Il carteggio Hitler-Mussolini di questo periodo riflette il mutamento dei fronti politici nel 1939-1940. Evocando i principi dell''ispirazione politica che era alla base del nazifascismo, secondo il Duce, la soluzione del problema tedesco dello Spazio Vitale si sarebbe risolto solo con l'annientamento della Russia bolscevica, poi sarebbe venuto il turno delle democrazie occidentali....La Russia con la sua immensa superficie di 21 milioni di chilometri quadrati e nove abitanti per chilometro quadrato, aggiungeva Mussolini, avrebbe offerto in tutta la sua ampiezza territoriale lo sfogo del destino tedesco....Del resto, sempre sottolineava Mussolini, La Russia, dalla vittoria definitiva di Stalin, sta subendo senza dubbio una trasformazione dei principi bolscevichi nella direzione di una forma di vita nazionale russa....se il bolscevismo si sviluppa in uno stato nazionale russo e in un'idea economica, esso rappresenta allora una realtà contro la quale non abbiamo né interessi, né una ragione di combattere. Fin qui Mussolini. Nel 1945, in retrospettiva, Hitler sostenne ancora di "aver avuto per un anno intero la speranza che sarebbe stata possibile una seria intesa russo-tedesca (a seguito delle purghe staliniane) dal momento che egli aveva l'impressione che Stalin avesse distrutto le classi colte e dirigenti giudaiche per creare un potere statale nazionale russo e si fosse incamminato sulle orme di Pietro il Grande (Le Testament politique d'Hitler). In senso contrario, tuttavia, va registrata la sua ammissione che "il patto non è mai stato leale, poiché profondo è l'abisso tra le ideologie" (Diario di Engel, 18.12.1940).
Casalino Pierluigi, 31.08.2014
Casalino Pierluigi, 31.08.2014
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