito per i suoi nemici. Tuttavia i Comuni non si arresero. A Genova fu inviata una richiesta di totale sottomissione, alla quale la Superba rispose negativamente come aveva fatto con il Barbarossa. E poiché lo Svevo esortò alla rivolta contro Genova, Savona, Albenga, Diano, Oneglia, Porto Maurizio e Ventimiglia (già a suo tempo insofferenti del dominio genovese e poi ad esso sottomesse), la Repubblica si alleò con Papa Gregorio IX, già ai ferri corti con l'imperatore, e, controvoglia, anche con Venezia. Dopo alterne vicende il Pontefice, nel 1241, indisse a Roma un Concilio per pronunciare una nuova scomunica contro Federico II, dopo quella pronunciata per aver soppresso le libertà ecclesiastiche in Sicilia e per il suo atteggiamento ambiguo in tema di crociate contro gli infedeli e la sua alleanza con il Sultano d'Egitto. Alla notizia dell'indizione del Concilio, Federico annunciò che si sarebbe opposto con le armi al transito in Italia, soprattutto via Liguria, dei prelati francesi, spagnoli e inglesi convocati a Roma. Genova mandò allora ventisette galee a Nizza, città ligure allora alleata della Repubblica di San Giorgio (da quando il partito genovese aveva assunto le redini della città, estendendosi alla Rocca di Monaco), affinché i monsignori fossero imbarcati e trasportati ad Ostia per partecipare al Concilio. Successivamente Federico riuscì a sconfiggere sul mare la flotta ligure-genovese, ma Genova si riprese quasi subito con un capolavoro della sua marineria, che sorprese l'imperatore. Le galee genovesi trasportarono infatti il nuovo Papa Innocenzo IV, ligure di nascita, da Civitavecchia a Genova. Di lì il Pontefice si trasferì in Francia, via Ponente, per cercare l'alleanza con quel sovrano, riuscendo finalmente a far tenere il Concilio a Lione nel 1245.
Casalino Pierluigi
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