Quello che forse è il piu' importante filosofo dell'Islam, Avicenna (Ibn Sina, 980-1037, deve molto al pensiero di Alfarabi. Per sua stessa ammissione fu l'opera di Alfarabi "Sugli oggetti della Metafisica", che contribuì a chiarire Aristotele ad Avicenna (Ibn Sina), e molti dettagli, specialmente nella metafisica e nella psicologia (e la psicologia avicenniana è presente in modo sensibile nella concezione dantesca dell'anima -vedi anche sul web, Dante e l'Islam di Casalino Pierluigi-), sono comuni ai due pensatori. Ci sono, tuttavia, differenze rilevanti tra i due e l'influenza esercitata da Avicenna (Ibn Sina), tanto nel mondo islamico che in quello cristiano, fu di gran lunga piu' estesa di quella di Alfarabi (e non si può certo negarlo). La filosofia di Avicenna (Ibn Sina), del resto, è assunta in rappresentanza dei filosofi, più ancora dello stesso Averroè (Ibn Rushd) che al-Ghazali tenta di confutare nella sua "Detructio philosophorum" (come è piu' nota nell'Occidente latino). Nel mondo cristiano, Avicenna (Ibn Sina), come Gilson ha dimostrato, ha esercitato la principale influenza nello sviluppo della Scolastica all'inizio del XIII secolo, ma anche sulle conoscenze scientifiche e mediche che, grazie ad opere che furono largamente utilizzate fino ai tempi moderni. Secondo Avicenna (Ibn Sina) la dimostrazione dell'esistenza di Dio (vedi Avicenna -Ibn Sina. di Casalino Pierluigi, studioso di Laigueglia, su Asino Rosso) rientra nella scienza dell'essere e non della fisica, come sosteneva Averroè (Ibn Rushd). In altri termini, egli preferisce la prova dell'esistenza di Dio che muove dal carattere possibile delle cose del mondo, anteponendola a quelle che si basano su argomenti tratti dalla scienza naturale. Le argomentazioni del filosofo persiano sono articolate e, nel ribadire che gli enti possibili, considerati in sé stessi, sono necessari quando essi son portati all'esistenza a causa di un ente che è assolutamente necessario. Sotto questo aspetto, Avicenna (Ibn Sina), nell'evocare la necessità dei mondi o degli enti possibili sembra anticipare le teorie quantistiche (anche Ibn Ruhd-Averroè-, tuttavia, pervenne a ciò) e ipotizzare persino l'esistenza di mondi paralleli o di pluralità di dimensioni. La concezione, inoltre, delle emanazioni - sicuramente di origine neoplatonica o plotiniana - fu mutuata dal pensiero di Alfarabi. Avicenna (Ibn Sina), per concludere, spiega la pluralità (e diversità) degli individui e degli enti della stessa natura, ricorrendo al principio di differenziazione della.materia. In altri termini, le forme di tutte le cose sono irradiate dall'intelletto agente, cioè il donatore delle forme. Da queste premesse si muove verso la dottrina avicenniana concernente l'anima e la conoscenza umana, che si ritrova in modo stupefacente in Dante, mentre in Duns Scoto, pur ignorando l'opera di Avicenna, si colgono tracce del filosofo islamico in tema di analisi metafisiche. Anche per tali ultime ragioni, l'eredità intellettuale di Avicenna (Ibn Sina) resta notevole anche oggi.
CASALINO PIERLUIGI, studioso ligure ,nativo di Laigueglia (29.06.1949)
CASALINO PIERLUIGI, studioso ligure ,nativo di Laigueglia (29.06.1949)
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