giovedì 24 dicembre 2020

Ricordare Dante nel settimo centenario della sua morte.

L'anno di Dante, il 2021, settimo centenario della morte, inizia, celebrato con solennità ed entusiasmo prima fuori d'Italia che non dentro i confini del Bel Paese. Dante è il primo grande scrittore dell'Occidente a legare la sua poesia a ciò che ha vissuto, a fare poesia del suo intenso vissuto personale, dei suoi sogni, delle sue idee, dei suoi sentimenti, dei suoi fallimenti. La visione d'insieme che ne ricaviamo è quella di una vita onnicomprensiva, all'insegna delle tre idee fondamentali del Sommo Poeta: amore, essere e intelletto. Si tratta della declinazione di quella trasparenza finale che segna Dante, ricca di potenzialità. E la trasparenza di Dante si fonda sull'idea dominante del suo pensiero e della sua opera, cioe' la meta finale di ogni suo sforzo spirituale che è Dio. Amore e intelligenza d'amore sono le preoccupazioni principali di Dante, e tali resteranno per sempre. Se al Dante guittoniano, ne segue uno cavalcantiano, e poi guinizzelliano fino all'emergere del Dante dantesco della Vita Nova, il libro, vale a dire, nell'interpretazione del quale hanno spazio la fenomenologia e la metafisica dell'Autore.  La Vita Nova comprende, infatti, in un solo moto della mente e dell'immaginazione, le sue preoccupazioni principali, sfida le interpretazioni rapide e semplici, perché ciascuna di tali interpretazioni è insita nell'altra ed è a sua volta presa dall'altra. Da un lato abbiamo infatti l'aspetto affettivo filosofico del libro, l'amore che rappresenta per Dante la Vita Nova non meno che per quello della Divina Commedia un principio o presenza dell'essere e del divenire propriamente umano  Dall'altro lato c'è invece l'aspetto estetico letterario, dove l'amore al centro dell'essere di Dante coglie i suoi primi grandi frutti filosofici e poetici e la stessa Vita Nova finisce per essere una Divina Commedia in piccolo. Negli anni di mezzo di Dante sta poi il Convivio, trattato in cui il Poeta si presenta come esegeta e commentatore di sé stesso e che conserva l'impulso della Metafisica di Aristotele, avendo per argomento il secondo amore di Dante, la filosofia come amore della sapienza, soprattutto nella mente divina, anzi in quanto costitutiva della mente divina. Il secondo amore di Dante inteso in questo modo crea dell'amante qualcosa di simile al senso per il quale il suo essere nel mondo si trova dappertutto e in nessun luogo, e dà forma a un ordine di esistenza che onora i parametri abituali della coscienza, ma allo stesso tempo li trascende in nome e per conto di qualcosa che in toto è più sublime. 
Casalino Pierluigi 

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