venerdì 23 agosto 2013

Suggestione e capacità narrativa in VULA, Claudio Ughetti di Ventimiglia

La musa metafisica dell'autore di Ventimiglia, Claudio Ughetti, detto VULA si accompagna a quella altrettanto misterico-esoterica e suggestiva dell'ispirazione surrealista e neofuturista dell'artista, che per propria natura sposa il tratto poetico a quello plastico, non di rado evocativo e recitativo, come di recente ha espresso nella lettura dei suoi versi in occasione di uno spettacolo multiculturale svoltosi nella città di frontiera intorno alla metà di agosto. Recuperando il senso della ars antiqua e della dramatis visio di tipo plautino, VULA raggiunge il diàpason della sua teatrale, singolarissima e straordinaria verve creativa nella sua forza veneratrice: una forza veneratrice che è in tutti noi e in lui, VULA, soprattutto è così essenziale quanto l'oggetto stesso della venerazione, cioè il dato artistico, l'arte nel suo messaggio divinatorio e maieutico, quasi rinnovando la concezione della prima sofistica, che leggeva nei fenomeni naturali il senso delle cose e della vita stessa dell'uomo. Infine a rendere il quadro ancora più chiaro, la capacità narrativa dell'arte di VULA aggiunge al suo sforzo illustrativo del genio dell'essere quella sua specifica forza d'animo, che da sola è capace di tutto, anche di amare di andare da sola nella tempesta: essa per Claudio Ughetti non è semplicemente il lato passivo dell'energia volitiva, è diversa da essa, ne è magari una conseguenza, ma anche una rivisitazione di elevato livello inventivo, come l'intuizione schopenhaueriana o nitezschiana. Un felice sintesi dunque, quella di VULA tra ars dicendi e ars creandi, una novità senza fine, che rilancia il mito quale origine del logos e della storia.
Casalino Pierluigi, 23.07.2013

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