domenica 12 gennaio 2014

IL REALISMO DEL MISTERO NELL'ARTE DI VULA

Claudio Ughetti detto VULA ci fa finalmente vedere il mondo in cui viviamo, lo ritrae conferendo ad esso un senso nuovo, forse lo imita, anche se in realtà lo interpreta: quest'essenza di mondo però ci si mostra, attraverso le opere di VULA, come un muto irresistibile arcano. Non è azzardato parlare di realismo, di arcano realismo: in VULA l'immagine artistica si presenta e si configura come un set immaginativo in cui con la mente possiamo simulare e quindi vivere esperienze che sono autentiche, che sono vere. Davanti ai lavori del pittore di Ventimiglia, lo sguardo di chi osserva viene lentamente e progressivamente assorbito da una "vera" realtà, che è silenziosa e sicuramente metafisica, che trascende lo stesso messaggio dechirichiano, ma si rifà di più al surreale dei dipinti di Magritte. Si tratta sempre di luoghi e di personaggi immaginari, immersi certamente in un'atmosfera d'inquieta immobilità, di ostinato silenzio, anche se in fondo le immagini di VULA parlano e parlano significativamente. Sembra che manchi l'azione nelle opere di VULA, ma non è così, perché non manca la figura umana - anzi si propone con le suggestioni dei miti e quindi l'azione è ugualmente presente: se non è già avvenuta sta per avvenire- e si riempie di storici paradossi, ponendo lo spettatore in una condizione di incertezza e di attesa. L'universo che sembra essere rappresentato - e solo in apparenza - con una giocosità forse ilare - luoghi-non luoghi in cui ci collochiamo per ore, in cui restiamo inerti mentre ci spostiamo e proprio in tal mondo siamo dinamici - che ci ritaglia uno spazio all'interno dell'immenso alveare cosmico. Non emanano bagliori, ma solo proiezioni ultracromatiche dalle opere di VULA, e con esse emozioni onnicomprensive del mondo che l'artista ritrae. "Qui non c'è nessuno" sembra dirci VULA "nessuno è arrivato, ma intanto le cose esistono, non cessano di esistere". Il silenzio e l'isolamento conferiscono, infatti, agli oggetti un supplemento d'anima "ontologico", quali potenziali autori di storie, quali interpreti di ambienti impossibili.
Casalino Pierluigi, 12.01.2014

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