venerdì 3 febbraio 2017

DIO E MONDO NELL' EBRAISMO ANTICO

Come sia possibile superare l'abisso fra Dio e il mondo e come nella creazione dell'uomo, Dio che è santissimo e perfettissimo, abbia potuto venire in contatto con l'imperfezione dell'uomo, è un assai frequente argomento di discussione nel Talmud e nei Midrascim. La cosmogonia della Genesi subisce un'eccezionale elaborazione, ed è naturale che l'angeologia vi assuma una larga parte. Iteologi hanno torto di affermare che il Giudaismo postbiblico  andò sempre più allontanando la Divinità dal mondo e tentò poi di riavvicinarla col mezzo degli angeli. La verità è che Dio fu in molti sensi riavvicinato e che gli angeli non furono se non un aspetto della sua "vicinanza". Dio divenne immanente non meno che trascendente, e l'angelo fu una specie di emanazione divina, un germoglio della Divinità, che conservava un'intima connessione con gli affari del mondo. Su queste basi i rabbini risolsero il problema di riconciliare l'idea di un Dio puro con un mondo puro. Dio non venne in realtà  in contatto con il mondo, ma vennero gli angeli . Si trattava certo di una soluzione non logica, ma forse i rabbini erano maestri di logica?
Casalino Pierluigi 

Nessun commento:

Posta un commento