giovedì 2 gennaio 2014

ISLAM E DANTE. Al-Fa^ra^bi^ tra Avicenna (Ibn Si^na^), Averroè (Ibn Rushd) e Dante Alighieri

Spesso si è cercato di studiare lo schema emanativo di Al-Fa^ra^^bi^ che differisce da quello di Avicenna (Ibn Si^na^) e di Averroè (Ibn Rushd), ma anche da quello egli ismailiti (in maniera sensibile, in quest'ultimo caso). Aldilà delle considerazioni sul "Primo Intelletto", il "Secondo Essere" ed altre consimili riflessioni, salta subito all'attenzione il problema del confronto tra cosmo gerarchizzato dei musulmani con quello teorizzato dal "cristiano" Dante Alighieri. La Divina Commedia di Dante ci da la prima chiave della struttura dei cieli, con l'ordine paradisiaco. Ma è il Convivio a essere più chiaro, più esplicito nelle sue spiegazioni al riguardo. Dante enumera otto cieli, da quello della Luna a quello delle stelle fisse, cui aggiunge un nono "che non è sensibile se non per questo movimento che è detto di sopra - uno primo mobile semplicissimo...lo quale facesse la revoluzione da oriente a occidente - lo quale chiamano molti Cristallino, cioè diafano, o vero tutto trasparente. Veramente, fuori di tutti questi, li cattolici pongono lo cielo Empireo, che è...immobile (Dante). L'Empireo è la sede di Dio, "divinissimo ciel quieto" che avvolge tutto il mondo e al di fuori del quale nulla esiste. L'Empireo "è cagione del Primo Mobile per avere velocissimo movimento"; e il Primo Mobile mosso da "fermentissimo appetito" e da "tanto desiderio" di Dio, in quello (dell'Empireo) si risolve. I motori dei cieli "sono sustanze separate da materia, cioè Intelligenze, le quali la volgare gente chiamano Angeli; i cieli mobili, che sono nove, cui si aggiunge "lo decimo (che ) annunzia essa unitade e stabilitate di Dio, rivelano "numeri", ordini, gerarchie che certo non possono non essere ispirati dai filosofi arabi, anche se Dante non fa diretto riferimento a una concezione emanatistica. 
Casalino Pierluigi, 2.01.2013

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