domenica 3 dicembre 2017

LA FINE DELLA NEUTRALITA' E L'ENTRATA IN GUERRA DELL'ITALIA NEL MAGGIO DEL 1915

Quando nell'agosto 1914, l'Italia aveva dichiarato la propria neutralità, l'opinione pubblica italiana si divise in due diverse correnti di pensiero. Da una parte gli interventisti che comprendevano gli gli interventisti democratici , come Bissolati e Salvemini e gli irredentisti trentini, come Cesare Battisti e Fabio Filzi, che vedevano nella guerra contro l'Austria la conclusione del processo risorgimentale. e la possibilità di completare il territorio italiano con l'annessione delle terre irredente di Trento e Trieste. FACEVANO PARTE DEGLI INTERVENTISTI ANCHE I NAZIONALISTI COME FEDERZONI E CORRADINI.,  con ambizioni imperialiste e con tendenze espansionistiche. Dall'altra parte, lo schieramento neutralista, maggioritario in Parlamento e nel Paese in genere, comprendeva i socialisti, per ragioni di principio contrari alla guerra che consideravano manifestazione delle contraddizioni della borghesia europea, i cattolici pacifisti e che esprimevano la contrarietà del Papa ad una guerra contro l'Austria cattolica e, infine, i liberali Giolittiani, convinti che il Paese bob sarebbe stato in grado di sostenere lo sforzo bellico e che era possibile patteggiare la neutralità italiana con l'Austria, ottenendo in cambio le terre irredente e la Dalmazia. Giolitti, nel 1914, lascerà la guida del governo a Salandra, che, dopo aver timidamente tentato di trattare con l'Austria, si orientò verso l'intervento. Con il patto segreto di Londra del 26 aprile 1915, verrà cpmcluso con l'Intesa un accordo, secondo il quale l'Italia si sarebbe impegnata a entrare in guerra contro gli Imperi Centrali entro un mese. A guerra finita all'Italia sarebbero stati riconosciuti il Trentino  fino al Brennero, l'Istria fino al Quarnaro, la Dalmazia, il Dodecanneso e un protettorato sull'Albania. Il Parlamento, formato in maggioranza da neutralisti, cercò di opporsi, provocando le dimissioni di Salandra. Gli interventisti, però, organizzarono manifestazioni in tutto il Paese. Il re fu costretto a richiamare Salandra e a dichiarare guerra all'Austria. Era il 24 maggio 1915.
CASALINO PIERLUIGI

Nessun commento:

Posta un commento