Sul pensiero di Averroè si è scritto tutto e il contrario di tutto, soprattutto in relazione alla teoria della doppia verità. Una questione spinosa su cui non di rado si confrontano (o scontrano due scuole di interpretazione del filosofo caro a Dante Alighieri - vedi anche sul web gli articoli su DANTE E L'ISLAM e su DANTE E IBN RUSHD di Casalino Pierluigi): quella, ovviamente maggioritaria e piu' attendibile che fa di Averroè il padre del razionalismo e del secolarismo moderni, e, quella un pò piu' critica, che riconduce comunque il filosofo arabo-andaluso nella corrente specificatamente islamica. In liceo abbiamo sentito parlate della celebre teoria della doppia verità, come sopra accennato: orbene si tratta, a conti fatti, della proposizione di due modi diversi di pervenire a due diverse verità. La fede e il Corano condurrebbero alla verità religiosa, mentre la razionalità e la scienza porterebbero alla verità intellettuale, diversa, dunque, da quella enunciata dal Corano. La questione è in realtà complessa. Averroè sarebbe stato perseguitato per aver espresso l'opinione di una verità diversa da quella del Corano. Ma il filosofo (nato a Cordova nel 1126 e morto a Marrakech nel 1198), non manifestò mai apertamente simile tesi, non discostandosi dalla verità contenuta nel Corano. Non è però una forzatura dire che Averroè (Ibn Rushd) che è il padre (e il martire) del libero pensiero. Averroè, infatti, fu veramente il vate della libertà intellettuale, anche se restò profondamente musulmano. La verità, per lui, è una sola ed è quella che recita il Corano. La filosofia è un'attività promossa dal fedele, ma contiene illuminanti principi che testimoniano la sua grandezza nella ricerca della verità. Averroè fu moderno non solo per questo, ma perché elevò la ragione al rango di straordinario strumento di conoscenza e di scienza. La storia dell'Islam non incoraggiò piu' dall'epoca classica la ricerca intellettuale (allora favorita dalle stesse autorità politiche (e ciò in contraddizione con un certo integralismo nell'Occidente latino): le corti dei califfi erano sedi di splendore culturale e creativo, uno splendore non piu' rinnovato in seguito. Anche se si spera che quel momento di luce si ripeta.
Casalino Pierluigi,
Casalino Pierluigi,
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