sabato 22 novembre 2014

ARGONAUTICHE, OPERA FUTURISTA

L'impresa degli Argonauti, ripresa nel poema epico di Apollonio Rodio (a cui si rimanda), autore alessandrino, non rappresenta solo il mito di una delle grandi imprese collettive dell'Ellade, prima della spedizione contro Troia, ma costituisce l'impianto di una delle gesta più note, quella della conquista del Vello d'oro, nell'ambito degli sforzi umani volti a vincere le tenebre dell'ignoranza e raggiungere le mete della conoscenza. Gli eroi greci che sulla nave Argo accompagnarono Giasone alla conquista appunto del Vello d'oro compirono un atto di straordinario significato storico e leggendario al tempo stesso. Il pilota della nave Argo, Tifi, valente ed esperto, Eracle (l'Ercole dei latini), Castore e Polluce. Linceo, Peleo, il padre di Achille, Telamone, il padre di Aiace Telamonio, Orfeo, Neleo, Teseo, Asclepios, Meleagro, il vincitore del cinghiale caledonio, Piritoo ed altri diedero vita ad una grande impresa che segnò in misura rilevante il destino della Grecia. Qualche storico pensò che questa favolosa spedizione greca sia stata realmente compiuta, in tempi remoti, allo scopo di sfruttare i giacimenti d'oro del Caucaso e di colonizzare le ricche terre a nord est dell'Asia Minore. La modernità del gesto argonautico va interpretata, al pari di un'impresa spaziale dei giorni nostri, nel senso più autenticamente futurista.
Casalino Pierluigi, 22.11.2014

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