ALFARABI E IBN RUSHD (AVERROE')

Alfarabi ritiene la filosofia indipendente dalla religione: o almeno i filosofi liberi di scegliere una propria via - dimostrativa e/o rivelata- alla conoscenza. Il che suona molto averroistico, molto incline cioè a individuare alla religione e alla filosofia due distinti ambiti di applicazione. L'obiettivo della felicità mentale (sull'argomento leggi il mio LA FELICITA' MENTALE su Asino Rosso). è del resto tutto filosofico; e nelle città virtuose la conoscenza di Dio, delle Intelligenze separate, del microcosmo e del macrocosmo, risulta in qualche modo da una sintesi speculativa tra il celeste e il terrestre, da un richiamo continuo tra la mente, il cosmo e la politica. Una seconda soluzione, anch'essa averroistica- e nella sostanza non molto diversa dalla prima- potrebbe consistere nel considerare le religioni solo sotto il profilo esoterico, cioè messaggi rivolti su un piano esclusivamente retorico e affabulatorio, al volgo. In tal senso, i vari libri rivelati (dalla Bibbia al Vangelo, al Corano) sarebbero apportatori di leggi e di regole di cui il filosofo, tutto intento alla contemplazione e al perseguimento della felicità mentale, potrebbe anche fare a meno. Si ricordi che anche Ibn Khaldun sostiene che nella costruzione degli stati e del potere civile è necessario lo spirito di corpo (asabiyyah), ma non la religione rivelata. La religione rivelata ha ovviamente dello spirito di corpo per diffondersi e consolidarsi ( tale è stato il caso di Maometto e della sua predicazione tra gli arabi), ma non vale il caso contrario.
Una considerazione su cui riflettere per capire i limiti che soffre ancora l'Islam.
Casalino Pierluigi, scrittore e studioso ligure di Imperia nato a Laigueglia il 29 giugno 1949, anche sul web con le sue interviste, i suoi articoli, i suoi libri, i suoi eBook, i suoi commenti, le sue interviste, i suoi siti e i suoi blog.